La stanza delle meraviglie, il viaggio di due ragazzi speciali

Articolo di: 
Elena Romanello
stanza

Ad oltre un anno dall'uscita negli Stati Uniti, arriva finalmente in Italia La stanza delle meraviglie di Todd Haynes, già regista di Lontano dal paradiso e Carol, tratto dal romanzo di Brian Selznick. La stanza delle meraviglie che dà il titolo al film si riferisce a quelle antiche stanze piene di armadi e libri che servirono da fulcro per i musei. Un microcosmo d'incanto centrale nella ricerca di un ragazzino e una ragazzina, che a distanza di cinquant'anni, si addentrano in New York tra musei e librerie per scoprire la verità su loro stessi.

Rose vive nel 1927, è sordomuta, oppressa da un padre tirannico e con una madre che ha preferito dedicarsi al cinema e al teatro anziché a lei. L'unica speranza è suo fratello, impiegato al Natural History Museum della Grande Mela, da cui si rifugerà dopo che l'ambiziosa mamma l'ha respinta per l'ennesima volta.

Ben invece va a New York nel 1977, per scoprire dove è finito suo padre, di cui la mamma, bibliotecaria in un paesino del Minnesota, morta prematuramente in un incidente d'auto, non gli ha mai detto niente. Del suo passato ci sono solo delle visioni di lupi nella neve, nel suo presente c'è stato un fulmine che l'ha reso sordo.
Entrambi scopriranno un mondo diverso, faranno nuovi incontri e troveranno la loro strada nella vita, più vicina e legata di quello che può sembrare.

Un film strutturato come un romanzo di formazione, dove l'amore per la cultura è fondamentale, dai Musei di New York alla splendida libreria dell'usato in cui Ben scopre finalmente la verità sulle sue origini e il senso da dare alla sua vita.
La stanza delle meraviglie parla anche del delicato tema della disabilità,vista dal punto di vista di chi ne è affetto e in due periodi diversi, ormai lontani dall'oggi, cerca di superarla con l'amicizia e la ricerca.

Tecnicamente parlando il film recupera stilemi del cinema muto, soprattutto nella parte ambientata negli anni Venti e omaggia stili come l'animazione a passo uno e l'arte di ricostruire plastici, modellini e diorami, raccontando la vita di persone che in momenti diversi della loro vita si sono confrontate con il collezionismo del bello, per se stessi e per lasciare qualcosa dopo.

Una storia racchiusa tra un ottimo inizio e una conclusione che lascia un groppo in gola, nella parte centrale c'è un po' di lentezza, ma è bello vedere Rose e Ben, ragazzi curiosi che vogliono dare un senso alla loro vita in un mondo che devono imparare a sentire in altro modo.
Buono il cast, con una Julianne Moore in una doppia parte, con due personaggi l'uno agli antipodi dell'altro, un cameo di Michelle Williams e la rivelazione della giovanissima Millicent Simmonds, un volto di cui sentiremo ancora parlare. 

Pubblicato in: 
GN32 Anno X 3 luglio 2018
Scheda
Anno: 
2018