Shutter Island. Un'isola di suoni immersa in immagini

Articolo di: 
Simone Vairo
Shutter Island

La Fondazione Isabella Scelsi apre il 2011 con un incontro tanto suggestivo quanto interessante: Ascoltando Shutter Island, presentato da Nicola Sani il 18 gennaio scorso e dedicato alla colonna sonora dell'ultimo film di Martin Scorsese.

L’evento pone l’attenzione sul contatto, assai raro nel cinema di Martin Scorsese, tra la colonna sonora e le immagini come se fossero nate entrambe sulla scena e non registrate in tempi diversi. La grande attenzione che la Fondazione ha rivolto al film di Scorsese è dipesa non solo dalla presenza di due brani del compositore Giacinto Scelsi (Quattro pezzi su una nota sola del 1945 e Uaxuctum - La leggenda della città Maya distrutta da essi stessi per ragioni religiose del 1966), espressamente richiesti dal regista italo-americano, ma anche dal fatto che l’intera tracklist riguarda composizioni del secondo Novecento: un mirato omaggio, quindi, alla musica contemporanea e alle atmosfere che essa produce.

Tuttavia c’è da considerare che anche la pellicola Shutter Island si presta molto bene ad un contatto ‘drammaturgico’ con la musica a causa dei suoi innumerevoli colpi di scena e delle ambientazioni sinistre volte a "tendere i nervi" tanto del protagonista quanto dello spettatore. Il film, infatti, è basato su un celebre thriller di Dennis Lehane (L’isola della paura - 2003) ambientato ai tempi della guerra fredda su un’isola dove si trova lo Ashecliff Hospital, una clinica specializzata nella cura di criminali malati di mente.

I protagonisti sono gli agenti federali Edward ‘Teddy’ Daniels (Leonardo Di Caprio) e Chuck Aule (Mark Ruffalo), i quali devono investigare sulla scomparsa di Rachel Solando, una paziente svanita nel nulla da una stanza blindata; il dottor John Cawley (Ben Kingsley), primario dell’ospedale psichiatrico, spiega che Rachel è stata ricoverata dopo aver affogato ed ucciso i suoi tre figli, ciononostante, lei crede ancora di trovarsi a casa e che i suoi figli siano ancora vivi.

Durante le ricerche, Edward nota un faro dove pensa possa trovarsi Rachel, ma gli viene detto che lì dentro hanno già guardato. Passano i giorni, ma di Rachel nessuna traccia; un caso irrisolvibile per Edward che svelerà solo in seguito il reale motivo per cui è giunto sull’isola: la presenza di Andrew Laeddis, il piromane che ha dato fuoco alla sua casa uccidendo la moglie.
Da qui un insieme irrefrenabile di colpi di scena porteranno il protagonista a misurarsi contro sé stesso ed i suoi fantasmi passati, volutamente rimossi dalla sua memoria.

In tal senso è possibile considerare Shutter Island come un percorso di "ricostruzione" della memoria del protagonista decretato per l’appunto dalla musica in parallelo con le scene cardine della pellicola. Una trama così complessa, in effetti, non poteva che essere supportata da una colonna sonora (curata da Robbie Robertson, ex leader del gruppo The Band, che ha a lungo collaborato con Bob Dylan. Sul gruppo musicale lo stesso Scorsese aveva girato nel 1978 un celebre film, The Last Waltz) in modo da accentuarne le sequenze principali con "protagonisti" musicali del calibro di John Cage, György Ligeti, Ingram Marshall, Brian Eno, Krzysztof Penderecki, Gustav Mahler, Alfred Schnittke e tanti altri.

È possibile iniziare a trattare l’argomento partendo dai suoni indefiniti, ovvero volti a plasmare qualcosa dal nulla, che hanno radice negli anni ‘60. I compositori scelti sono stati i maggiori esponenti di quel periodo, definendo due ben distinte correnti di pensiero: il primo è György Ligeti (1923-2006) il quale basò le sue composizioni sulla definizione di un suono puro lontano dalle strumentazioni elettroniche (molto in voga in quegli anni); Ingram Marshall, invece, propende per un ampio utilizzo del sintetizzatore nel lavoro di mixaggio tanto da essere considerato come un rappresentante della corrente "espressivista" della musica.

I brani scelti (i quali vengono utilizzati quasi come motivo ricorrente) di Marshall e Ligeti sono "Fog Tropes" e "Lontano", i quali si configurano come un necessario punto di partenza per la "ricostruzione" partendo da un suono astratto e indefinito. Il vero genio di Scorsese sta, però, nell’aver saputo fondere abilmente le composizioni prima citate con i meccanismi drammatici del film: si fa riferimento soprattutto a "Fog Tropes", il quale sembra essere un rumore di sottofondo poiché costruito da ottoni e da sirene per navi; la sezione in cui il brano viene eseguito è l’arrivo dei protagonisti all’isola a bordo di una nave (un’immagine che ricorda il celebre quadro L'isola dei morti di Arnold Böcklin).

Questi primi due esempi, quindi, donano dei piccoli indizi, ma non ancora sufficienti, per iniziare la "ricostruzione" della memoria di Edward: solo di una cosa si è certi finora, ovvero che si verrà sempre circondati da un grande senso d’inquietudine. In tal senso, infatti, l’atmosfera viene accentuata da un tema ricorrente che altro non è che la Sinfonia n. 3: Passacaglia - Allegro Moderato (1988) di Krzysztof Penderecki.

