Roma. Palazzo Caffarelli e la Roma repubblicana

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Deposito votivo del tempio di Minerva Medica

Palazzo Caffarelli ospiterà fino al 24 settembre 2023 la mostra La Roma della Repubblica. Il racconto dell’archeologia, dedicata agli aspetti della vita quotidiana dagli inizi del V alla metà del I secolo. L’esposizione è a cura di Isabella Damiani e Claudio Parisi Presicce e promosso da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con l’organizzazione Zètema Progetto Cultura.

Questa mostra è il secondo capitolo e segue quella dedicata a La Roma dei Re del 2018 parte del grande ciclo “Il Racconto dell’Archeologia”, basato principalmente sulle collezioni di proprietà comunale conservate nei magazzini e nei musei della Sovrintendenza. Sono in esposizione molte opere solitamente non visibili al pubblico perché sono oggetti finora conservati nelle casse dell’Antiquarium, per la prima volta restaurati e in mostra a cui si aggiunge una scelta di opere conservate alla Centrale Montemartini, tra le quali spiccano l’urna in marmo dall’Esquilino, la piccola scultura di capro in bronzo da via Magenta e i resti di affresco dalla Tomba Arieti, mentre dal Campidoglio proviene una selezione di ritratti di età tardo-repubblicana, in parte esposti nelle sale dei Musei Capitolini, in parte solitamente conservati nei magazzini.

Un breve preambolo a nostro avviso è necessario prima di descrivere la mostra, alla conferenza stampa di presentazione Claudio Parisi Presicce, sovrintendente capitolino ai Beni Culturali, ha fatto ancora una volta notare come manchi un museo dedicato alla storia di Roma, museo che se mai si farà certo non vedremo. Questo progetto di cui questa mostra è la seconda tappa si ricollega idealmente anche ad altre mostre, sempre ideate da Presicce svoltesi ai Fori di Traiano. Ricordiamo quella sullo sbancamento della collina Velia e quella dedicata alla trasformazione dei Fori dall’alto medio evo fino alle distruzioni dell’epoca fascista . Sono mostre che illuminano uno specifico aspetto e svolgono un’azione di supplenza alla mancanza di un museo sulla storia dell’Urbe, dovuto all’assenza di sensibilità storica degli amministratori e dei governi che si sono succeduti da quando Roma è divenuta la capitale d’Italia, ma non tale sia da un punto di vista giuridico che amministrativo.

Claudio Parisi Presicce ha dichiarato che i reperti in esposizione provengono dai depositi, in cui furono collocati soprattutto in due occasioni: nel corso dei lavori quando Roma divenne capitale d’Italia e negli anni ’30 del secolo scorso quando durante il Fascismo ci furono gli sventramenti e lo sbancamento della Velia. In queste occasioni gli scavi non si effettuarono secondo i criteri scientifici per contestualizzare il rinvenimento degli oggetti, nel primo caso perché è un metodo innovativo che fu introdotto da Giacomo Boni, che fu aspramente osteggiato, nel secondo caso per motivi di tempo perché si voleva che la “Via dell’impero” ora via dei Fori imperiali fosse pronta per il decennale della Marcia su Roma. I materiali sono quindi decontestualizzati per questo la mostra è stata preceduta da un lungo lavoro, basato su contesti archeologici, conosciuti principalmente attraverso la bibliografia specialistica e in molti casi totalmente inediti, come chiave di lettura della ricostruzione degli aspetti salienti della società romana e delle sue trasformazioni nel lungo periodo compreso tra il V secolo e la metà del I secolo a.C. 

Gli oggetti in mostra raccontano la vita quotidiana a Roma nell’arco di cinque secoli, dalla nascita della Repubblica alla creazione dell’Impero, le sue caratteristiche e la sua evoluzione per questo sono esposti solo quelli rinvenuti nell’Urbe. L’esposizione è articolata in tre sezioni la prima è dedicata a I palazzi e le infrastrutture urbane e i santuari. Un aspetto interessante è il problema dell’approvvigionamento idrico all’inizio dell’urbanizzazione, risolto grazie alle caratteristiche geologiche vulcaniche. La città, infatti, era ricca di acqua e attraverso le sorgenti e i pozzi venivano alimentate le fontane. Successivamente in epoca repubblicana furono costruiti quattro acquedotti in questa sequenza temporale: prima l’Appio, poi l’Aniene vecchio, poi il Marciano o Acqua marcia e infine l'Aqua Tepula, che provvidero nel periodo repubblicano alle esigenze dell’Urbe. I pozzi che non servivano più furono usati come discariche, nei pozzi rinvenuti a Largo Magnanapoli sul Quirinale sono state trovate molte brocche di cui alcuni esempi sono in mostra.

