Siena. La Collezione Piccolomini Spannocchi nella Città Ideale

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Lorenzo Lotto La Natività

La Collezione Piccolomini Spannocchi è stata finalmente riunita stabilmente all’interno del Complesso Museale di Santa Maria della Scala di Siena dove potrà essere ammirata dai visitatori. È un avvenimento di grande rilievo sotto il profilo artistico, per il notevole pregio delle opere, e quello storico, in quanto mette in luce gli interessi dei collezionisti ed è parte di rilievo nella storia di Siena per l’importanza delle famiglie coinvolte.

Il Complesso Museale di Santa Maria della Scala di Siena aveva già dedicato ad una selezione di 43 opere della collezione una mostra, Una città ideale. Dürer, Aldorfer e i Maestri Nordici della Collezione Spannocchi di Siena  curata da Cristina Gnoni Mavarelli, Maria Mangiavacchi e Daniele Pittèri. La donazione della collezione alla Comunità Civica senese avvenne nel 1835, ora per la prima volta le 165 opere sono state riunite, mentre prima erano così divise: 137 erano alla Pinacoteca Nazionale di Siena, 24 al Museo Civico di Siena, 2 all’Amministrazione Provinciale e infine due -  Il congedo di san Floriano e Il martirio di san Floriano di Albrecht Altdorfer – erano in deposito dal 1913 alle Gallerie degli Uffizi di Firenze, per queste ultime non si sa se resteranno come prestito permanente. Inoltre i Cartoni preparatori, per le tarsie marmoree del pavimento del Duomo di Siena di Domenico Beccafumi, rimarranno alla Pinacoteca Nazionale di Siena, per motivi di spazio e per la significativa presenza di altre opere dell’artista.

Tra i pittori italiani spiccano i nomi di Lorenzo Lotto, Giovan Battista Moroni, Paris Bordon, Sofonisba Anguissola, Giuseppe Cesari, Giovanni Antonio Bazzi detto Sodoma; tra i nordici, quelli di Albrecht Dürer, Otto van Veen, Albrecht Altdorfer, Peeter Snayers. La riunione della collezione ha richiesto più di quarant’anni dai primi studi sull’argomento e ha visto la partecipazione di più studiosi. Alla cura scientifica del progetto e del catalogo, edito da Pacini Editore, infatti, hanno partecipato Cristina Gnoni Mavarelli, Anna Maria Guiducci, Maria Mangiavacchi, Elena Pinzauti, Veronica Randon, Felicia Rotundo, Francesca Scialla, facenti parte con Roberta Mari, Debora Barbagli, Caterina Biagini del gruppo di lavoro che da oltre due anni segue il progetto.

La Collezione Piccolomini Spannocchi si formò nel 1774 in occasione del matrimonio tra Caterina Piccolomini di Modanella e Giuseppe Spannocchi, membri di due famiglie senesi di antica nobiltà, fu questa l’occasione in cui le opere d'arte appartenenti allo sposo si unirono a quelle portate in dote dalla sposa. Alla ricostruzione della formazione della collezione sono stati dedicati lunghi studi passati e recenti con approfondimenti in corso. Esisteva sì l’elenco, redatto nel 1774 dall’abate Giovan Girolamo Carli, nel manoscritto intitolato Indice dei quadri esistenti in casa Spannocchi da S. Domenico, ma molti aspetti erano poco chiari, il recente rinvenimento dell’archivio conservato vicino Rapolano nel castello di Modanella in cui sono custodite molte carte delle famiglie Piccolomini e Spannocchi ha permesso di fare luce sulla provenienza delle opere.

