Quirinale. Sulla strada sacra e gotica della Slovacchia

Articolo di: 
Nica Fiori
Particolare del gruppo della Natività

Non poteva mancare un’esposizione dedicata alla Repubblica Slovacca in questo suo semestre di Presidenza al Consiglio dell’Unione Europea. Ospitata nel Quirinale, nella Palazzina Gregoriana, la mostra “Tesori gotici dalla Slovacchia” ci introduce alla conoscenza dell’arte slovacca del tardo Medioevo (XV - XVI secolo), con capolavori mai usciti prima dal Paese. L’evento, oltre ad essere di grande rilevanza artistica, è segno di un'apertura verso l'Europa orientale, alla ricerca di quelle comuni radici cristiane e artistiche che potremmo idealmente far risalire al IX secolo, quando i santi missionari Cirillo e Metodio, creatori dell'alfabeto cirillico, arrivarono tra i popoli slavi per diffondervi la parola di Dio.

Sono state riunite 36 opere di arte sacra o liturgica, provenienti dai musei e dalle chiese di un territorio che vanta un percorso turistico chiamato Strada gotica (Gotická cesta), un itinerario che si estende per 276 km attraversando diverse città e comuni rurali caratterizzati da architetture gotiche. Il fiorente sviluppo di questo stile in Slovacchia, in particolare nella regione dello Spiš, sembra essere connesso con l’arrivo di coloni, soprattutto di nazionalità tedesca, che avevano contatti con i centri tradizionali dell’arte e artigianato dell’Europa centrale. Forse per questo si ha l’impressione che il gotico slovacco non sia diverso da quello che troviamo nelle cattedrali tedesche, austriache, francesi e di altri paesi europei. Del resto, come ha evidenziato il curatore Louis Godart nella presentazione della mostra, dopo il crollo dell’impero di Carlo Magno, unico punto di riferimento politico in Europa è la cristianità, che s’impone con uno stile artistico comune, prima di arrivare a diversificarsi con il Rinascimento.

Il maestro Pavol di Levoča (1460 ca. - 1537/42), del quale ammiriamo un nucleo di opere, è il più grande artista della regione dello Spiš. Le sue sculture di legno policromo ci incantano per il loro naturalismo che raggiunge un livello straordinario. Nel Crocifisso proveniente da Spišské Vlachy, il perizoma appare mosso dal vento, a indicare così il momento della morte di Cristo, perché il Vangelo di Luca dice che il cielo si oscurò improvvisamente e si squarciò il velo del tempio. Denso di pathos è il suo Compianto su Cristo morto (da Levoča), nei cui personaggi dolenti si percepiscono le lacrime negli occhi. Pure straordinario è il suo Cristo meditabondo (Meditatio Christi), proveniente da Prešov, che si riferisce a un episodio riportato da un vangelo apocrifo, quando sulla strada del Golgota si ferma sconsolato e pensa a ciò che lo aspetta.

Dolcemente spirituali ed elegantissime sono le figure femminili dello stesso Pavol, dalle mani allungate e le vesti sinuose, come la Madonna del gruppo della Natività (un Presepe costituito da ben sette sculture), o la statua della Vergine (in origine Santa Caterina) nell’Altare della Vergine Maria (dalla Parrocchia della Natività di Spišské Podhradie): una struttura ad armadio a pannelli mobili (lo Schreinaltar tipicamente germanico), le cui ante (dipinte da un maestro pittore) raffigurano anteriormente le sante Barbara e Margherita a sinistra e Orsola e Genoveffa a destra, e altre sante sulle facciate posteriori.

Un consistente apporto alla mostra è dato dai lavori di oreficeria, nei quali si ritrovano motivi del gotico fiorito che ricordano le guglie delle cattedrali. Ostensori, crocifissi, calici di argento e d’oro sono arricchiti spesso da figure di Cristo, della Madonna, degli Apostoli o dei Santi patroni e talvolta da altri elementi, come il pellicano, che simboleggia il sacrificio di Cristo, perché si riteneva che questo uccello nutrisse i suoi piccoli col proprio sangue. Un calice è caratterizzato dall’uso di monete antiche che si riferiscono a imperatori romani (tra cui Adriano, Antonino Pio, Giustiniano), come pure a quelle di regni di popoli che hanno invaso l’impero romano. La tradizione dell’oreficeria liturgica è legata alla ricca produzione mineraria del paese, come evidenziato dal bel dipinto Santa Anna (da Roznava) dove nel paesaggio è raffigurato sia il lavoro dei minatori, sia quello del fabbro che lavora i metalli.

Tra gli altri dipinti in mostra vi è quello dell’Adorazione dei Magi (pittore Hans T, 1510 ca.), da Levoča, con al centro la Madonna col Bambino, a sinistra la scena che precede l’evento, con un Re Mago che guarda in alto la Stella (ora visibile dopo un restauro) e a destra l’arrivo con i doni. Anche in questo caso è evidente il riferimento all’artigianato locale dell’oro con la raffigurazione di diversi oggetti preziosi di squisita fattura.

Pubblicato in: 
GN42 Anno VIII 7 ottobre 2016
Scheda
Titolo completo: 

Tesori gotici dalla Slovacchia. L’arte del Tardo Medioevo in Slovacchia
Roma, Palazzo del Quirinale
Mostra a cura di Louis Godart, Mária Novotná e Alena Piatrová
30 settembre-13 novembre 2016
Orario: 10-16; lunedì e giovedì chiuso