Per quello che riguarda le abitazioni sono anche esposti alcuni frammenti di pavimenti decorati con schemi geometrici (fasce rettangolari, croci, rombi), realizzati con tessere bianche e nere o con pietre policrome provenienti dai resti delle domus patrizie del Campidoglio. I santuari di epoca repubblicana in continuità con quelli etruschi erano decorati con terracotta dipinta, in esposizione c’è la proposta ricostruttiva con i colori originari delle lastre di rivestimento di Largo Argentina databili tra la seconda metà del IV secolo a.C. e la metà del I secolo a.C e la ricostruzione del monumentale frontone di età repubblicana del Tempio di Giove Ottimo Massimo sul Campidoglio. La devozione popolare è rappresentata dagli oggetti in terracotta in esposizione provenienti, dai depositi votivi di cui il più importante esempio è quello dedicato a Minerva Medica all’Esquilino, scoperto a fine Ottocento. Viene anche presentata grazie a una lunga attività di studio, restituzione grafica, restauro integrativo dei frammenti originali con tecnologie di rilievo 3D, di scultura digitale e stampa 3D laTriade Capitolina, Giove, Giunone e Minerva, da ricollocare idealmente nello spazio frontonale, un esempio di scultura in terracotta databile all’inizio del I secolo a.C.

Gli aspetti economici sono rappresentati dalla ceramica nella sezione dedicata alle produzioni e ai commerci in quanto la ceramica è la produzione che ha lasciato tracce più durevoli rispetto ad altre attività. Lo sviluppo di questa forma di artigianato è rappresentata da reperti che vanno dall’età arcaica all’evoluzione nel corso dei secoli IV e III con nuove produzioni di stoviglie interamente verniciate, sia in rosso sia in nero e del vasellame decorato a figure rosse. La tecnica dello stampo divenne importante per la produzione di oggetti, come i votivi anatomici e nelle produzioni dei piccoli altari (arule) molto richiesti nell’età medio-repubblicana e nelle matrici di terracotta anche queste presenti in mostra. Le decorazioni ad affresco e i rilievi in avorio provenienti dalla tomba Arieti all’Esquilino con scene legate al combattimento e al trionfo, i gruppi scultorei in pietra da Campo Verano forse appartenenti a un monumento commemorativo, l’urna in marmo greco ancora dall’Esquilino sono la testimonianza nella terza sezione dell’importanza della manifestazione identità, del prestigio e dell’ascesa sociale tema dell’ultima sezione, espressi durante l’età repubblicana, nei monumenti funerari eretti lungo le vie di accesso alla città.

Pubblicato in: 
GN12 Anno XV 25 gennaio 2023
Scheda
Titolo completo: 

La Roma della Repubblica. Il racconto dell’Archeologia
Musei Capitolini
- Palazzo Caffarelli, Sale al terzo piano
Piazza del Campidoglio, 1 - 00186 Roma

13 gennaio - 24 settembre 2023
Tutti i giorni ore 9.30 - 19.30
Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura.
Biglietti
Biglietto “integrato” Musei Capitolini e mostra per i non residenti a Roma
€ 16,00 biglietto “integrato” intero;
€ 14,00 biglietto “integrato” ridotto.
Biglietto “integrato” Musei Capitolini e mostra per i residenti a Roma non possessori della “MIC Card”
€ 15,00 biglietto “integrato” intero;
€ 13,00 biglietto “integrato” ridotto.

€ 2,00 museo + Mostra per le categorie aventi diritto alla gratuità, ad eccezione degli studenti delle scuole elementari e medie inferiori e dei portatori di handicap e al loro accompagnatore e in occasioni di visite istituzionali
Ingresso gratuito al museo per i possessori della “MIC Card”.
Ingresso gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente.

Promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
A cura di Claudio Parisi Presicce e Isabella Damiani
Organizzazione di Zètema Progetto Cultura
Informazioni
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)