Roma Cinema Fest 2014. Haider vince Mondo Genere con un'Amleto indiano

Articolo di: 
Livia Bidoli
Haider

I premi del pubblico come questo di Mondo Genere andato ad Haider al Festival Internazionale del Cinema di Roma, sono più che meritati: esattamente come credevamo. Vishal Bhardwaj, regista indiano famoso per gli adattamenti da Shakespeare, ha presentato a Roma una versione attuale e politica dell'Amleto, situando il dramma nel Kashmir ai confini con il Pakistan, con il terrore fondamentalista islamico come delle serpi in seno.

Si potrebbe pensare che le quasi tre ore siano opera soltanto di Bollywood invece no: scorrono intense con una colonna sonora curata dallo stesso  Bhardwaj e veramente notevole. Noi diremmo che invece si tratta di Hollywood che ha preso ormai una tinta indiana ed i cui attori, in particolare i protagonisti Shahid Kapoor nel ruolo principale di Haider la madre di Haider, qui col nome di Ghazala, è interpretata dalla bellissima Tabassum Hashmi (Tabu); l'Ofelia indiana è invece Shraddha Kapoor, nel ruolo della giornalista Arshia; non ultimo lo zio in cui recita Kay Kay Menon, che nel film ha il nome di Khurram.

Il cast già dice tutto sul film infatti Shahid Kapoor, è vincitore ai Filmfare Awards, i premi più importanti assegnati dal cinema indiano; mentre Tabu, considerata una delle migliori attrici del cinema Hindi, è stata più volte premiata per le sue interpretazioni con il prestigioso National Film Award, oltrechè è stata interprete de Il destino nel nome (The Namesake) di Mira Nair presentato proprio al Festival di Roma nel 2007.

I camei di Rosencrantz e Guildenstern sono due imbranate spie sotto copertura del regime instaurato in un'India corrotta e collusa dove la difesa dal terrorismo islamico agisce come apologia a tutta una serie di reati commessi dai militari, in particolare la sparizione di moltissimi uomini e donne tra cui quella del padre di Haider, il Dr. Hilaal Meer (Narendra Jha), da cui scaturisce il dramma. Haider lo scoprirà dopo essere stato allontanato da casa per lungo tempo su richiesta della madre, da qui e dalla liaison tra madre e zio che si sviluppa nonostante la tragicità delle circostanze, l'odio e le accuse di Haider/Amleto prenderanno sempre più corpo.

Nella parte del fantasma del padre vi è Roohdar (Irrfan Khan) imprigionato insieme al padre di Haider, e che gli racconterà come lo zio sia stato colui che ha accusato il padre di Haider di far parte di un gruppo islamico fondamentalista. Il riferimento stavolta è storico e politico, difatti la questione dell'appartenenza del Kashmir all'India genera tuttora molti conflitti in particolare con il Pakistan, dove il fondamentalismo islamico è un pericolo giornaliero.

Haider è un film curato in ogni piccolo particolare, dalla terribile attrazione per la madre, fino alla follia, che si manifesta quando l'Amleto indiano indossa un cappuccio con la testa di pennuto e balla nella canzone Bismil, una ballata tradizionale Dumbal della valle del Kasmir, di solito performata da tribù Wattal, e che in questo caso racconterà al matrimonio della madre dello zio ciò che veramente è avvenuto, proprio come nel metateatro shakesperiano.

Gli altri due film che compongono la trilogia dedicata al bardo d'Albione sono Maqbool nel 2003, tratto da “Macbeth”, e Omkara nel 2006, tratto da “Otello”, che consiglio di riscoprire al più presto.

Pubblicato in: 
GN46 Anno VI 29 ottobre 2014
Scheda
Titolo completo: 

Festival Internazionale del Film di Roma IX
16|25 ottobre 2014

Mondo Genere

Film Vincitore Premio del Pubblico

HAIDER di Vishal Bhardwaj, India, 2014, 159’

Cast: Shahid Kapur, Shraddha Kapoor, Tabu, Kay Kay Menon, Kulbhushan Kharbanda, Narendra Jha, Lalit Parimoo, Ashish Vidyarthi, Aamir Bashir, Sumit Kaul, Rajat Bhagat, Irrfan Khan

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