Santa Cecilia. La Russia panica di Stravinsky

Articolo di: 
Livia Bidoli
Davide Dato

Il 6 luglio scorso la stagione estiva dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia si è inaugurata in Cavea con Stravinsky's Love: uno spettacolo di musica e balletto omaggio a Stravinsky nel 50° anniversario della sua morte. Presentato dall'étoile russa del Bolshoi Vladimir Derevianko, nei panni del compositore, è una carrellata dei suoi balletti piu' celebri, alcuni dei quali in anteprima assoluta con le giovani étoiles della danza internazionale.

Rivedere da adulta Vladimir Derevianko nei panni del compositore russo Igor Strawinsky, è un viaggio nel passato, molto aldilà degli anni nei quali in Italia danzava come étoile russa della danza: si risale infatti ai primi vent'anni del Novecento ed ai ballets russes di Diaghilev con Strawinsky. E questa kermesse deve proprio a questi ultimi, come Strawinsky stesso, la propria vita: Igor Strawinsky si formò letteralmente a Parigi, soprattutto tra 1910 e 1913, tra il debutto de L'Uccello di fuoco, Petrushka nel 1910 e quello dirompente di La Sagra della Primavera nel 1913. Parigi era al centro dell'universo culturale con Debussy, Satie, Picasso, Sarah Bernhardt, e tanti altri nomi come Ramuz, con cui alacremente tesseva le sue composizioni musicali il russo piu' modernista dell'epoca.

Sreawinsky presentato da Derevianko è assolutamente credibile, nella stessa tipica mancanza russa dell'articolo con cui flette l'italiano, lui russo nell'anima oltrechè nell'inconfondibile accento, nonostante viva e lavora in Italia da anni. La Suite Italienne da Pulcinella è un tipico divertissement nella trascrizione originale per violino e pianoforte dell 1933 fluido e vivace: si cimentano, nella coreografia di Sasha Riva e Simone Repele, provenienti dal Ballet du Grande Théâtre de Genève: le stesse danseuses insieme a Susanna Elviretti, Maria Vittoria Frascarelli, Mattia Tortora e Tommaso Beneventi; i costumi sono ricostruiti da Anna Biagiotti da quelli originali disegnati da Picasso. Al piano Massimo Spada e la stella olandese ù del violino Simone Lamsma. A questo balletto in costume segue la nuova creazione Tre danze da L'Histoire du Soldat (1918) celebre opera da camera sul rapporto tra un soldato ed un diavolo, in un atto e composta da Igor Stravinskij nel 1918 su libretto in francese di Charles-Ferdinand Ramuz. Fu rappresentata al Teatro Municipale di Losanna per la prima volta il 28 settembre 1918, diretta da Ernest Ansermet. Il soggetto si basa su due fiabe popolari russe (Il soldato disertore e il diavolo e Un soldato libera la principessa) tratte dalla raccolta di Afanas'ev, pubblicata fra il 1855 e il 1864. La coreografia delle tre danze, tango, valse, ragtime, è a cura di Sergio Bernal e vede la sua partecipazione insieme ad Ashley Bouder, rispettivamente Ballet Nacional de España e New York City Ballet. La musica eccellente del violino solo di Simone Lamsma li accompagna in questo percorso inusitato e travagliato tra gli inganni del suadente diavolo.

Altra nuova creazione per Peter and Igor, da Le baiser de la Fèe: una trascrizione originale per violino e pianoforte (1934), la cui coreografia è di John Neumeier ed in cui ballano Jacopo Bellussi e Alessandro Frola, entrambi dell'Hamburg Ballet, che lo hanno interpretato dopo la prima mondiale del 27 giugno ad Amburgo. Suonano Beatrice Rana al piano e Simone Lamsma al violino.

Un classico è Apollon Musagète, che ci immerge nel pieno del mito occidentale: la nascita di Apollo nel Parnaso, come il sorgere della cultura occidentale e solare della razionalità. La coreografia di George Balanchine viene ripresa nelle danze di Ashley Bouder e Sergio Bernal. La musica è estremamente neoclassica, in linea con i costumi e la coreografia ed è suggestiva come sempre.