Il problema riguarda la collezione Piccolomini per le acquisizioni provenienti in vario modo dalle collezioni dei Gonzaga. Le preziose collezioni dei Gonzaga contenevano oltre alle pitture, statue, pietre preziose, armi, libri, arazzi, naturalia e mirabilia; alla morte del duca Vincenzo (1587-1612) ii suo successore Ferdinando (1612-1626) ordinò la stesura di un elenco delle collezioni, elenco prezioso ma che, per varie ragioni, è incompleto. Il suo successore Vincenzo II (1626-1627) portò avanti la vendita al re Carlo I Stuart, conclusa nel 1628 da Carlo I di Gonzaga-Nevers (1580 – 1637) di importantissime opere d’arte, tra cui i Trionfi di Cesare di Mantegna. Per la successione del ducato di Mantova e Monferrato scoppiò il conflitto tra la Francia, che sosteneva Carlo di Gonzaga-Nevers, e Ferdinando d’Asburgo, che sosteneva Ferrante Gonzaga, duca di Guastalla. Nel 1630 ad opera delle truppe imperiali avvenne il sacco di Mantova con la dispersione delle opere.

In questa occasione entrarono in scena i due Piccolomini, Ottavio ed Enea Silvio che acquisirono in vari modi una serie di opere provenienti dalla Galleria Ducale, che si aggiunsero a quelle già precedentemente esistenti nella collezione Piccolomini, come testimoniato dall’elenco del Carli. Oltre a questa collezione bisogna prendere in considerazione la collezione raccolta da Lidivino Piccolomini di Modanella, non imparentato con i precedenti, e che fu preposto di Trento, le opere, di cui una parte proveniente attraverso vari passaggi dalle collezioni gonzaghesche, furono poi via via inviate a Siena. Inoltre dal 1774 ci sono stati frazionamenti prima di arrivare alla donazione del 1835, per cui la ricostruzione è stata particolarmente laboriosa.

Un altro aspetto interessante è la scelta dei collezionisti dei soggetti, religiosi, mitici, storici e poi ritratti e nature morte, anche la selezione degli artisti è sgnificativa, ci sono sì opere di notevoli pittori del centro e del nord Italia, ma quelle anche di pregevoli pittori del nord Europa, tedeschi e fiamminghi, che allora furono molto apprezzati non solo dai Gonzaga ma anche da altri collezionisti italiani. L’esposizione delle opere è stata pensata in modo da evidenziare la provenienza quindi sono tre le sezioni in cui si dipana il percorso: Mantova, Trento e Siena, i pannelli esplicativi sono chiari e sintetici e i dipinti sono ben collocati con una illuminazione adatta alla fruizione del visitatore.

Tra le opere presenti provenienti dalle collezioni dei Piccolomini segnaliamo quattro dei piccoli quadri, copia dai I Trionfi di Cesare, realizzati su rame da Ludovico Dondi, chiaramente provenienti dalle collezioni dei Gonzaga, e commissionati dopo la vendita degli originali di Mantegna, come anche le copie da Tiziano dei Dodici Cesari, dodici oli su tavola sempre del Dondi, sempre dei Gonzaga e venduti anch’essi. Di grande interesse la Natività di Lorenzo Lotto e alcuni ritratti di Giovanni Battista Moroni, ancora non è del tutto accettata la paternità di Dürer del notevole San Girolamo. Ne abbiamo elencate alcune, ma molte sono le opere che meritano attenzione che non abbiamo citato perché l’elenco sarebbe troppo lungo. Per chi volesse approfondire i vari aspetti della collezione, c’è lo splendido catalogo, edito da Pacini Editore, con moltissime fotografie a colori, schede esaustive sulle opere e saggi esaurienti dei curatori di questa collezione, che approfondiscono gli argomenti su cui abbiamo dato brevi cenni.

 

Pubblicato in: 
GN29 Anno XIII 26 maggio 2021
Scheda
Titolo completo: 

Santa Maria della Scala
Piazza Duomo 1,Siena
Orari:
dal martedì alla domenica
dalle 10:00 alle 19:00
Ultimo ingresso un'ora prima

Informazioni:
www.santamariadellascala.com
infoscala@comune.siena.it

Prenotazioni:
tel. 0577 286300 sienasms@operalaboratori.com

Visite guidate
È possibile richiedere una visita guidata telefonando allo 0577 286300

Prezzi biglietti

Intero: € 9
Ridotto: € 7: studenti, over 65 e disabili
Ridotto scuole e gruppi: € 5
Famiglie: 20
2 adulti+minori superiori ad anni 11