A Spoleto la 75° Stagione Lirica Sperimentale inaugura con Britten

Articolo di: 
Daniela Puggioni
The Rape of Lucretia. Foto di insieme. Foto Riccardo Spinella

La Stagione Lirica Sperimentale è arrivata al ragguardevole traguardo del 75°anno, la scelta di mettere in scena The Rape of Lucretia, Lo Stupro di Lucrezia, di Benjamin Britten, lo scorso 4 settembre, un’opera che quasi mai compare nei cartelloni dei teatri d’opera italiani, è un grande segno di vitalità artistica e culturale della direzione artistica di Michelangelo Zurletti, giunta al 32° anno, e da quest’anno affiancato da Enrico Girardi, come condirettore.

The Rape of Lucretia andò in scena per la prima volta all’Opera Theatre di Glyndebourne nel 1946, un anno dopo il successo del Peter Grimes. Il libretto è di Ronald Duncan dal dramma "Le Viol de Lucrèce" di André Obey, da Tito Livio e da Shakespeare, ma non si tratta di un dramma storico, perché lo sfondo è simbolico e solo il pretesto per descrivere una società dove dominano la tirannia, la violenza del potere e la corruzione. La vicenda viene vista e narrata con la sensibilità dei loro tempi da Duncan e Britten, una condanna morale, che in alcuni interventi del coro diviene religiosa, quasi morbosa. The Rape of Lucretia è un’opera da camera, la prima creata da Britten, di cui il compositore scrisse: “Ho intenzione di sviluppare una nuova forma d'arte la Chamber Opera che starà al Grand Opéra come il quartetto sta all'orchestra.

L’organico orchestrale è, infatti ridotto a tredici strumenti, il quintetto d’archi, flauto (anche ottavino e flauto in sol), oboe (anche corno inglese), clarinetto (anche clarinetto basso), fagotto, corno, arpa, percussioni e pianoforte. All’ascolto non si sente la mancanza di un organico più grande, Britten, infatti, ha creato un insieme strumentale molto efficace, prestando attenzione al timbro di ogni strumento per denotare con i colori strumentali ogni singolo passaggio drammaturgico e psicologico nello svolgimento della trama. La musica è tonale ma anche atonale in certi passaggi. C’è una notevole libertà nella disposizione degli interventi dei personaggi e del coro, ridotto a un tenore e un soprano, ma pienamente rispondenti alle esigenze dello svolgimento drammatico per rendere incisive le varie fasi dell’azione senza pause o cali di tensione. Britten risolve efficacemente i problemi della vocalità, recitativi e declamato, nei brani destinati ai vari personaggi, articolati soprattutto in duetti, terzetti e quartetti, ma sempre in un grande armonioso equilibrio drammaturgico.

L’opera è in due atti, ognuno diviso in due scene separate da un interludio orchestrale, come in una tragedia greca c’è il coro con funzione narrativa e di commento. Nella prima scena c’è la descrizione del coro della situazione di prepotenza, violenza e corruzione nella Roma sotto il dominio etrusco e la genesi dello spasmodico desiderio di Tarquinio. Viene, infatti, istigato a possedere Lucrezia da Junius, che non accetta il tradimento della moglie, poiché Lucrezia è l’unica moglie dimostratasi fedele durante una visita a sorpresa fatta alle mogli la notte precedente. La seconda scena si svolge nella casa di Lucrezia, moglie di Collatino, che sta filando insieme alle ancelle Bianca e Lucia, improvvisamente la serenità delle donne è turbata dall’arrivo di Tarquinio, che chiede ospitalità con la scusa che si azzoppato il cavallo, benché sia strano viene accolto e vanno tutti a dormire.

Nel secondo atto nella prima scena il coro riprende la descrizione delle nefande azioni degli Etruschi, si odono fuori scena le voci di Collatino, Junius, Bianca e Lucia che inveiscono contro i dominatori. Poi il coro descrive i movimenti furtivi di Tarquinio che entra nella stanza dove dorme Lucrezia e c’è la drammatica scena in cui il desiderio ignominioso di Tarquinio si scontra con il fermo rifiuto di Lucrezia, la tela cala sulla scena dello stupro con Tarquinio che la minaccia con la spada. Il coro commenta la scena con un testo in cui si invocano Cristo e Maria, come condanna del peccato commesso. Nella seconda scena è mattina e Lucrezia si mostra stravolta alle ancelle e manda a chiamare Collatino che giunge con Junius. Collatino, appreso l'accaduto, le dice che poiché non voleva si può dimenticare, non c’è vergogna e la perdona, ma Lucrezia si suicida perché non riesce a sopportare quello cha ha subito. Collatino si dispera, ma l’opportunista Junius coglie l’occasione per suscitare la ribellione. L’epilogo è affidato al coro il testo, se fosse avulso dal contesto sembrerebbe il compianto per una martire cristiana che ha affrontato il martirio.

Luci e ombre sulla regista, Giorgina Pi, che da una parte ha realizzato uno spazio scenico insieme alle proiezioni e alle luci funzionale, ambientando l’azione in una modernità astratta con costumi adatti e ha fatto muovere bene gli interpreti. D’altra parte il coro non era messo in luce nella sua funzione di narrazione e di commento perché si confondeva con i personaggi, inoltre quando le voci previste fuori scena sono invece in scena, si altera la resa sonora voluta dall’autore. Nonostante alcuni aspetti inquietanti di questo testo l’opera è straordinaria e affascina per le qualità musicali, che il direttore Salvatore Percacciolo ha messo in luce pienamente, grazie al prezioso lavoro compiuto con i bravi orchestrali e con i giovani cantanti alle prese con un’opera molto impegnativa per qualunque interprete in carriera, a maggior ragione per giovani alle prime esperienze. Il cast molto omogeneo ed equilibrato si è disimpegnato bene nell’interpretazione di questa opera di rara esecuzione e molto difficile da mettere in scena. Scroscianti applausi hanno accolto tutti gli interpreti alla fine dell’opera con numerose chiamate alla ribalta.

Pubblicato in: 
GN43 Anno XIII 16 settembre 2021
Scheda
Titolo completo: 

75° Stagione Lirica Sperimentale di Spoleto
Teatro Caio Melisso di Spoleto
Sabato 4 settembre 2021 ore 21.00

The Rape of Lucretia
Musica Benjamin Britten
Libretto di Ronald Duncan

Direttore Salvatore Percacciolo
Regia, allestimento scenico e costumi di Giorgina Pi
Assistente alla regia Valerio Vigliar
Luci Andrea Gallo
Video Bluemotion

Cantanti solisti del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli”
Collatinus Giacomo Pieracci
Lucretia Candida Guida

Junius Matteo Lorenzo Pietrapiana
Tarquinius Luca Bruno
Bianca Daniela Nineva,
Lucia Elena Salvatori
Coro Maschile Nicola Di Filippo
Coro Femminile Chiara Boccabella

Ensemble musicale del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli”
Benedetta Fabbri violino I
Margherita Pelanda Violino II
Giada Broz viola
Riccardo Viscardi violoncello
Andrea Cesaretti contrabbasso
Guido Pratesi flauto
Loris Palmeri oboe
Giacomo Poggiani clarinetto
Edoardo Filippi fagotto
Rosario Pruiti corno
Giulia Bigioni arpa
Marco Eugeni percussioni
Mariachiara Grilli pianoforte