Roger Waters e Sean Evans. Another brick in the Wall

Articolo di: 
Teo Orlando
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Dal 29 settembre al 1° ottobre 2015 verrà proiettato sugli schermi dei cinema di tutto il mondo The Wall, diretto da Roger Waters e Sean Evans. Inutile dire che Roger Waters, uno dei membri fondatori dei Pink Floyd, non ha bisogno di presentazioni: il settantaduenne musicista del Surrey non è più semplicemente una rockstar, bensì un intellettuale a tutto tondo, autore anche di prese di posizione controverse, come quella in favore della causa palestinese, con una forte curvatura antisionista. 

Il film prende le mosse dai concerti che hanno recentemente riproposto dal vivo l’intero concept album, The Wall, che i Pink Floyd pubblicarono nel 1979, e a cui seguì, nel 1982, la trasposizione cinematografica realizzata dal regista Alan Parker con Bob Geldof nelle vesti di protagonista. L’album doppio è da molti considerato un vertice della storia del rock e della carriera dei Pink Floyd, anche se la critica più esigente vi ha visto un certo allontanamento dalla ricerca musicale progressive che aveva fino ad allora caratterizzato la band inglese (complice anche l’iniziale non coinvolgimento del tastierista del gruppo, il compianto Richard Wright).

In ogni caso, gli oltre trenta milioni di copie vendute documentano anche la rilevanza compositiva di colui che è senza dubbio l’autore principale del disco, ossia Roger Waters, che ha riproposto l’esecuzione integrale del capolavoro in 219 concerti tenuti in tutto il mondo tra il 2010 e il 2013 per il tour The Wall Live”. Anche se a nostro modesto parere nessun concerto potrà mai emulare la memorabile e leggendaria performance in cui il 21 luglio 1990 l’opera venne eseguita a Potsdamer Platz, lì dove sorgeva il muro di Berlino. Waters stesso, nel luglio del 1989, intervistato in una trasmissione radiofonica, sostenne che The Wall avrebbe potuto essere eseguito dal vivo solo in seguito alla caduta del Muro di Berlino. Affermazione profetica, perché il muro cadde solo cinque mesi dopo, sicché Waters riunì un caststellare” (comprendente Bryan Adams, The Band, Marianne Faithfull, Ute Lemper, Cyndi Lauper, Joni Mitchell, Van Morrison, Sinead O'Connor e gli Scorpions) e tenne un grandioso concerto di fronte a 400.000 spettatori.

Il film non è esclusivamente la trasposizione sul grande schermo dei concerti recenti, perché unisce almeno tre differenti livelli: la riproduzione fedele dei concerti in altissima definizione e in Dolby Atmos, un road movie di Waters che ripercorre i luoghi più significativi delle sue memorie ed ossessioni familiari e una denuncia di tipo politico-pacifista contro le guerre (anche se motivi di opportunità hanno indotto l’autore ad escludere riferimenti espliciti al suo impegno politico filopalestinese ed antisionista, che tante polemiche gli ha procurato con lo Stato di Israele). Al termine del film, come una sorta di coda, assistiamo a un singolare duetto tra lo stesso Waters e Nick Mason, il batterista dei Pink Floyd, dove i due artisti dialogano rispondendo a una serie di domande inviate dai fans e scritte su eleganti cartoline azzurre.

Ci sembra che la parte più significativa e insieme più commovente del film sia il viaggio esteriore e interiore che Waters compie, attraversando l’Europa a bordo di una Bentley d’epoca, e che lo porterà prima in Francia, al Maroeuil British Cemetery, dove è sepolto suo nonno, George Henry Waters, caduto nella I guerra mondiale, e commemorato insieme ai nipoti, e poi in Italia, prima ad Anzio e in seguito al Commonwealth War Graves cemetery di Cassino, per onorare il padre, Eric Fletcher Waters, morto nella II guerra mondiale, e il cui cadavere non venne mai ritrovato. Waters, che aveva dedicato alle memorie paterne l’ultimo concept album dei Pink Floyd scritto direttamente da lui (The Final Cut, 1983), si reca a Cassino al sacrario dei caduti in guerra e intona un motivo funebre con una semplice tromba, quasi a suggellare la conclusione del suo rapporto con le memorie familiari.

Del resto, nelle riprese dei concerti i motivi dell’avversione alle guerre di ogni genere emergono prepotentemente, tra citazioni di Kafka e di Orwell e fotografie di vittime di conflitti e attentati terroristici. In “Mother” non abbiamo più la madre quasi consolatoria del 1979, ma una sorta di governo-Big Brother che controlla tutti i suoi “sudditi”. “Run Like Hell” si snoda mentre sullo schermo scorrono le immagini dell’uccisione da parte delle truppe americane a Baghdad di due giornalisti della Reuters. E dagli aerei incursori scendono non bombe, ma i simboli dell’oppressione capitalistica e religiosa: dal dollaro alla croce cristiana, dalla mezzaluna islamica alla stella di Davide fino al logo della multinazionale petrolifera Shell.

Lo spettro di Kafka torna poi nella particolare trasposizione del suo grande romanzo Il processo (Der Prozess), ossia la song The Trial, una sorta di minicabaret alla maniera di Bertolt Brecht e Kurt Weil, scandito da archi e tastiere elettroniche, con un testo particolarmente significativo: "Good morning Worm your honour/The Crown will plainly show/The prisoner who now stands before you/Was caught red handed showing feelings/Showing feelings of an almost human nature/Shame on him/This will not do" (Buon giorno vostro onore, il Verme/La Corona dimostrerà chiaramente/Che il prigioniero al vostro cospetto/Fu colto in flagrante mostrando sentimenti/Mostrando sentimenti di natura pressoché umana/Vergogna! /Ma ciò non basta). Quest'ultima versione di The Trial risulta particolarmente incisiva, perché le animazioni originali a cura di Gerald Scarfe della versione cinematografica del 1982 si accompagnano efficacemente agli effetti speciali dell'ultima tournée di concerti.

Si può dire in conclusione che il film è una sorta di fenomenologia dello spirito individuale dell’ex Pink Floyd, che trasforma la sua storia personale in un grande simbolo dal significato universale.

Pubblicato in: 
GN42 Anno VII 1° ottobre 2015
Scheda
Titolo completo: 

Roger Waters. The Wall
Film (2014)
Registi: Roger Waters, Sean Evans
Durata: 2h 50m
Musica composta da: Roger Waters
Sceneggiatura: Roger Waters, Sean Evans

Uscita al cinema 29 settembre 2015

Voto: 
9
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