Opera di Firenze. Il misterioso cobalto dell'Olandese wagneriano

Articolo di: 
Livia Bidoli
Der fliegende Holländer

All'Opera di Firenze accanto alla Leopolda, una nuova stagione è appena cominciata il 10 gennaio 2019 e si è inaugurata con Richard Wagner e Der fliegende Holländer, L'Olandese volante o il Vascello fantasma, opera scritta intorno ai 27 anni d'età ma già clamorosamente nuova per la struttura e la resa musicali. A dirigere è stato il Maestro Fabio Luisi per quattro sere fino al 17 gennaio, attuale direttore del Maggio, è stato sette anni al Metropolitan di New York; la regia è curata da Paul Curran per un nuovo allestimento con le scene di Saverio Santoliquido. 

Uno sgargiante e misterico blu cobalto per il velluto dei tendaggi del sipario scorre sull'ouverture che, coi suoi lampi di tempesta, da subito coinvolge il pubblico tutto: nel 1840 la compose Wagner, ultimandola fino alla prima del 1843 a Dresda il 2 gennaio, per la prima versione ultimata da Wagner nel 1841, di cui consiglio l'edizione in CD (edita da Naïve) diretta da Marc Minkowski con Les Musiciens du Louvre Grenoble e la Eesti Filharmonia Kammerkooor con Evgeny Nikitin nella parte dell' Holländer e Ingela Brimberg come Senta, Mika Kares come Donald; la versione originale fu rimaneggiata per almeno vent'anni, finchè non si incatenò a quel percorso di “redenzione” che afferma il suo apice col Tristan und Isolde e la trasfigurazione finale nel sacrificio ultimo di lei, esattamente come qui abbiamo visto quello scelto da Senta gettandosi dalle rocce in mare per salvare il “dannato” Olandese dalla sua maledizione.
La condanna, che Senta, la protagonista, presagisce in quella che, prima cantata da Mary a lei, poi cantata da lei sul palcoscenico, diverrà la sua Ballata, è riflessa in quel ritratto appeso alla parete dell'uomo che le è destinato, che è in realtà uno spergiuro (un crimine inappellabile meglio identificato con esso) che si perde nella notte dei tempi, dal “Wandering Jew” della Bibbia, all'”Ancient Mariner” di Coleridge (1798), un eretico che sfida Dio (e non gli crede), la cui pena è vagare per sempre alla ricerca di una donna che abbia “fede in lui”, o meglio “gli sia fedele”.

Il nocciolo dell'Olandese volante ruota intorno al villain che si presenta su una gotica nave fantasma, appostata accanto a quella del Capitano Daland, che non vede l'ora di tornare a casa da sua figlia Senta. Un mito affascinante che si perde tra le onde del mare e fa intonare ai cori dei marinai, dopo lo Steuermann (il timoniere) che li guida e li incita, degli impetuosi, fragorosi quanto orecchiabili canti popolari: il tenore americano Timothy Olivier ha una voce trainante, ed ha anche interpretato Daland alla Semperoper di Dresda; qui abbiamo la voce tonda, morbida, potente del meraviglioso basso russo Mikhail Petrenko ad interpretare Daland ed il suo richiamo alla figlia fanciulla che lo attende nel porto norvegese. Bisogna dire che l'episodio della tempesta venne in mente a Wagner da una bufera che lui e Minna sopportarono nello stretto norvegese dello Skagerrak fuggendo nel 1839 da Riga pieni di debiti (come al solito, sic!), e si sente tutta le veridicità del trambusto effettivo di una nave preda delle onde.

Il primo coro del Vascello fantasma su cui si trova l'olandese è terrorizzante, ed è solo l'annuncio di una voce unica ancor piu' mefistofelica, quella del maledetto Olandese, la cui voce cavernosa, potente, scura quanto grave, di Thomas Gazheli, basso-baritono teutonico che abbiamo trovato in piena forma dall'inizio alla fine, fa trasalire. Ascoltiamo le parole di questo satanico personaggio in cerca della salvezza:

Passato è il termine, e ancora una volta trascorsi
sono sette anni: - pieno di tedio, mi getta
il mare alla spiaggia. Ah! Superbo Oceano!
Tra breve mi dovrai nuovamente portare!
Cedevole è la tua tracotanza, ma eterno il mio
tormento.