In tal senso è come se si ponesse una prima immagine davanti ai nostri occhi: alla base della ricostruzione c’è un grande dolore che è stato rimosso, ma che ritorna sotto forma di musica in scena e non. Nel primo caso si fa riferimento alla composizione Quartetto per archi e pianoforte in la minore di Gustav Mahler in cui il reale dolore del protagonista prende la forma del nazismo e dei campi di concentramento: immagini che Edward (si scoprirà essere un ex-soldato in servizio durante la seconda guerra mondiale) rievoca più volte nella sua testa attraverso Mahler, ascoltato in un disco nella stanza del dottor John Cawley. L’esempio di musica in scena è dato dal riconoscimento del brano da parte di Edward: non viene usato quindi come sottofondo, ma come mezzo  psicoanalitico per riportare alla luce un ricordo rimosso. In senso contrario, invece, è possibile osservare la composizione di Max Ritcher (On the nature of daylight) o la canzone di Kay Starr ("Wheel of fortune") usate come sottofondo per determinate situazioni drammatiche che riguardano la morte della moglie di Edward e dei suoi figli, elemento non di poco conto per il finale del film.

Inizia, in tal senso, un viaggio all’interno di noi stessi: un crescendo d’inquietudine e realizzazione decretato da i Quattro pezzi su una nota sola di Giacinto Scelsi.

Grazie a ciò la memoria acquista la consapevolezza della rimozione volontaria, in modo che l’individuo possa lavorare su ciò che aveva dimenticato. In tal senso è possibile collocare le composizioni di Giacinto Scelsi con il brano Uaxuctum - La leggenda della città Maya distrutta da essi stessi per ragioni religiose (terzo movimento; 1966). Questa composizione si pone come un ovvio riferimento alle religioni del mesoamerica, ponendo l’attenzione sui Maya e sulla loro idea di ciclo il quale, come enunciato nel titolo, viene interrotto volontariamente; allo stesso modo il protagonista, nel finale del film, prende una decisione per cercare di dimenticare quello che ha fatto in passato.

Un ultimo appunto, fuori dal nostro percorso, deve essere fatto nei confronti della sperimentazione attuata per i titoli di coda: il mixare la canzone di Dinah Washington ("This Bitter Earth") con la composizione prima citata di Max Ritcher; un tentativo azzardato che dona l’idea che il film non sia realmente finito. L’ottima riuscita del mixaggio favorisce la composizione di Robbie Robertson, sebbene per i titoli di coda sia preferibile far riascoltare dei temi noti al pubblico in sala o creare un brano apposito per tale sezione.

Nicola Sani ha affermato in conclusione: “non è possibile vedere e capire Shutter Island senza il mio intervento sulla colonna sonora”; ironico nel dirlo, ma effettivamente il suo è stato un apporto indispensabile: a capire la natura dell'intreccio sia delle musiche tra loro sia delle musiche con le immagini del film del tutto notevole. Attendiamo con particolare entusiasmo i prossimi appuntamenti dedicati alla musica della Fondazione Isabella Scelsi.

Pubblicato in: 
GN36 Anno III 24 gennaio 2011
Scheda
Titolo completo: 

Museo Casa Scelsi

Martedì, 18 gennaio 2011  ore 20,30
Incontri al Museo Casa Scelsi
Serata con Nicola Sani
Ascoltando
Shutter Island

Un percorso di suoni e immagini attraverso l'ultimo film di Martin Scorsese, con Leonardo Di Caprio.
Musiche di Cage, Eno, Feldman, Ligeti, Mahler, Marshall, Paik, Pendercki, Richter, Scelsi.

Tracklist della colonna sonora del film:
   1. "Fog Tropes" (Ingram Marshall) – (Orchestra of St. Lukes & John Adams)
   2. "Symphony No. 3: Passacaglia – Allegro Moderato" (Krzysztof Penderecki) – (National Polish Radio Symphony & Antoni Wit)
   3. "Music for Marcel Duchamp" (John Cage) – (Philipp Vandré)
   4. "Hommage à John Cage" – (Nam June Paik)
   5. "Lontano" (György Ligeti) – (Wiener Philharmoniker & Claudio Abbado)
   6. "Rothko Chapel 2" (Morton Feldman) – (UC Berkeley Chamber Chorus)
   7. "Cry" – (Johnnie Ray)
   8. "On the Nature of Daylight" – (Max Richter)
   9. "Uaxuctum: The Legend of the Mayan City Which They Themselves Destroyed for Religious Reasons – 3rd Movement" (Giacinto Scelsi) – (Vienna Radio Symphony Orchestra)
  10. "Quartet for Strings and Piano in A Minor" (Gustav Mahler) – (Prazak Quartet)
  11. "Christian Zeal and Activity" (John Adams) – (The San Francisco Symphony & Edo de Waart)
  12. "Suite for Symphonic Strings: Nocturne" (Lou Harrison) – (The New Professionals Orchestra & Rebecca Miller)
  13. "Lizard Point" – (Brian Eno)
  14. "Four Hymns: II for Cello and Double Bass" (Alfred Schnittke) – (Torleif Thedéen & Entcho Radoukanov)
  15. "Root of an Unfocus" (John Cage) – (Boris Berman)
  16. "Prelude – The Bay" – (Ingram Marshall)
  17. "Wheel of Fortune" – (Kay Starr)
  18. "Tomorrow Night" – (Lonnie Johnson)
  19. "This Bitter Earth"/"On the Nature of Daylight" – (Dinah Washington & Max Richter)
   Il brano di Scelsi "Quattro pezzi su una nota sola" pur utilizzato nel film non compare nel CD della colonna sonora.

Anno: 
2011
Voto: 
8.5
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