Santa Cecilia in Cavea. Carme e Carmina Burana

Articolo di: 
Livia Bidoli
Carmina Burana

La composizione ispirata a Catullo di Nicola Piovani, ovverosia Carme, in Cavea per Santa Cecilia a Luglio Suona Bene della Fondazione Musica per Roma, il 19 luglio scorso, ha preceduto i celebri Carmina Burana di Carl Orff, eseguiti dal Coro, Voci Bianche e Solisti dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Il Carme di Piovani è soprattutto ispirato al famoso Gaedamus igitur, come dice lui stesso, riportando il detto goliardico: "Godiamo dunque, finché siamo giovani". E' per questo che Piovani ha scelto come motivo fondante il breve "carme" appunto dedicato da Catullo alla bella Lesbia, che la incita a godere delle gioie delle coltri e dei piaceri sensuali. Così Piovani fa leggere il Carme ad Elio Germano, su voce registrata, ed affida a due pianoforti con Mirco Roverelli e Monaldo Braconi; un corredo di percussioni con tromba solista di Alex Cesare Elia; al contrabbasso elettrico Paolo Marzo; all'armonium Daniele Rossi. Avvolto da citazioni da colonne sonore indimenticabili, il tappeto di trame del Carme si svolge e riavvolge su sé stesso senza un continuum ben definito ed un coro femminile che lamenta e consola allo stesso tempo. Eccellente la direzione di Ciro Visco.

I Carmina Burana di Carl Orff fanno parte di un trittico detto i Trionfi che giustamente il compositore monachense (1895-1982) ritiene il suo capolavoro: la trilogia sul tema dell'amore composta dai sovracitati Carmina Burana, dai Catulli Carmina e dal Trionfo di Afrodite, concepiti come ludi scenici, ovvero uno spettacolo di canto, danza e teatro, hanno avuto la loro prima alla Staatsoper di Francoforte l'8 giugno 1937 e da allora non si è mai alterata la loro presa sul pubblico tutto. Nati dai testi goliardici di clerici vagantes conservati nel Monastero di Benediktbeuern (da qui proviene il termine “burana”) nell'Alta Baviera, nel Codex Latinus 4660 o Codex Buranus del 1230, si trovano tuttora a Monaco nella Staatsbibliothek

I canti sono divisi in tre parti e sono in latino e tedesco. Il prologo, ripreso alla fine, è dedicato alla Fortuna, difatti essi sono dedicati all'amore ed ai rovesci della fortuna (Dea). Le voci soliste sono tre e la più notabile è il soprano Maria Chiara Chizzoni, che entra per ultima, calda e soave; il baritono Massimo Simeoli, con una voce particolare che sembra provenire dagli antri della taverna; il tenore solerte e poco gaudente Marco Santarelli.

I Carmina Burana si sono avvalsi di un possente Coro, come dicevamo, diretto pregevolmente dal Maestro Visco e dalla partecipazione delle Voci Bianche dei bambini. La Corte d'amore è un idillio tra due innamorati che si presenta nel canto ad evidenziare il desiderio prima introdotto dal canto del baritono: i due amanti si concedono in un metaforico abbraccio sollecitato a lungo e che porta simbolicamente Venere e la Primavera insieme al vento di Zefiro a soffiare denso e corroborante sul palco.

Pubblicato in: 
GN38 Anno IX 21 luglio 2017
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Auditorium Parco della Musica
Mercoledì 19 luglio Cavea ore 21.00

Luglio Suona Bene
In collaborazione con Fondazione Musica per Roma

Carmina Burana
Coro, Voci bianche e Percussioni dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Ciro Visco direttore

Piovani Carme
Orff Carmina Burana

Maria Chiara Chizzoni soprano
Marco Santarelli tenore
Massimo Simeoli baritono