Die Frist ist um, und abermals verstrichen
sind sieben Jahr‘: - voll Überdruss wirft mich
das Meer ans Land. Ha, Stolzer Ozean!
In kurzer Frist sollst du mich wieder tragen!
Dein Trotz ist beugsam, doch ewig meine Qual.

Das Heil, das auf dem Land ich suche, nie
werd ich es finden!

Basterà mostrare i tesori (demoniaci) che ha accumulato nelle sue scorribande per l'oceano a convincere il padre di Senta, Daland, a promettergli in sposa la figlia, che spera l'Olandese, lo salverà: una donna che le resti fedele fino alla morte, ecco cosa ha richiesto l'Angelo per riscattarlo dalla dannazione eterna, un fìo molto alto, un sacrificio totale da parte di una fanciulla ingenua e romantica. D'altra parte Senta è destinata a questo compito e lo dichiara lei stessa quanto il suo innamorato Erik che giunge commovente da lei dopo un sogno in cui ha presagito quello che avverrà a breve. Senta è interpretata dal soprano Marjorie Owens che ha da poco interpretato Aida al Metropolitan di New York, Senta alla Semperoper di Dresda ed è stata Norma all'English National Opera: nella Ballata che ce la presenta è commovente quanto srtuggente, con il suo fraseggio marciante perfettamente ed in afflato con la direzione: voce dalla ricchezza di colori bruniti, torniti, riuscendo perfettamente a calibrare le virate verso l'alto per descrivere l'intesa aulica ed esoterica con l'Olandese che vede raffigurato nel ritratto appeso alla parete per cui agirà come in una metempsicosi spirituale. Il destino imprescindibile risuona ad ogni ribattuta e ci convince che la possanza anche scenica della Owens la ascolteremo vibrare a lungo sulla scena. Suggestivo il connubio col coro femminile e profonda e scura la voce di Mary, Annette Jahns, mezzosoprano tedesco dalla caratura modulabile nelle espressioni come Cathy Barberian.
Erik è interpretato dal tenore Bernhard Berchtold, voce limpida e morbida quanto coinvolgente, austriaco proveniente dal Mozarteum che ha rivestito la parte di Tamino in Die Zauberflöte e Froh da Das Rheingold alla Deutsche Oper am Rhein, ed altri ruoli wagneriani come Loge alla Opernhaus di Chemnitz: nelle due arie principali con Senta, quando cerca di salvarla, è assolutamente trascinante.

Nel flusso continuo tra secondo e terzo atto vi è la ripresa del coro dei marinai norvegesi che chiama il timoniere (Steuermann) a rilassarsi e a divertirsi con loro e le ragazze, che presto si uniscono come controcanto, in risposta giuliva ai marinai. Su questo tappeto gioioso si abbassa l'ombra funesta del coro dei marinai del vascello fantasma: lugubre e pauroso, come se i marinai fossero usciti dalla Quinta del Sordo di Goya oppure da Saturno che divora i suoi figli, ancora Goya (con untocco di Alice Cooper) corredati da proiezioni di film splatter, l'equipaggio dell'Olandese disturba l'allegro gioire e li fa rabbrividire, giusto contraltare del loro comandante.

Sulla scogliera vicino alla casa di Erik si dibattono le voci dell'Olandese, di Senta e di Erik con l'attesa trasfigurazione finale aggiunta dopo aver concepito il Tristano (come abbiamo ricordato prima), si ha un immemore virata verso l'alto dopo la discesa nelle acque della vittima innocente che sceglie di immolarsi per la salvezza di colui che non lo merita, l'Olandese, eppur questo garantirà la redenzione ad entrambi, come quella di Brunilde a Siegfried, Isolde a Tristan, e così la messe di eroine wagneriane che celano sotto una sorte comune una medesima sostanza di beatificazione molto simile a quella che vediamo trasfigurata nell'estasi di santa Teresa del Bernini (Roma, Santa Maria della Vittoria). La vittoria della luce sulle tenebre è raggiunta e la nave con l'Olandese si inabissa col suo carico demoniaco per sempre nei flutti.

