Santa Cecilia. Lo scintillante Pipistrello di Strauss

Articolo di: 
Livia Bidoli
Gustavo Gimeno

A Santa Cecilia come a Vienna, questo il motto delle tre serate dedicate ai festeggiamenti dell'anno entrante dall'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il 5,6 e 7 gennaio 2017 con il direttore spagnolo Gustavo Gimeno sul podio ed il Coro diretto dall'immancabile Maestro Visco. Insieme a loro, per intonare il secondo atto da Il Pipistrello di Johann Strauss figlio, i solisti Markus Werba, Silvana Dussmann, Michaela Selinger, Jochen Kupfer, Sofia Fomina ed un narratore speciale per le parti recitate: Neri Marcoré, ben conosciuto dal pubblico televisivo, teatrale e cinematografico.

L'operetta più famosa e riuscita di Strauss, Il Pipistrello (Die Fledermaus) data 1873 e la direzione dello stesso compositore Johann Strauss figlio il 5 aprile 1874 a Vienna nel Theater an der Wien: siamo ai temi dell'Austria Felix di fine secolo, quando i balli viennesi erano all'apice della loro popolarità e per cui il padre di Johann, era divenuto celebre, e che, se non fosse stato per la sua prematura morte nel 1849, non avrebbe mai concesso al figlio di seguirlo sulla sua stessa strada. All'inizio della sua carriera, Johann figlio (Vienna 1825-1899) non pensava di certo ad un'operetta ma lo convinse Offenbach, lo “Strauss francese” potremmo dire oggi, e così nacque il capolavoro del Fledermaus con la sua trascinante Ouverture che incorpora perfettamente nei suoi temi, in opposizione e transizione, la frivolezza, l'arguto inganno, il clima festaiolo, la seduzione charmante, in una parola, lo champagne, correlativo oggettivo e “scioglitore” felice di tutti gli enigmi, della messa en ridicule del titolo, il travestimento del notaio Falke da cui origina trama e intestazione di questa godibilissima operetta viennese.

Il Pipistrello è difatti il camouflage di una festa precedente, in cui il Dr. Falke, ubriaco, è stato abbandonato dall'amico Marchese di Eisenstein ed esposto quindi al pubblico ludibrio che l'ha ribattezzato Pipistrello come la sua maschera, nomigonolo per cui lui ha promesso vendetta alla nuova festa. Falke farà quindi sapere alla moglie di Eisenstein, la bella Rosalinde, che il marito non è in prigione per un'offesa ad un pubblico ufficiale, bensì alla festa del Conte Orlofsky, dove si trovano peraltro tutti i protagonisti tranne Alfred, il corteggiatore di Rosalinde che, trovato a casa di lei, si è finto Eisenstein ed è andato in prigione al posto del marito per nascondere l'infedeltà di lei. Alla festa ci sono poi Adele, la cameriera di Rosalinde camuffata anche lei con un vestito della padrona, che viene riconosciuta da Eisenstein che però rimane interdetto dalla garbata protesta di lei che è interrotta solo dall'intervento di Rosalinde, che (ri)conquista il marito sotto le mentite spoglie di una dama ungherese che canta un Czardàs (Klänge der Heimat).
Il libretto di Carl Haffner e Richard Genée proviene dalla commedia parigina Le Réveillon di Henri Meilhac e Ludovic Halévy di cui il co-direttore del Theater an der Wien, Max Steiner (1830-1880) aveva comprato i diritti e dovette trasformare in operetta per ragioni di censura (la sera di Natale non poteva certo essere rappresentato a Vienna un intreccio del genere!), mutando anche il tempo ed il luogo. E così Strauss ebbe agio a descrivere la festa dal Conte Orlosky, scenario principale dei famosi valzer e della trascinante Polka Unter Donner und Blitz (Sotto tuoni e fulmini), cui in questa serata speciale sono seguite delle sorprese che hanno anche meglio caratterizzato i solisti della serata.

La cavatina “Largo al factotum” da Il Barbiere di Siviglia di Rossini è stata cantata da Markus Werba, una presenza costante e gradita a Santa Cecilia, anche nella parte di Eisenstein durante la serata; seguita dal “Valzer di Musetta” da La Bohème di Puccini, cantato da Silvana Dussmann, che ha interpretato Rosalinde; il baritono Jochen Kupfer ha interpretato “Scintille, diamant” da Les Contes d'Hoffmann di Jacques Offenbach, oltre al ruolo del notaio Falke. Due scoperte eccezionali meritano delle lodi a parte, sono quelle della soprano russa Sofia Fomina che, oltre al ruolo di Adele, in cui ha meravigliosamente duettato con il Coro in Mein Herr Marquis ha poi interpretato perfettamente i movimenti meccanici della bambola Olympia ne Les Contes d'Hoffmann, nell'aria Les oiseaux dans la charmille, con inguaribile divertimento del pubblico. Il conte Orlofsky, tipico personaggio en travesti, il cui ruolo è stato rivestito dalla mezzosoprano in smoking, l'austriaca Michaela Selinger in modo puntuale e con una voce particolarmente apprezzabile per l'attenzione alle variazioni, ha nondimeno interpretato il lied "Du sollst der Kaiser meiner Seele sein" dall'operetta  Der Favorit di Robert Stolz con una vena così commovente da aver raccolto un completo favore del pubblico, che nel finale ha evidenziato queste due voci femminili, che hanno deliziato questa soirée scintillante insieme ad una briosa performance di Gimeno affiatato con l'Orchestra dell'Accademia insieme al Coro diretto da Visco. Favolosa rentrée per un bis finale a sorpresa tra le soprese.

Pubblicato in: 
GN11 Anno IX 13 gennaio 2016
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Stagione 2016-2017
Auditorium-Parco della Musica - Sala Santa Cecilia
giovedì 5 gennaio ore 19.30 - venerdì 6 ore 20,30 - sabato 7 ore 18

Orchestra e Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Gustavo Gimeno direttore

Markus Werba baritono (Gabriel von Eisenstein)
Silvana Dussmann soprano (Rosalinde)
Michaela Selinger mezzosoprano (Principe Orlofsky)
Jochen Kupfer baritono (Dr. Falke, un notaio)
Sofia Fomina soprano (Adele cameriera di Rosalinde)
Neri Marcorè voce recitante
Ciro Visco Maestro del Coro

J. Strauss    
Il pipistrello: Atto II - con uno speciale "Gala" in casa Orlofsky

Biglietti da 19 a 52 Euro
I biglietti possono essere acquistati anche presso:
Botteghino Auditorium Parco della Musica
Viale Pietro De Coubertin Infoline: tel. 068082058
Prevendita telefonica con carta di credito:
Call Center TicketOne Tel. 892.101

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