Rosso veneziano. Il potere dell’arte a Palazzo Barberini

Articolo di: 
Giulio de Martino
Lorenzo Lotto, Cristo portacroce

Dopo aver dato vita al polo unificato delle Gallerie Nazionali di Arte Antica Barberini e Corsini, i due grandi musei romani si sono proposti al pubblico degli appassionati con due piccole ma intense mostre temporanee, risvegliando così l’attenzione per le rispettive collezioni permanenti.

A Palazzo Corsini, in via della Lungara 10, si vedono fino al 7 maggio 2017 i due “Dipinti d’Elci di Daniele da Volterra”. Si tratta di: “Elia nel deserto” e della “Madonna con il Bambino, san Giovannino e santa Barbara”. Daniele da Volterra (1509-1566) è stato un pittore influenzato dall’ultimo Michelangelo, quello del Giudizio universale: i due quadri in mostra furono realizzati a Roma al tempo di papa Paolo III Farnese (1534-1549). Appartengono all’antica collezione senese Pannocchieschi d’Elci e sono quindi raramente visibili. Invece, nella splendida location di Palazzo Barberini, in via delle Quattro Fontane 13, dal 15 marzo all’11 giugno 2017, si può vistare la mostra “Venezia scarlatta: Lotto, Savoldo, Cariani”. 

Il colore scarlatto cui è intitolata la mostra di palazzo Barberini è una pigmentazione intensa, luminosa e calda, nota anche come “rosso veneziano”. Il nome del colore include il riferimento alla città di Venezia i cui pittori lo adoperarono, con alcune modifiche, dal sec. XVI fino al sec. XVIII. La mostra evidenzia il senso del rosso dei pittori veneti che – oltre a esibire il proprio orgoglio professionale – connotavano col rosso particolari valori politici e intense passioni religiose, ma anche affetti mondani. Il rosso a Venezia è materia cromatica di pregio: frutto di una tecnica segreta e gelosamente custodita, tramandata oltre che dai pittori anche da tintori e alchimisti.

Al di là della storia dell’arte, la mostra di Palazzo  Barberini ruota intorno al significato extra-pittorico del rosso scarlatto: colore adoperato per dipingere le vesti sontuose sia di personaggi autorevoli del mondo politico e di elevato status sociale, sia di eminenti autorità religiose. Punto di partenza di tale estetica sociale del rosso scarlatto è il capolavoro di Lorenzo LottoMatrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria” del 1524, che appartiene alla collezione di Palazzo Barberini.

Intorno al dipinto di Lotto si vedono altri sei quadri di provenienti dal New York Metropolitan Museum of Art, dal Musée du Louvre, dal Museo Nacional del Prado e dall’Accademia Carrara di Bergamo. Si tratta di opere di Lorenzo Lotto (Venezia, 1480 – Loreto, 1557), di Giovanni Gerolamo Savoldo (Brescia 1480-1548) e di Giovanni Busi detto il Cariani (Fuipiano al Brembo, 1485 circa – Venezia, 1547). Di Lorenzo Lotto è possibile ammirare due versioni del “Matrimonio mistico di Santa Caterina di Alessandria”: sia quella di Palazzo Barberini che quella proveniente dall’Accademia Carrara (1525). Inoltre di lui si vedono: il “Ritratto di Marsilio Cassotti e Faustina Assonica” del Museo Nacional del Prado e il “Cristo portacroce” del 1526 proveniente da Parigi, Musée du Louvre.

Tuttavia, il rosso – nei toni del porpora, del vermiglio e dello scarlatto – domina anche nei dipinti della sala antecedente quella dei maestri cinquecenteschi. Si trovano lì in mostra i grandi ritratti opera di Pompeo Batoni (Lucca 1708–Roma 1787) che immortalano il principe Abbondio Rezzonico senatore di Roma, del 1766, e il papa Clemente XIII (Carlo della Torre di Rezzonico, 1693-1769), zio del precedente, del 1760. Fanno parte della mostra tematica: “Il pittore e il gran signore. Il ritratto d’occasione” a cura di Michele Di Monte, inaugurata a gennaio e visibile fino al 26 aprile. 

Occhieggiano pure sulla pareti di questa sala:  Clemente XIII in abito purpureo, ritratto da Anton Raphael Mengs nel 1758, e i ritratti, opera ancora di Pompeo Batoni, del conte Niccolò Soderini (1765) e di sir Henry Peirse (1775). Tutti in giubba, mantellina, stola di colore rosso. Completa questa ostensione del potere nella pittura il ritratto del barone Robert Clive, governatore inglese del Bengala, del 1766, opera di Anton von Maron (1733-1808).

In realtà tutti i magnifici “studi in rosso” di Palazzo Barberini – dal XVI al sec. XVIII –evidenziano il rapporto fra il colore rosso e lo stigma del potere: sia che si tratti di potere spirituale che di potere temporale. Anche il carisma mistico delle sante vergini merita il rosso delle vesti, come pure il mantello tragico di Cristo che porta la croce. Generi pittorici tradizionalmente diversi come il ritratto privato e la storia biblica, la scena devota e la celebrazione della carica istituzionale, sono accomunati da una tecnica di raffigurazione della passione e del successo che vuole indurre lo spettatore sia all'ammirazione sia alla contemplazione. Entrambi i sentimenti sono simbolizzati attraverso il colore rosso. Lo scarlatto che colpisce al cuore.

Pubblicato in: 
GN21 Anno IX 24 marzo 2017
Scheda
Titolo completo: 

Daniele da Volterra. I dipinti d’Elci
SEDE: Roma, Galleria Corsini, via della Lungara 10.
DURATA:  dal 16 Febbraio 2017 al 07 Maggio 2017
ORARI:  mercoledì /lunedì 8.30 – 19.00

Venezia scarlatta: Lotto, Savoldo, Cariani

SEDE: Roma, Palazzo Barberini, via delle Quattro Fontane, 13.
DURTA: dal 15 marzo all’11 giugno 2017       
ORARI: martedì/domenica 8.30 - 19.00.