Un finale che è degno del suo direttore: Fabio Luisi è in stato di grazia ed ha governato l'Orchestra del Maggio – attentissima a seguirlo in ritmo ed indicazioni di lettura - e cantanti con piglio sicuro, mordente e perfettamente coadiuvato dal Maestro Fratini al Coro: siamo felici di poter assicurare che dopo cinquant'anni dall'ultima messa in scena al Teatro Comunale del Maggio con direttore Georges Prêtre, siamo a dei livelli altissimi. L'allestimento poi di Paul Curran ha seguito in piena coerenza lo svolgimento degli atti e chiarito le dinamiche con estrema puntualità, così come sono stati ben coordinati al tutto le scene di Saverio Santoliquido ed i costumi di Gabriella Ingram; un plauso al suggestivo calibrarsi delle luci a cura di David Martin Jacques. Pubblico in giusto visibilio e spalti pieni hanno garantito una eccellente inaugurazione del nuovo anno.

 

Consigli per l'ascolto: il CD con Minkowski alla direzione edito da Naïve per la versione originaria del 1841 come ricordato sopra, e che offre anche l'incisione di Le Vaisseau Fantôme ou Le Maudit des Mers (1842) di  Pierre-Louis Dietsch dal soggetto omonimo che Wagner vendetta all'Opèra di Parigi in un momento di magra finanziaria. La versione Pentatone per il centenario (2013), diretta da Marek Janowski con il RunfunkChor Berlin e la Runfunkorchester Berlin, con Matti Salminen come Daland; Albert Dohmenper l'Olandese e Ricarda Merbeth come Senta. Last but not least, consiglio di comprarsi l'intera collezione con tutte le opere di Wagner della Deutsche Grammophon che mette insieme alcune delle migliori versioni finora edite: L'Olandese è diretto dal nostro Giuseppe Sinopoli con il Chor el'Orchester della Deutsche Oper Berlin; Hans Sotin è Daland; Bernd Weikl l'Olandese e Senta è Cheryl Studer: Placido Domingo fa Erik. On lien potete trovare, tra le sue innumerevoli versioni, quella con George London come Olandese; Senta interpretata da Leonie Rysanek e Wolfgang Sawallisch alla direzione nel 1959 a Bayreuth.

Pubblicato in: 
GN11 Anno XI 21 gennaio 2019
Scheda
Titolo completo: 

Opera del Maggio Musicale Fiorentino - Firenze
Stagione 2018-2019
dal 10 al 17 gennaio 2019

Der fliegende Holländer  
musica e libretto di Richard Wagner
da un racconto di Heinrich Heine, Le memorie del signor von Schnabelewopski

Maestro concertatore e direttore Fabio Luisi
Regia Paul Curran
Scene Saverio Santoliquido
Costumi Gabriella Ingram
Luci David Martin Jacques

Cast
Olandese Thomas Gazheli
Erik Bernhard Berchtold/Peter Tantsits (17/01)
Daland Mikhail Petrenko
Marinaio di Daland (Timoniere) Timothy Oliver
Senta Marjorie Owens
Mary Annette Jahns

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Coro Ars Lyrica
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Direttore del Coro Ars Lyrica Marco Bargagna

Nuovo allestimento

La recita del 15 gennaio, ore 20, è stata trasmessa in diretta radiofonica su Radio3 Rai, mentre il 17 gennaio, ore 21.10,  è stata programmata su Classica HD (Canale 136).

Figuranti speciali: Paolo Arcangeli, Giacomo Casali, Leonardo Cirri, Cristiano Colangelo, Giacomo Domenici, Cosimo Fabrizzi, Simone Faloppa, Stefano Francasi, Enrico L’Abbate, Manfredi Mariti, Matteo Mazzuccato, Leonardo Paoli, Pierangelo Preziosa, Domenico Spurio, Mauro Vizioli, Federico Zini

In lingua originale con sopratitoli in italiano e inglese a cura di Prescott Studio, Firenze con Inserra Chair (Montclair State University) e ICAMus, USA

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