Siddharta e Shakti alla Filarmonica. La metamorfica danza della Dea

Articolo di: 
Livia Bidoli
Ileana Citaristi

In due serate, quelle del 9 e del 10 luglio 2010, l’Accademia Filarmonica Romana ha organizzato nella Sala Casella per i Giardini di Luglio, un percorso dedicato ai miti orientali: il primo nella formula occidentale della lettura di Siddharta di Hermann Hesse con la voce di Enzo De Caro accompagnata al pianoforte da Silvia Cappellini Sinopoli; il secondo con Ileana Citaristi e la coreografia Shakti, il femminile in Dio, accompagnata dalla sua compagnia di danza e da musicisti indiani.

Tra l’individuazione del Sé di Siddharta (pubblicato nel 1922 e nel 1945 con la traduzione di Massimo Mila in Italia) e la lotta della Shakti contro gli spiriti maligni, assistiamo ad un percorso che, al contrario di come insegna la filosofia occidentale, parte dall’interno per giungere all’esterno. Il percorso è tassativamente interiore e tutto ciò che accade ha un senso nell’equilibrio cosmico.

Enzo De Caro
leggerà per frammenti l’intero ciclo narrativo della formazione del Buddha, incorniciato a partire dal paesaggio di John Cage (1912-1992) In a Landscape. Siddharta inizia partendo dalla fine: “E’ solo una fuga dall’Io. Non si può davvero imparare nulla (dal viaggio, N.d.R.). C’è già un sapere che è in te, in me, in Noi.” Satie e Debussy accompagnano in questo viaggio dove, dopo tutte le esperienze possibili che può fare un uomo, tra  cui la passione per la bella cortigiana Kamala dalla quela avrà un piccolo Siddharta, giungerà alla meta: “Nasco oggi per la prima volta: era un nuovo nato, era il Risvegliato.” L’io di cui voleva liberarsi è uscito da lui attraverso le esperienze e tra le note di Schubert, la Gute Nacht da Winterreise, suonata al piano da Silvia Cappellini Sinopoli, si avvia verso il fiume dove trova che: “tutte le immagini di tutti coloro che conosceva s’immergono l’una nell’altra (come i tanti Io di Il lupo della steppa, 1927, dello stesso autore, N.d.R.) come un fiume.”

L’ultimo brano è immersivo in atmosfere antiche captate e riprodotte da un piano modificato da piccoli fili di perle di metallo ad opera della pianista, che fa risuonare lo strumento come un clavicembalo, instaurando un rapporto prospettico con Bach ed il suo Adagio dal Concerto per due tastiere in do minore BWV 1060, ed il sorriso di Siddharta, diventato quello dei “perfetti” come Gothama: lui stesso era Amore in un’identificazione totalizzante. Il tamburo di De Caro rimbomba come all’inizio e spegne la candela del Buddha, possiamo danzare con Shakti la dea ora.

Ileana Citaristi, in India dal 1979 ed unica straniera premiata col titolo di Padmashree dal Presidente indiano, è maestra di danza Odissi e Mayurbhanji, e alla Sala Casella si presenta con le musiche originali di Gopal Panda, Laxmikanta Palit e Ramahari Das. L’accompagnano nella danza Saswat Joshi, Pallavi Beriha, Sagarika Mohanty, Minati Mohaptra. La danza si divide in sei fasi che formano un ciclo ed iniziano con Tantra per infondere la kundalini, l’energia sottile.

Delle sei danze la quinta raffigura e metamorfizza le dieci dee in cui si trasforma Shakti per combattere gli spiriti maligni. Tra le personificazioni della dea, Bhairavi, la dea della parola, Bagala mukhi, la dea che paralizza i perversi e Kamala, compagna di Vishnu e con Ileana Citaristi che mostra la forma di un fiore di loto in mano per rappresentarla. Saswat Joshi nel ruolo del demone ma anche del compagno flessuoso e leggero di Shakti.

La Shakti di Ileana Citaristi si mostra rosseggiante come la sua energia, mentre l’autorevole porpora riveste in parte il compagno di danze che porta legato al collo un dono sacro a Shiva trovato sull’Himalaya come ciondolo portafortuna (un nocciolo perfetto). Le tre ballerine invece sono in bianco e arancio con bracciali che ritmicamente battono il tempo come quelli di Citaristi e Joshi, rispettivamente yin e yang, i due principi regolatori del femminile e del maschile.

I cinque elementi ritornano alfine: akasha o etere, acqua, terra, aria e fuoco, per ricombinare il ciclo dell’inizio come nel sorriso catalizzante di Ileana Citaristi, una dea occidentale che rivive di armonie orientali. Una Shakti del rinnovamento, originata da Shiva ed in perenne trasformazione complementare alla sua immutabilità: l’energia che compenetra Shiva e dissolve la dualità tra dinamismo e staticità nella danza cosmica.

Pubblicato in: 
GN18 Anno II 18 luglio 2010
Scheda
Titolo completo: 

I giardini di luglio Stagione estiva 2010
5-10 luglio 2010

Giardini e Sala Casella dell’Accademia Filarmonica Romana

venerdì 9 luglio ore 21.15
SIDDHARTA
Musica di Cage, Satie, Debussy, Bach

Enzo De Caro, voce recitante
Silvia Cappellini Sinopoli, pianoforte

sabato 10 luglio ore 21.15
SHAKTI, IL FEMMINILE DI DIO
Performance di musica indiana con danza

Compagnia di danza di Ileana Citaristi
In collaborazione con Indian Council for Cultural Relations