Roma. Villa Giulia. Sirenomelia in mostra

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Anfora attica con Eracle e Tritone

La Sirena: Soltanto un Mito? Nuovi spunti per una storia della medicina fra mito, religione e scienza è la nuova mostra ospitata al Museo Etrusco di Villa Giulia fino al 30 settembre 2018. È visitabile durante il normale orario di visita del museo e inclusa nel costo del biglietto di ingresso. Il progetto scientifico è di Alessandro Aruta, Claudia Carlucci, Maria Anna De Lucia, Maria Pia Guidobaldi con Francesca Licordari.

L'esposizione è a cura del Museo di Villa Giulia e della Fondazione San Camillo Forlanini, con il coinvolgimento del Museo di Storia della Medicina del Dipartimento di Medicina Molecolare e del Polo museale dell’Università “Sapienza” di Roma. Il titolo lega una gravissima malformazione congenita, la sirenomelia, a un raro e strano ex voto e a un mito celeberrimo. La sirenomilia è una malformazione, bene illustrata nella mostra, che presenta gli arti inferiori uniti, come il corpo di un pesce e i piedi come pinne. La malformazione si manifesta in condizioni di diversa gravità, è possibile con la moderna chirurgia potere separare i due arti, ove presenti, ma la presenza di unico arto unita ad altre malformazioni degli organi interni porta alla morte pochi giorni dopo la nascita.

Un ex-voto rinvenuto a Veio nel corso di scavi ottocenteschi finora ritenuto una semplificazione degli arti potrebbe alludere a questa malformazione, che ha preso il nome dalla consueta rappresentazione delle sirene, raffigurate come la celebre statua della Sirenetta, ispirata alla favola di H.C.Andersen che sta nel porto di Copenaghen. Le Sirene nella mitologia classica erano figlie di Acheloo, divinità fluviale, figlio di Oceano, noto per la sua capacità di trasformarsi in esseri fantastici e terribili, e di Melpomene, Musa della tragedia, dalla madre ebbero in dono il canto seducente e terribile. Nella tradizione mitologica greca, però, erano raffigurate come uccelli dalla testa di donna, mentre ad essere raffigurate come donne con la coda di pesce erano le Nereidi, figlie di due divinità marine, Nereo e l'oceanina Doride. Tritone invece, altra divinità marina che aveva l'aspetto di uomo con la coda di pesce, era nato dall'unione di  Poseidone e Anfitrite, il suo nome nome fu esteso anche a divinità al seguito del dio del mare. Solo molto più tardi nel medioevo nel  Liber monstrum un bestiario e trattato di mirabilia ( VIII - IX secolo ) apparve l'attuale rappresentazione di meravigliose donne pesce, scaturita probabilmente dalle mitologie germaniche e celtiche.

Da questa rara malformazione, di cui peraltro non vi è certezza che fosse conosciuta dagli Etruschi, si passa nella mostra ad altre patologie queste sì ben conosciute nell'antichità: l'epilessia e il nanismo. Non si hanno notizie sulla arte medica e le conoscenze in questo ambito degli Etruschi ma si sa che alcune patologie erano considerate prodigiose. In latino si usavano parole come monstrum, prodigium, in greco τέρας (teras) che aveva un significato analogo, nella ligua etrusca il tema ter derivato dal greco aveva la stessa accezione. In questo contesto fu importante il ritrovamento del cranio di un bambino encefalopatico sepolto nel IX secolo a.C. nell'area sacra  del “complesso monumentale” della Civita a Tarquinia accanto ad una grotta. Questa cavità era ritenuta sacra perché si tramandava che da lì fosse nato Tegete, bambino con l'aspetto di vecchio, e da lì fosse stato estratto da Tarconte, il mitico fondatore della città. Il bambino prodigioso aveva rivelato a Tarconte l'arte divinatoria. Dopo tre secoli nella sepoltura del bambino fu messa una coppa attica con incisa la parola etrusca terela “relativo a colui del prodigio”. L'ipotesi dell'encefalopatia è stata confermata dal Laboratorio di Antropologia e Odontologia forense, che ha sottolineato  come questa patologia possa causare crisi epilettiche.

