Santa Cecilia. Con Chung risorge la Seconda di Mahler

Articolo di: 
Teo Orlando
Mahler-Chung

Lunedì 3 febbraio 2014 l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha eseguito la Sinfonia n. 2 di Gustav Mahler, sotto la sapiente ed equilibratissima direzione di Myung-Whun Chung, che ha sostituito Valery Gergiev, il quale per problemi personali ha dovuto annullare i concerti previsti a febbraio a Santa Cecilia.

Il compositore austro-boemo era solito dire che ogni sua sinfonia tendeva a risolvere un problema concernente la visione del mondo, la Weltanschauung. Questo è tanto più vero per la seconda sinfonia, nella quale più che in altre opere mahleriane il suono si trasforma in visioni di idee e in allegorie.

Come ha scritto Quirino Principe, “la storia ha un peso immenso sul suono mahleriano, e sarebbe rozza illusione credere che esso divenga facilmente conoscenza quae per materalia surgit. Illusione presuntuosa sarebbe credere che esso non lo divenga mai”. Del resto, Mahler si proponeva, come scrisse lui stesso, di dar vita a una composizione che fosse al tempo stesso rappresentazione del mondo ed espressione totale delle esperienze vissute. Per citare le sue stesse parole, “solo se ho un’esperienza vissuta compongo, e solo quando compongo, vivo un’esperienza in senso autentico” (“Nur wenn ich erlebe, tondichte ich - nur wenn ich tondichte, erlebe ich”).

La composizione della Seconda Sinfonia data fra il 1887 e il 1894, quando Mahler esercitava le funzioni di direttore del Teatro dell'Opera di Budapest e di Amburgo. La sinfonia ebbe, per così dire, due premières: una parziale (comprendente i primi tre movimenti) a Berlino nella primavera del 1895, e quella completa, sempre a Berlino, il 13 dicembre 1896. 

Fu solo nella seconda versione che ai tre tempi per sola orchestra si aggiungono gli altri due con parti vocali, ossia il LiedUrlicht” (“Luce primordiale”), tratto dalla famosa silloge Des Knaben Wunderhorn di Achim von Arnim e Clemens Brentano, e il quinto dove un ampio coro, accompagnato da due voci di soprano e di contralto, intona l’ode di Friedrich Klopstock Die Auferstehung ("Resurrezione"), diventata poi eponima della stessa sinfonia, con testo integrato dallo stesso Mahler. Colpisce anche l’immenso organico orchestrale (legni a 4, 10 corni, 8 trombe, 4 tromboni, 2 arpe, organo, 6 timpani e percussioni smisurate, senza computare le voci).

In occasione della première berlinese del 1896, Mahler scrisse una sorta di introduzione propedeutica alla Sinfonia, nella quale sottolinea che egli aveva “chiamato Totenfeier (cerimonia funebre) il primo movimento”, in quanto si trattava dell'eroe della sua Sinfonia in re maggiore (la prima) portato alla sepoltura. È come se, quasi seguendo lo schema di un poema sinfonico, la sinfonia si articolasse lungo tre blocchi narrativi: vita e morte di un eroe (primo tempo); rievocazione dell’eroe caduto e di tutto ciò che ha amato, con la nostalgia dell’innocenza e della giovinezza (secondo e terzo tempo, nel quale compare un certo scetticismo verso la speranza dell’immortalità); la ricerca di Dio (quarto tempo), mentre il finale coincide con la scomparsa dell’eroe in quanto individuo singolo, a cui si contrappone la speranza della resurrezione. 

Il primo tempo venne completato da Mahler nel 1888 ed originariamente venne concepito come l’unico movimento di un poema sinfonico; e non a caso assomiglia a una marcia funebre, visto l'originario titolo di Totenfeier. In questo tempo (Allegro maestoso, in do minore), si assiste a una sorta di poetica del frammento, costruita con gli archi sulla scala di do minore, che si scontrano con gli ottoni e i legni che espongono un tema di marcia. L’introduzione è affidata ai violini e alle viole, che sembrano quasi tremare in fortissimo, con un suono acuto e lancinante. Si inserisce poi un secondo tema, derivante dai contemporanei motivi melodici per i Lieder basati sul ciclo da Des Knaben Wunderhorn. Al termine del movimento si assiste a un gruppo cromatico discendente, che, come ha scritto Theodor W. Adorno, “raggiunge l’effetto della quiete dopo la tempesta soltanto in seguito a un’esplosione violenta”.

