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Roma Europa Fest. 1984, sorvegliare e censurare
Il Roma Europa Festival ha presentato una rilettura musicale e teatrale del capolavoro distopico di George Orwell, ovvero 1984, lo scorso 9 novembre al Parco della Musica Ennio Morricone nel Teatro Studio Gianni Borgna in Prima nazionale. A dirigere l'ensemble dei Paesi Bassi, il New European Ensemble, il compositore estone Mihkel Kerem, autore delle musiche dello spettacolo, che ricostruisce la narrazione orwelliana riportandola al nostro presente con l'apporto vocale e narrativo di Marco Quaglia, che l'ha ritradotta e narrata dal vivo. La regia è a cura di Emlyn Stam, che è anche violista dell'ensemble orchestrale. Inserti da video di Edward Snowden compendiano lo spettacolo.
Il tema principale di 1984 è quello della sorveglianza, come ci ricorda anche Michel Foucault con il suo bestseller "Sorvegliare e punire" (1975), ed è la società odierna organizzata secondo un modello disciplinare che permette tutto ciò. Oggi siamo a un livello totalitario della sorveglianza, ovunque, come asserisce Edward Snowden nel video che viene mostrato prima dello spettacolo nel Teatro Studio I: la clip data 26 dicembre 2013, seguente al suo asilo in Russia dopo che è sfuggito alla National Security Agency americana per cui lavorava. Snowden lavorava infatti per questa agenzia di sicurezza americana ed ha scelto di far sapere al mondo, a rischio della sua stessa vita, come il sistema di sorveglianza americano violasse tutti i diritti dei cittadini del mondo, non solo quelli americani. Ecco le parole di Snowden:
Il compositore estone Mihkel Kerem, cresciuto nell'Unione Sovietica ma solo per pochi anni, i primi 10 della sua vita, essendo nato a Tallinn nel 1981 (nel 1991 l'Estonia è diventata Repubblica) conosce solo in parte quello che è stato l'URSS, perlomeno direttamente, ed è attualmente Assistant Concertmaster della Royal Liverpool Philharmonic Orchestra e della Brandenburg Sinfonia, entrambe orchestre inglesi. Ha studiato con il compositore Jaan Rääts all'Estonian Academy e con William Mival alla RCM.
Il regista olandese Gijs Besseling ha reso invece la versione filmica di un 1984 ridotto e ricompilato secondo la traduzione di Marco Quaglia, che ne ha estratto e letto dei brani. Sostanzialmente Orwell è stato semplificato, in modo alquanto inefficace, conoscendo la scrivente il testo in lingua originale ed avendo tenuto lezioni sull'opera – oltre ad aver scritto articoli citati in fondo alla pagina nella scheda – ed anche sulla posizione di Snowden; in particolare si è occupata del film su di lui diretto da Oliver Stone nel 2016, che spiega la fuga di Snowden dopo aver incontrato i giornalisti del Guardian ed aver loro consegnato tutto il materiale trafugato alla NSA per comprovare che l'agenzia lavorava come un ente di sorveglianza a scapito degli stessi cittadini americani inconsapevoli. Di matrice kafkiana, la riduzione filmica di Besseling ha scelto come protagonisti lo stesso Kerem come Grande Fratello - che dirige dal vivo l'orchestra olandese del NEuE - e l'attore Boris Van der Ham nel ruolo di Winston Smith.
Quaglia è stato molto bravo sia nell'intonazione sia nella recitazione: però la traduzione era troppo morbida per rendere l'incisività decisa e violenta delle parole di Orwell nonché delle azioni descritte. Quindi in qualche modo si è depotenziata la matrice rivoluzionaria del pensiero orwelliano nonché la parte filosofica e politica pregnante in 1984 ovvero La teoria e pratica del collettivismo oligarchico di Emmanuel Goldstein (The Theory and Practice of Oligarchical Collectivism), che occupa tutta la seconda parte del libro e da cui provengono i celebri slogan: l'ignoranza è forza; la libertà è schiavitù; la guerra è pace. La musica era piuttosto uniforme nel seguire nel seguire le intonazioni di Quaglia, rendendo perfettamente l'atmosfera oppressiva dell'ambientazione di 1984, essendo atonale. Le parti liriche erano giustamente evocate soltanto nell'incontro tra Winston e Julia e quando raggiungono la campagna in un giorno di libertà. Boris Van der Ham non era un Winston convincente quanto quello scelto da Michael Redford nel 1984 dell'omonimo anno, ovvero John Hurt, e non aveva nemmeno un'espressione particolarmente intelligente. Interessanti gli inserti odierni di Snowden: questo però confligge con le foto di Putin, Xi Jinping e Trump, poiché ci chiediamo: stiamo parlando di una dittatura a partito unico, quindi totalitaria – è un dato di fatto – solo per il governo cinese di Xi Jinping; per quanto riguarda Trump gli USA sono uno stato democratico, ed anche la Federazione Russa. Ed aggiungo, in modo provocatorio: i dettami restrittitivi da stato totalitario provenienti dalla Cina adottati in Occidente, a cominciare dall'Italia, dovrebbero far proiettare anche le foto di Conte, Draghi, Ursula von der Leyen, Macron, Merkel, Sanchez, insomma di tutti i capi di stato europei visto che la democrazia è dettata dal rispetto della Costituzione di ogni stato e dei diritti inalienabili dei propri cittadini e non da annunci propagandistici fatti a gran voce attraverso una serie compatta di giornalisti mainstream che ripetono a pappagallo ogni giorno in tv e sui quotidiani la stessa solfa. Questa si chiama Propaganda. Chiarisco ancora meglio: in 1984 Winston Smith, il protagonista, "cancellava" e "modificava" le notizie sui giornali a seconda delle richieste del partito del Grande Fratello; beh, sono quasi tre anni che il dissenso verso le politiche degli ultimi due governi tecnici e non politici, non viene rappresentato sugli organi di stampa più conosciuti, dai quotidiani alla tv. E, come direbbe Orwell in 1984, citando anche Quaglia che lo ha letto: "Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato”. Solo che il "passato" ora è uscito allo scoperto, ovvero: le misure restrittive come il lockdown (termine usato per ingentilire dli "arresti domiciliari" illegittimi); il coprifuoco; il distanziamento sociale; le maschere; vaccini invero terapie geniche ad M-RNA usate come trattamento sanitario obbligatorio; il controllo totale dell'istruzione attraverso la didattica digitale espletata con software proprietari (Google); tutte misure ascientifiche, dimostratesi a posteriori completamente inefficaci sia per debellare il virus sia per mitigare il contagio, in quanto la stessa Pfizer, arricchitasi a vagonate di miliardi dai nostri stati, quindi da noi, ha dichiarato ufficialmente che non le era mai stata richiesta alcuna prova di bloccare la trasmissione del virus; la risposta di Snowden che siamo in un mondo peggiore - dal punto di vista del grado di controllo e di sperimentazione sociale - è che sì, ci viviamo attualmente.