Strawinsky/Derevianko continua a raccontare un'epoca attraverso la sceneggiatura firmata da Vittorio Sabadin che si basa su scritti del compositore stesso. Presenta ora il balletto che ha fatto esplodere il nome di Strawinsky su tutti i palcoscenici: L'Uccello di fuoco, Nella coreografia di Marco Goecke è ballato da un doppio al femminile: Sasha Riva e Simone Repele, che ballano sulla registrazione diretta da Igor Strawinsky con la Columbia Symphony Orchestra del 1967. La musica di Igor Stravinskij è quanto di più avanguardistico e cerebrale sia apparso alle soglie del secolo. L’anno è il 1910 e L’uccello di fuoco nacque come suo primo incarico per musica da balletto. Allora la musica, il libretto e le coreografie erano completamente nuove e Fokine rielaborò una fiaba russa per allestirle.

Petrushka, presentata nella versione originale per piano solo, vede i danzatori della Compagnia Daniele Cipriani come interpreti di alcuni brani: Mattia Tortora fa Petrushka; Susanna Elviretti danza come la Ballerina e Tommaso Beneventi è il Moro, che proviene dal Reale Balletto Svedese. La coreografia storica di Fokine, ci ricorda Strawinsky/Derevianko, il ruolo del Prestigiatore, fu di Enrico Cecchetti alla prima nel 1911, e qui è interpretato proprio da lui, Derevianko.

Comunemente conosciuta come Le Sacre, La Sagra della primavera era stata nel 1913 coreografata dal genio iconoclasta di Vaclav Nijinskij e già solo l'introduzione fa tremare i primi boccioli di primavera con dei singulti inquietanti e glaciali degli archi, stemperati dai fiati: siamo nella foresta della Russia arcaica con un tema tragico, wagnerianamente, che ritorna intervallato da suoni più dolci, d'altronde  Strawinsky/Derevianko spiega che: “La primavera in Russia arriva in un'ora, spacca tutta la terra, e io l'ho descritta esattamente così, con un ordine ancora piu' ferreo per contenere il disordine che provocava.” La storia che racconta è quella dell’eletta da sacrificare al Dio per l’inizio di primavera: sostituita nei riti cristiani da un animale (l’agnello pasquale), nell’antichità il sacrificio umano era piuttosto in uso come spiega approfonditamente René Girard nel suo saggio Il capro espiatorio (ed. Adelphi).

In questa versione invece abbiamo un unico danzatore, Davide Dato, dell'Balletto dell'Opera di Vienna, inteso ad esprimere l'aggressione ritmico-percussiva di Le Sacre nella versione di Uwe Scholz che è stata rappresentata per la prima volta in Italia. La coreografia, che racconta un tormento interiore del ballerino sulla scena, è stata ricostruita da Giovanni di Palma, il ballerino italiano per cui il balletto era stato creato. La motivazione profonda del martellamento ritmico che si solleva non solo sulle punte ma in continui salti che rilevano la possenza di Dato quanto quella emblematica della natura cui si sottomette l‘uomo, è metamorfosi umana di quel Dio panico che è ovunque e rumoreggia dal fondo di un istinto che Darwin aveva esplicitato come perdurante e inconscio, proprio come Freud.

Pubblicato in: 
GN36 Anno XIII 14 luglio 2021
Scheda
Titolo completo: 

Inaugurazione di Santa Cecilia Stagione Estiva
martedì 6 luglio ore 21

STRAVINSKY’S LOVE
Beatrice Rana, Vladimir Derevianko, Sergio Bernal, Davide Dato tra i protagonisti
Nuovo balletto di John Neumeier in prima nazionale

Beatrice Rana e Massimo Spada pianoforte

Simone Lamsma violino

Lo spettacolo è a cura di Daniele Cipriani con la consulenza musicale di Gastón Fournier-Facio e la produzione è realizzata con la Fondazione Carlo Felice di Genova per il Nervi Music Ballet Festival 2021 – dove si è tenuta la prima assoluta l’8 luglio prossimo - con il patrocinio della Fondazione Igor Stravinsky di Ginevra.  Sul palco un cast internazionale di musicisti: Beatrice Rana e Massimo Spada al pianoforte e la violinista olandese Simone Lamsma. Per i balletti Apollo e Uccello di Fuoco ascolteremo invece incisioni storiche dirette dallo stesso Stravinsky.

Nei panni di Stravinsky, Vladimir Derevianko (già primo ballerino del Bolshoi di Mosca) che rievocherà ricordi e aneddoti, molti dei quali legati al periodo dei Ballets Russes in cui si ritrovano personaggi come Picasso e Diaghilev, Nijinsky e Balanchine. Inoltre, suonerà alcuni passaggi al pianoforte, eseguirà alcuni passi di danza e introdurrà i brani della serata. La sceneggiatura, firmata da Vittorio Sabadin, si basa su scritti del compositore stesso.