Ō segni d’arte alle Terme di Diocleziano. Intervista al direttore artistico Cristiano Leone

Articolo di: 
Livia Bidoli
Ayelen Parolin

Si agitano due luoghi mossi da artistiche sinergie intorno a Piazza della Repubblica: sono il Museo alle Terme di Diocleziano ed il Planetario grazie ad Ō Musica, danza, arte alle Terme di Diocleziano: una continua performance artistica, visuale, attiva, musicale, danzatrice dal 14 settembre al 16 dicembre 2018. Piu’ di 40 artisti internazionali si avvicenderanno negli spazi suggestivi di Roma antica. Promossa dal Museo Nazionale Romano, diretto da Daniela Porro, l’iniziativa Ō è prodotta da Electa con la direzione artistica di Cristiano Leone: lo abbiamo intervistato per l’occasione.

Come è nata l’iniziativa di Ō Musica, danza, arte alle Terme di Diocleziano e che significato ha il nome “Ō”?
Ō è un coraggioso esperimento, nato dalla collaborazione tra Electa e il Museo Nazionale Romano diretto da Daniela Porro. È un progetto di valorizzazione del patrimonio storico artistico delle Terme di Diocleziano attraverso un vero dialogo tra l’antico e l’ultra-contemporaneo, in tutte le sue forme. Ō è infatti un’interiezione che viene dal latino – che esprimeva una vasta gamma di emozioni – e riemerge, nella sua forma grafica ideata da Francesco Armitti, come il segno del ricongiungimento di due opposti. Opposti che in realtà non sono che due elementi speculari, perché tra l’antico e il contemporaneo non vi è frattura, ma una continuità che però si manifesta soltanto quando questi due poli entrano in conversazione, non giustapponendosi, ma magnificandosi reciprocamente.

Qual è stata la sinergia principale? Vediamo protagonisti due musei: il Museo alle Terme di Diocleziano ed il Planetario ed un ente privato quale Electa: se ci può spiegare quali sono stati gli accordi e come si sono sviluppati rispetto ai progetti, tutti assolutamente diversi l’uno dall’altro.
Mi è stata data una libertà creativa totale. Libertà che è stata nutrita con costanza dal confronto con Electa e Daniela Porro. A livello operativo, ognuno ha messo sul tavolo le proprie competenze, consentendo a ciascuno anche di apprendere dall’altro. Ho raramente incontrato un gruppo di persone con un’etica del lavoro e una dedizione per le istituzioni così alte e ispiranti. Infine, va detto, sono ossessionato dalla qualità del suono. Edoardo Pietrogrande, responsabile tecnico del progetto, è riuscito a fare del meraviglioso, gigantesco scrigno architettonico delle Terme – e quindi difficilissimo in termini acustici - una cassa armonica eccezionale, che ha esaltato ogni singolo progetto. In sintesi, è stato un lavoro di squadra straordinario.

Gli eventi sono tutti gratuiti e prenotabili tramite l’applicazione Eventbrite: c’è stato un accordo con loro e come avete scelto il target di fruitori?
La gratuità è un invito ad accedere a degli universi poco noti. A volte, il pubblico è tentato di scoprire una nuova forma artistica, ma nel dubbio si dirige verso ciò che già conosce. Ō è un gesto di apertura, un invito a osare, e tramite la gratuità l’avanguardia si offre come una carezza. Era tuttavia necessario rispettare i limiti di capienza dei luoghi patrimoniali, ed è per questo che abbiamo scelto l’applicazione Eventbrite come modalità di prenotazione. Come ogni tassello di un progetto altamente sperimentale, anche questo è perfettibile e sottoposto a una serie di aggiustamenti anche in corso d’opera. Abbiamo sempre cercato di accontentare coloro che non erano riusciti a prenotarsi. Il pubblico già munito di biglietti ha dunque avuto un accesso prioritario, ma abbiamo sempre accolto le persone che si sono presentate ai cancelli all’ultimo minuto, nel rispetto del limite delle capienze. Non abbiamo pensato a un target specifico, ma è certo che la modalità di prenotazione ha agevolato coloro che sono più avvezzi all’uso delle tecnologie e dei social media. Ci sembrava il giusto compromesso, in sintesi, tra l’apertura del progetto a un pubblico vario ed eterogeneo e una necessaria gestione delle capienze. Ma ogni compromesso non è la soluzione ideale. Per il futuro, già stiamo ragionando a un sistema ancora più democratico.

Il pubblico sembra piuttosto eterogeneo ma soprattutto appartenente ad una fascia di giovani adulti: avete pensato fossero i più attratti dalla programmazione e/o anche il modus per prenotare gli eventi li avvicina maggiormente?
Siamo rimasti molto colpiti, innanzitutto, dalla partecipazione attiva di molti esperti del settore, alcuni dei quali hanno assistito a diverse performance diventando dei veri pilastri del progetto, di cui si sono spontaneamente dichiarati ambasciatori. Il loro riconoscimento è un onore. Ma la grande gioia, ad essere sincero, è stato vedere lo stupore sul volto di alcune persone molto giovani che, spinte dalla curiosità, hanno varcato le soglie delle Terme, che magari vedevano tutti i giorni andando all’università o a lavoro, e ne sono rimasti rapiti. In particolare, un sedicenne mi ha posto alcune domande al termine della performance monumentale di Amala Dianor con ventitré danzatori, che hanno celebrato tramite sette performances altrettanti luoghi delle Terme. Voleva conoscere tutto delle Terme, delle loro tracce romane e di quelle rinascimentali, del passato di Amala Dianor, che come pochi altri al mondo ha saputo combinare l’hip hop con il balletto classico, riunendo danzatori professionisti e studenti del conservatorio di danza. Alla fine del nostro scambio mi ha detto: “oggi ho capito la diversità, e mi sento più grande”. Anche solo per questo, tutti i nostri entusiastici sforzi per dare vita a Ō hanno acquisito un senso.  

Lei si occupa anche dei “Jeudis de la Villa” (Giovedì di Villa Medici), in cui la villa con la precedente direttrice Muriel Mayette-Holtz si era aperta a tutti, soprattutto ai romani: ci potrebbe essere una condivisione oppure una connessione di qualche tipo tra questa iniziativa e Ō Musica, danza, arte alle Terme di Diocleziano?
Lavorare con Muriel Mayette-Holtz è stato un “moment de grâce” nella mia vita professionale. Entrambi siamo convinti che il pubblico venga al primo posto. Lo spirito di condivisione dei Jeudis de la Villa rivive dunque in Ō. Sarebbe un sogno rendere un giorno questa connessione sistematica, gettando un ponte perenne tra le due istituzioni!

Progetti futuri: ci sono in vista aperture performative, musicali, artistiche in altri musei della Capitale, quali potrebbero essere coinvolti?
Tutti i musei patrimoniali potrebbero essere coinvolti. Unica regola: mai attraverso progetti ready-made. Il contemporaneo, che si tratti di visual o performing arts, non può sbarcare in un museo storico senza evocarne ed esaltarne la storia.   

Pubblicato in: 
GN44 Anno X 9 ottobre 2018
Scheda
Titolo completo: 

Ō Musica, danza, arte alle Terme di Diocleziano

dal 14 settembre al 16 dicembre 2018
Apertura ore 19:30 | Inizio spettacolo ore 20:15
Le Domeniche al Planetario, dal 21 ottobre al 16 dicembre: Apertura 10:30-11
Inizio performance ore 11
Accesso prioritario per i prenotati tramite Eventbrite
Accesso libero fino al limite della capienza

Informazioni: www.o-termedidiocleziano.com

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