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La Chicago Symphony Orchestra Brass Live offre un repertorio celebre con musiche di William Walton, Giovanni Gabrieli, Johann Sebastian Bach, Percy Grainger, Silvestre Revueltas, Sergei Prokofiev con una scelta eccezionale di direttori: Dale Clevenger, Jay Friedman, Michael Mulcahy, Mark Ridenour, il tutto inciso su etichetta CSO Resound.

Ascoltare brani per ensemble di ottoni è sempre affascinante. L'impasto timbrico  inconfondibile ammalia regolarmente l'ascoltatore stupendolo ogni volta per l'espressività  e la varietà. Del resto, l'uso degli strumenti a fiato nella musica strumentale fa parte del DNA musicale della tradizione occidentale, dal Rinascimento ai nostri giorni, attraversando indenne i cicli storici e l'evoluzione del linguaggio armonico. Per questo motivo forse qualsiasi brano realizzato o trascritto per questo genere di ensemble “funziona” sempre.

Requisito fondamentale è ovviamente l'abilità degli esecutori, e l'esempio fornito dal bel CD realizzato quest'anno dagli ottoni della Chicago Symphony Orchestra dimostra a quale livello è possibile arrivare. Come ricordato anche nel libretto del CD, la CSO è famosa per il suo suono: un elemento non secondario di questa peculiarità è costituito proprio dalla presenza al suo interno, da sempre, di una sezione di ottoni considerati tra i migliori al mondo. Del resto, le orchestre americane hanno sempre avuto una particolare attenzione per questa sezione timbrica, così come compositori tipicamente “yankee”, su tutti Gerswhin e Bernstein, sono inconfondibilmente legati alla presenza importante degli ottoni nelle loro composizioni, non escludendo gli autori di musicals e le jazz band.

I brani presenti nel CD esplorano a 360 gradi il linguaggio musicale: si passa da Walton a Gabrieli, da Bach a Percy Graingers, da Silvestre Revueltas a Sergei Prokofiev, affrontando ogni forma, dal rigoroso contrappunto bachiano alla sobria solennità post rinascimentale di Gabrieli, dalla visione sinfonica, integrata anche dalle percussioni, di Walton, alle musiche del  balletto Romeo e Giulietta di Prokofiev, che fra l'altro diresse proprio quest'orchestra con questa versione.

Non se ne abbiano a male i diretti interessati, ma in tutti i brani proposti non si sente assolutamente la mancanza di altri strumenti, in particolar modo gli archi. Qualunque sia il periodo storico od il genere affrontato, la varietà timbrica ed i colori sono perfettamente calati nello spirito del brano, cogliendo perfettamente le caratteristiche ed in certi casi esaltandole, integrate, in certi casi, dalle percussioni. Affascinante la realizzazione dei brani di Gabrieli e della passacaglia e fuga BWV 582 di Bach arrangiati da Eric Crees ed assolutamente da non perdere l'ascolto di ”Sensemaya” di Silvestre Revueltas, compositore messicano, nell'arrangiamento di Bruce Roberts. Con esecutori di questo livello tutto è possibile. L'unico limite è la fantasia nel ricercare brani da eseguire ed inserire in repertorio...