Il "teatro" per tre anni è stato chiuso perchè era in tv, onnipresente e telecomandato, e lo è tuttora. Questo affinché vedessimo e vivessimo un solo, eterno, ripetitivo spettacolo, quello del Grande Fratello che ci erudiva in tv sulle misure da prendere per "salvarci" e le "regole" da seguire per essere giudicati dei cittadini moralmente ineccepibili (ovvero asservirci), senza la minima critica poichè tutto ciò che proveniva dalla televisione era "pro" e non "contro" i cittadini, e questo senza alcuna prova scientifica ad avvalorarle e creando il "nemico unico" (cfr. Goebbels e i suoi mezzi di manipolazione e propaganda ispirati all'americano Edward Bernays che pubblicò Propaganda nel 1928), che ora naturalmente, nel gioco di scacchi partito il 24 febbraio 2022, che sicuramente era pronosticato da prima, è la Russia di Putin. Quindi ora l'unica guerra che esiste al mondo è quella ucraina, con buona pace del conflitto israelo-palestinese dove muoiono vittime innocenti ogni giorno, ovvero civili; oppure nello Yemen ed in molti altri di cui una lista con mappa geografica la trovate sul Global Conflict Tracker. oppure nel sito dell'ACLED (Armed Conflict Location & Event Data Project) in cui sono esaminate una per una le dieci guerre maggiormente critiche per l'equilibrio mondiale.
Cito di nuovo Snowden in proposito a quella che lui chiama "l'architettura dell'oppressione" instaurata e giusitificata con l'emergenza sanitaria da un articolo intervista pubblicato su Vice il 17 aprile 2020, la prima è la domanda dell'intervistatore Trone Dowd: "Sembra che [il coronavirus] sia l'evento con la portata più importante dell'era moderna per quanto concerne le libertà civili e il diritto alla privacy. Eppure, nessuno si pone questa domanda." Ecco la risposta di Snowden:
"Con il diffondersi dell'autoritarismo, il proliferare di leggi di emergenza, il sacrificio dei nostri diritti, stiamo anche sacrificando la capacità di resistere a un mondo meno libero e liberale. Pensi davvero che, quando la prima, la seconda, persino la sedicesima ondata di coronavirus saranno un ricordo lontano, certi strumenti non saranno mantenuti attivi? Che questi database non saranno conservati? A prescindere da come è o sarà usata, ciò che si sta costruendo è l'architettura dell'oppressione." (Nell'intervista in originale in inglese si trova al minuto 15).
Kerem ha scritto una Sinfonia dedicata alle vittime del comunismo, la n. 3; io credo che oggi ci sia bisogno di un intero corpus musicale ad omaggiare le vittime di qualsiasi totalitarismo. Come insegnava Hannah Arendt, esso si evolve secondo varie forme, e la prima azione che espleta è silenziare il dissenso. Quindi avremo bisogno non solo di Snowden che per ora, rifugiato in Russia, è salvo, ma piuttosto di liberare Julian Assange, imprigionato, su mandato dei "democratici" USA dall'altrettanto "democratico" Regno Unito e di rispondere a tutti quegli appelli, presentati prima alla Corte Costituzionale Italiana da cui si otterrà un primo responso il prossimo 30 novembre 2022 e poi dall'Aja a livello europeo ed internazionale, affinché quello che è stato perpetrato in questi ultimi tre anni, in barba alle norme di Norimberga e a quelle umane, non accada più.
Aggiungo che, sebbene il pubblico abbia apprezzato, e la musica, come ho asserito prima nel dettaglio, fosse assolutamente coerente col dettato di 1984, ci sono stati quattro giovani che hanno abbandonato la sala dietro di me dopo aver visto le foto di Putin, Trump e Xi Jinping insieme al Cremlino sullo sfondo delle sfilate militari, e alla mia domanda hanno risposto che, testuale: "Noi siamo stufi della propaganda, è la stessa che l'anno scorso ci impediva di entrare all'università, nei teatri ed altrove. Questa è semplicemente la "nuova emergenza" scritta a tavolino da chi muove le pedine, che siamo noi."