Patrick Modiano. Il Nobel racconta Dora Bruder

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Dora

Esiste nella storia umana il male assoluto e radicale di fronte al quale, una volta conosciuto, si rimane sgomenti e angosciati. Il tempo, con il suo inarrestabile divenire, rischia di cancellare le vicende umane tragiche e dolorose che la storia ha conosciuto. Patrick Modiano, a cui questo anno l'Accademia svedese ha conferito il premio Nobel per la letteratura, nei suoi libri ha indagato il passato, raccontando storie terribili, dovute alla persecuzione di cui furono vittime gli ebrei in Francia durante il regime di Vichy del maresciallo Pétain. Esemplare a questo proposito è Dora Bruder.

A distanza di tanti anni, queste storie dolorose  suscitano sentimenti di pena e compassione, oltre che di orrore, per la loro crudeltà. Patrick Modiano su di un vecchio numero di una rivista parigina, Paris-Soir, lesse un giorno un annuncio, che compariva in terza pagina, attraverso il quale si chiedevano notizie su di una ragazza di quindici anni scomparsa nel nulla a Parigi nel 1941, il cui nome era Dora Bruder.

Da questo momento nella mente dello scrittore inizia in modo ossessivo la ricerca intorno alla vicenda umana di questa giovane donna e della sua famiglia. Lo scrittore, nel tentativo di raccontare la storia di Dora Bruder, ha avvertito in modo doloroso la sensazione di vuoto che si prova di fronte ad eventi che il tempo ha cancellato e fatto cadere nell'oblio. Questo libro, se da un lato fa pensare alla poetica della memoria e alla forza della scrittura letteraria che sottrae al nulla le vicende del passato, dall'altro lato ha lo stile narrativo di un libro di inchiesta. Infatti lo scrittore ricostruisce, in modo meticoloso, questa tragica storia.

Grazie alle sue ricerche e alla conoscenza della città di Parigi ed alla consultazione di diversi documenti storici, brogliacci redatti dalla polizia dell'epoca e altri documenti, lo scrittore scopre che Dora Bruder era una giovane ebrea nata a Parigi. Il padre di Dora, Ernest Bruder, essendo disoccupato nella sua città di Vienna, la capitale austriaca alla deriva dopo la perdita dell'Impero, in cui vagava senza trovare una via d'uscita, per sopravvivere nel 1919 fu costretto ad arruolarsi nella legione straniera francese. In seguito, Ernest Bruder lavorerà in una fabbrica di freni, la Westinghouse, come manovale. A Parigi, Bruder si sposa con una ragazza ebrea, Cécile Brudej, nata a Budapest nel 1907. Dal loro matrimonio nasce Dora Bruder.

Le notizie che lo scrittore riesce ad avere sia sulla famiglia di Dora Bruder, sia sul carattere delle giovane donna ebrea, le ottiene da una nipote di Ernest Bruder, sopravvissuta a questa tragica storia. Secondo il racconto della parente, Dora Bruder era una ragazza incline alla ribellione e anticonformista. In base alle sue ricerche, lo scrittore scopre che Dora Bruder e la sua famiglia, negli anni compresi  tra il 1936 e il 1940,  abitavano a Parigi in un albergo, di cui occupavano due stanze, situato in Boulevard Ornano.

Lo scrittore, in uno dei momenti più efficaci della sua narrazione, volta a descrivere la storia di Dora Bruder, immagina i momenti vissuti in questo quartiere parigino dalla giovane Dora, innocente, spensierata e per questo inconsapevole del  tragico destino che incombeva sulla sua vita. Questa vicenda viene collocata dallo scrittore sullo sfondo della disfatta a cui andò incontro nel 1940 la Francia, in seguito alla quale nacque il regime collaborazionista di Vichy, assoggettato al dominio dei nazisti.

Il cinque maggio del 1940 Dora Bruder viene iscritta nel collegio religioso del Sacro cuore di Maria. Proprio in questo periodo, viene pubblicata l'ordinanza che imponeva ai cittadini francesi di religione ebraica di recarsi nei commissariati per essere registrati. Patrick Modiano, grazie alla sua ricerca, scopre che, mentre i genitori della giovane sono stati censiti in quanto ebrei, della giovane Dora non vi è traccia nei registri e nei brogliacci della polizia parigina dell'epoca, addetta alle questioni ebraiche.

Sono questi gli anni terribili in cui gli ebrei erano obbligati ad indossare sui propri abiti la stella gialla, segno distintivo della loro identità religiosa. Inspiegabilmente il 14 dicembre del 1941 Dora Bruder fugge dal collegio. Suo padre, in quanto ebreo, viene arrestato nel corso di una retata e rinchiuso nel campo di Drancy, centro di smistamento, da cui gli ebrei venivano inviati verso i campi di concentramento.

Lo scrittore, con la sua immaginazione e grande intelligenza, si chiede ed interroga, per intuire che cosa abbia fatto nei mesi della sua fuga Dora, prima di ritornare da sua madre e nella sua abitazione il 17 aprile 1942. In particolare, vedendo un film intitolato Primo appuntamento, e girato a Parigi nei giorni dell'occupazione tedesca della capitale francese, in cui si racconta la storia della fuga di una giovane donna, immagina che sia stato questo film a suggerire l'idea della fuga a Dora Bruder.

Nel libro vi è una parte della narrazione in cui Patrick Modiano rievoca la vicenda dello scrittore di Brema Friedo Lampe, autore del libro All'orlo della notte. Questo scrittore, che amava descrivere il porto di Brema avvolto dalla nebbia, quando la malinconia assale di sera l'anima dei suoi abitanti, venne considerato sospetto dalla autorità nazista, per avere scritto il suo libro.

Il 2 maggio del 1945 Friedo Lampe, dopo che due soldati russi gli chiesero i documenti, venne trascinato in un giardino pubblico e fucilato. Il suo corpo fu sepolto dai suoi amici. Il suo è un destino terribile, simile a quello di tante vittime innocenti della tragedia della seconda guerra mondiale. Il 19 giugno del 1942 Dora Bruder e sua madre Cécile furono tratte in arresto nel corso di una retata e trasferite nel centro delle Tourelles. In questo luogo, durante l'occupazione tedesca di Parigi,  vennero recluse donne ebree, comuniste francesi e quante nella resistenza si opponevano al regime collaborazionista di Vichy.

La caserma delle Tourelles è stata descritta da Jean Genet nel suo libro intitolato Miracolo della Rosa. Dora, prima di finire nel campo di concentramento di Auschwitz insieme con la madre, ha potuto rivedere per l'ultima volta suo padre. Questo libro di Patrick Modiano dimostra che solo la letteratura fa rivivere il passato e consente, grazie alla scrittura, l'incontro tra i vivi e i morti.

Pubblicato in: 
GN4 Anno VII 27 novembre 2014
Scheda
Autore: 
Patrick Modiano
Titolo completo: 

Dora Bruder, Parma, Guanda, 2011. Traduzione di Francesco Bruno. Pagg. 142 

€ 14.50

Collana: Narratori della Fenice