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Opera di Roma. La rutilante Manon di MacMillan
La prima a Roma del balletto Manon di Kenneth MacMillan su musiche di Jules Massenet, si è svolta al Teatro Costanzi dal 25 al 31 maggio. Il balletto è stato ripreso per l'occasione da Karl Burnett e Patricia Ruanne con i costumi di Nicholas Georgiadis. L'allestimento è firmato dal teatro russo Stanislavsky e Nemirovich-Danchenko di Mosca.
Nella parte principale di Manon abbiamo ammirato l'étoile dell’Opéra di Parigi e Direttrice del Ballo Eleonora Abbagnato; l’étoile ospite Friedemann Vogel nel ruolo di Des Grieux, e last but not least l’étoile de l’Opéra di Parigi e assistente alla Direzione del Balletto del Teatro dell’Opera di Roma, Benjamin Pech nel ruolo di Monsieur G.M.
Il libretto del balletto in tre atti di MacMillan si basa sul romanzo dell’Abbé Prévost intitolato Histoire du Chevalier des Grieux et de Manon Lescaut (1731) e narra la storia di Manon, sedotta dalla ricchezza di Monsieur G.M. intrattiene con lui una relazione priva di sentimenti, abbandonando l'amato Des Grieux.
Il balletto si avvale del riallestimento del Maestro Karl Burnett, esperto della Benesh Movement Notation e grande conoscitore dei maggiori capolavori del coreografo scozzese. Al suo fianco Madame Patricia Ruanne che ha lavorato a stretto contatto con i grandi della scena internazionale tra cui MacMillan. Oltre alle étoiles ospiti, l’étoile del Teatro dell’Opera di Roma Alessandra Amato ha vestito i panni della Maîtresse ovvero l'Amante, in maniera superlativa quanto nei panni di Lescaut il palermitano Giacomo Castellana, già apprezzato in Suite en blanc e Petite Mort.
Manon è la storia tragica di un amore agito e poi dissimulato; di un conflitto eterno tra la scelta d'amore e quella per l'”argent”, ai primordi dei pensieri di una fanciulla giovanissima quale Manon, e piuttosto ingenua nel farsi condurre dal fratello Lescaut tra le grazie di un signore e l'altro. Pure des Grieux è piuttosto giovane ed ingenuo e farà il paio per produrre la tragedia del finale: un amore osteggiato da chi vuol far rimanere Manon sua proprietà, da chi in fondo preferisce esaminarla e consumarla come oggetto del desiderio e non come donna indipendente che lei stessa è incapace di divenire. Eleonora Abbagnato è perfettamente calata nella parte che richiede doti elevate di recitazione oltreché di perfezione coreografica per cui conosciamo l'étoile dell'Opéra de Paris. Nondimeno il Cavaliere des Grieux dell'étoile di Stoccarda Friedemann Vogel, è perfettamente calibrato sul personaggio dell'amante naïf che contribuisce a far scoppiare la tragedia che porterà entrambi ad essere deportati e lei a subire violenze à la Moll Flanders. Damiano Mongelli ha interpretato un flessibile quanto astuto nei comportamenti Monsieur G.M., cinico quanto richiede il personaggio. Un ottimo ensemble di balletto lodato dalla stessa Direttrice Eleonora Abbagnato, che ha deciso di portare Manon a Roma dopo averlo danzato con successo a Parigi.
I costumi preziosi di Nicholas Georgiadis fanno pendant alle sue scene altrettanto rutilanti, che si sono state cadenzate dal riarrangiamento del 2010 delle musiche di Massenet – tratte da tutte le sue opere tranne Manon – da parte del direttore d'Orchestra Martin Yates, che l'ha prima presentata al Royal Opera Ballet nel 2011. Qui a Roma è stato in simbiosi con l'Orchestra del Teatro Costanzi, ben dirigendola e conquistando i meritati e lunghi applausi per lui come per l'intera congerie del balletto.