Nel secondo movimento (Andante moderato [Molto comodo], in la bemolle maggiore) quasi ci si avvicina progressivamente al motivo fondamentale della sinfonia, quello della resurrezione. Meno famoso dell’Adagietto della Quinta sinfonia, ad esso si può applicare una frase di Adorno (che a sua volta richiama un giudizio di Thomas Mann nel Doktor Faustus a proposito dell’ultima sonata per pianoforte di Beethoven), per cui la “la musica di Mahler accarezza maternamente i capelli di coloro a cui si rivolge”; ci si sente quasi sprofondati a ritroso nel classicismo viennese, con i suoni dei Ländler e le movenze di Schubert

Anche nel terzo movimento (In ruhig fliessender Bewegung [In moto tranquillamente scorrevole], quasi uno Scherzo), in do minore, aperto da un tonitruante doppio colpo di timpano, ci si richiama a un Lied composto in precedenza, dal titolo “La predica di Sant'Antonio ai pesci” (Des Antonius von Padua Fischpredigt), con un singolare simbolismo animale, presente anche nella Terza sinfonia. Luciano Berio nella terza parte della sua Sinfonia per otto voci e orchestra (1969) riutilizzò il materiale di Mahler, intregrandolo, come struttura di base, in uno straniante patchwork di citazioni dal sinfonismo degli ultimi due secoli.

Il Lied che costituisce il Quarto movimento (“Urlicht”) viene intonato dalla voce di contralto in modo sommesso e senza soluzione di continuità rispetto al precedente movimento. Assolutamente sublime è stata la performance di Christianne Stotijn, nativa della città olandese di Delft, che è riuscita a riprodurre con intenso lirismo il testo poetico introdotto da Mahler.

L’ultimo movimento, suddiviso in varie sezioni, comincia con alcune sonorità orchestrali su cui la voce umana si inserisce alla conclusione. Sull’esordio Mahler scrive “"wild herausfahrend” ("prorompendo selvaggiamente"), per sottolineare l’esordio della scala ascendente di bassi. Assistiamo poi a un alternarsi di vari modi e tempi, in diverse chiavi, quasi seguendo i princìpi della forma sonata, più che della sinfonia classica.

La voce umana (del coro e del soprano irlandese Ailish Tynam, che ha cantato con soave e sostenuta melodicità) si presenta allorché si spengono quasi le ultime note (notevole è anche un passaggio in cui dietro il palcoscenico compare un gruppo di ottoni, invisibile al pubblico, che intona sommessamente un richiamo ancestrale evocante un misterioso risveglio della natura), con le parole dell'ode di Klopstock, dove è evidente l’approdo finale alla fede, che assume quei toni trionfalistici di chi vuole superare la visione apocalittica con la certezza della rigenerazione, o più precisamente della resurrezione, intesa nel senso cristiano della salvezza dalla morte in direzione della vita eterna.

È l’umanità intera che viene chiamata in causa, che dovrà riconciliarsi con l’essere supremo, come si legge negli ultimi versi: “Quello per cui hai combattuto ti porterà a Dio!” ("Was du geschlagen, zu Gott wird es dich tragen!"). Si può dire che qui Mahler raffiguri un topos della musica sacra, quello del Dies irae e del Giudizio Universale, innestandolo su una sensibilità tardo-romantica e decadente come nessuno prima di lui aveva fatto (nonostante alcuni “precorrimenti” in Berlioz e Liszt), e rappresentando drammaticamente l’angoscia dell’uomo di fronte alle domande finali della vita. 

Pubblicato in: 
GN13 Anno VI 6 febbraio 2014
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Orchestra e Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Myung-Whun Chung direttore
Ailish Tynan soprano
Christianne Stotijn contralto

Lunedì 3 febbraio 2014 - ROMA, AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA, SALA SANTA CECILIA ORE 20,30

Gustav Mahler: Sinfonia n. 2 in do minore "Resurrezione" (Auferstehung).
In cinque tempi per soprano e contralto soli, coro misto ed orchestra

1. Allegro maestoso. Mit durchaus ernstem und feierlichem Ausdruck (Allegro maestoso. Con espressione assolutamente seria e solenne)

2. Andante moderato. Sehr gemächlich (Andante moderato. Molto comodo)

3. In ruhig fließender Bewegung (Con movimento tranquillo e scorrevole)

4. "Urlicht" (Luce primordiale) - Sehr feierlich, aber schlicht, choralmässig (Molto solenne ma con semplicità, come un corale)

(testo tratto da "Die Wunderhorn" di Ludwig Achim von Arnim e Clemens Brentano)

5. Im Tempo des Scherzo. Wild herausfahrend. Allegro energico. Langsam. Misterioso (Tempo di Scherzo. Prorompendo selvaggiamente. Allegro energico. Lento. Misterioso)

(contiene l'inno "Die Auferstehung"  - La Resurrezione - di Friedrich Klopstock, rielaborato da Mahler).

Organico: soprano, contralto, coro misto, 4 flauti (3 e 4 anche ottavino), 4 oboi (3 e 4 anche corno inglese), 3 clarinetti (3 anche clarinetto basso), 2 clarinetti piccoli, 4 fagotti (4 anche controfagotto), 10 corni (dal 7 al 10 anche "in lontananza"), 10 trombe (4 "in lontananza"), 4 tromboni, basso tuba, timpani, grancassa, piatti, triangolo, 2 tam-tam, frusta, Glockenspiel, 3 campane, arpa, archi, organo

Edizione: Hofmeister, Lipsia, 1897

Prima esecuzione: Berlino, Singakademie am Unter den Linden, 13 Dicembre 1895

Voto: 
10