L'epilessia può essere anche indotta in forma più o meno grave anche dal forcipe usato per estrarre il neonato al momento del parto. Il forcipe è uno strumento che fu sicuramente usato nell'antica Grecia, come testimoniano quelli ritrovati a Epidauro. L'Epilessia era considerata una manifestazione del divino e una credenza accettata anche dai Greci e dai Romani, che sopprimevano tutti i nati le cui malformazioni li rendevano inabili a combattere. Il caso del bambino nato vecchio invece potrebbe ricollegarsi alla progeria una rarissima malattia genetica, che causa un invecchiamento precoce dei bambini, divenuta nota con il film di David Fincher Il curioso caso di Benjamin Button, basato su un racconto di Francis Scott Fitzgerald.

Altra malattia presa in esame, in base alle antiche testimonianze, è il nanismo acondroplastico, una malformazione che impedisce lo sviluppo degli arti. Se nell'antico Egitto i nani erano adibiti a lavori di precisione, nell'artigianato e nell'oreficeria, nella Grecia classica e nella Roma repubblicana venivano soppressi. Nella Roma imperiale invece furono accompagnatori e consigliere cosa che avvenne anche nelle corti rinascimentali e seicentesche. Nella Tomba François il signore titolare del sepolcro, Vel Saties, è raffigurato con una figura in cui è stato riconosciuto un nano acondroplastico che libera un picchio nero, l'iscrizione ne conserva il nome arnza, il piccolo arnth. Una testimonianza preziosa di come gli Etruschi a differenza dei Greci e dei Romani, fossero tolleranti e accoglienti nei confronti dei nani.

Nell'esposizione oltre ai pannelli esplicativi sono presenti reperti archeologici e scientifici, nei primi troviamo gli ex voto, tra cui quello della ipotizzata sirenomelia, vasi con raffigurazioni delle Sirene, splendida l'anfora attica con Eracle e Tritone. In ambito scientifico un reperto anatomico di una neonata affetta da  sirenomelia, un modello in cartapesta di un utero gravido e antichi strumenti chirurgici anche di età romana per mostrare il progredire della chirurgia. Tre video dell'archivio storico Adalberto Pazzini del Museo di Storia della Medicina della Sapienza Università di Roma sono visibili nella Sala di Venere: Magia dell’assurdo sulla ritualità e le pratiche magiche popolari e in diverse etnie, Chirurgia medievale sulla Scuola Medica Salernitana  e Arte e medicina su come l'arte figurativa ha descritto le patologie e gli interventi terapeutici. Una mostra insolita e interessante che arricchisce il percorso del museo e rende meno lontani ed enigmatici gli antichi Etruschi.
 

Pubblicato in: 
GN32 Anno X 3 luglio 2018
Scheda
Titolo completo: 

Museo Etrusco di Villa Giulia
La Sirena: Soltanto un Mito? Nuovi spunti per una storia della medicina fra mito, religione e scienza
progetto scientificodi: Alessandro Aruta, Claudia Carlucci, Maria Anna De Lucia, Maria Pia Guidobaldi con Francesca Licordari.
fino al 30 settembre 2018

Indirizzo: Piazzale di Villa Giulia, 9 - 00196 – Roma tel. +39 06 3226571; fax +39 06 3202010
Mail e sito web: mn-etru.comunicazione@beniculturali.it; www.villagiulia.beniculturali.it

Orario: dal martedì alla domenica 9.00 - 20.00, lunedì chiuso.
Ticket: intero € 8,00; ridotto € 4,00; Abbonamento per ingressi illimitati da 3 mesi (intero € 12,00; ridotto: €
6,00), 6 mesi (intero € 16,00; ridotto: € 8,00); 12 mesi (intero € 24,00; ridotto: € 12,00).
GRATUITO per gli aventi diritto e per tutti LA PRIMA DOMENICA DEL MESE