La storia del teatro raccontata da Oscar G. Brockett

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
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Risalire al mondo antico per comprendere e scoprire la genesi e l’origine del fenomeno teatrale è un'avventura che diventa possibile nel tempo presente grazie ad un libro monumentale, di cui è autore Oscar G. Brockett, grande studioso e cattedratico di fama mondiale, edito dalla Marsilio nella collana Biblioteca con il titolo Storia del teatro.

Il teatro, come hanno sempre notato gli studiosi, è il luogo in cui confluiscono diversi e innumerevoli linguaggi artistici: la poesia, la letteratura, la pittura, la architettura, la danza, la recitazione. Questo aspetto innegabile dell’arte teatrale impone alla storiografia, che studia questo linguaggio della cultura, il ricorso ad un metodo interdisciplinare. Per gli antropologi, si pensi a Frazer e Lévi-Strauss, il teatro discende dall'inclinazione dell’animo umano a raccontare e rappresentare gli eventi della vita e i problemi fondamentali della società. Per altri studiosi, invece, è necessario  cogliere le affinità esistenti  tra il linguaggio del teatro e i riti che fin dalla preistoria l’umanità ha compiuto, declamando formule e recitando versi.

Il rito di Osiride, che venne celebrato in Egitto dal 2500 al 55 A. C.,  spiega e chiarisce  molto bene il senso di quest'interpretazione volta ad individuare l'origine del teatro. Infatti da alcuni studiosi la nascita della tragedia è associata al culto di Dioniso. Nell’antica Grecia ogni anno si teneva e svolgeva la festa delle Grandi Dionisiache, durante la quale avveniva una competizione tra diversi autori di tragedie, commedie e testi satirici. Nella tragedia greca, si pensi alle opere di Eschilo, Sofocle ed Euripide, la rappresentazione aveva inizio con il famoso prologo, che illustrava al pubblico gli eventi al centro dl dramma. Il coro aveva la funzione di commentare quanto veniva rappresentato, mentre la vicenda era narrata in più atti. Il coro mutò la sua funzione già con le tragedie di Sofocle, assumendo il ruolo di spettatore di quanto era rappresentato. Rispetto a Eschilo, Sofocle pone una maggiore attenzione nel delineare la figura psicologica dei personaggi.

Nelle commedie di Aristofane, l’autore che ha inventato questo genere letterario, come le Nuvole e le Rane, vi è un riferimento diretto e esplicito ai temi di attualità, che riguardavano la vita politica, civile e culturale del suo tempo. Occorre tenere presente che gli spazi in cui erano rappresentati i drammi spesso si trovavano collocati nei pressi dei luoghi sacri dedicati al culto degli dèi.

Aristotele nella Poetica ha individuato gli elementi che costituiscono il dramma antico: la favola, i caratteri, il linguaggio, il pensiero, lo spettacolo. Secondo quanto scrive nei suoi libri Tito Livio, le prime rappresentazioni teatrali nella antica Roma vennero realizzate da attori di origine etrusca nel 364 A. C. Il termine latino per designare l’attività di attore, Histriones, discenderebbe dalla parola di origine etrusca Histeres. Le prime rappresentazioni drammatiche nell’antica Roma vennero promosse e messe in scena durante i Ludi Romani, la cui creazione si deve a Tarquinio Prisco. Plauto e Terenzio furono gli autori a cui si devono le commedie intrise di comicità e profondità, che colpiscono per i dialoghi scritti in un latino raffinato e colto, per la varietà nell’uso della metrica presente nei versi dei testi drammaturgici, per le sottili e argute facezie. L’autore in questo libro straordinario ricorda come le tragedie scritte da Seneca, quali le Troiane e Fedra, abbiano esercitato  una enorme influenza durante il Rinascimento sugli scrittori del teatro elisabettiano inglese.

Dopo il crollo dell’impero dell’occidente, gli attori cominciarono a vagare per le città, rappresentando i loro spettacoli nei luoghi in cui vi era  un pubblico educato e capace di percepire il valore artistico e culturale del teatro. Durante il medioevo si affermarono i drammi liturgici. Questi drammi, almeno inizialmente, erano rappresentati all’interno dei monasteri dei monaci Benedettini. Un modello di dramma liturgico è il testo compilato da Ethelwold tra il 965 e il 975 con il titolo Regularis Concordia. Il dramma religioso, scritto e recitato in volgare, trasse origine secondo gli studiosi dalle Laudi, delle quali Il pianto della Madonna, di cui è autore Jacopone da Todi, costituisce un esempio mirabile.

Con l'affermazione dell’umanesimo, nel primo Quattrocento, in Italia avviene il recupero degli ideali estetici della civiltà classica. Ludovico Ariosto, tenendo presente il modello della commedia classica, compone la Cassaria. Machiavelli, ispirandosi al testo di Plauto intitolato Casina, scrive la commedia Clizia. Nella seconda metà del Cinquecento tra i letterati italiani si ebbe un dibattito intorno ai contenuti della Poetica di Aristotele, in seguito al quale venne teorizzato il principio delle tre unità di azione, di tempo e di luogo, destinato a influenzare lo sviluppo dell’arte teatrale lungo i secoli.

Sia il libro di Leon Battista Alberti Sulla pittura sia il testo di Vitruvio De architectura in questo periodo storico favorirono la creazione di una nuova struttura del palcoscenico, per rendere verosimili e credibili  i drammi rappresentati nei teatri. La commedia dell’arte, basata sui ruoli fissi dei personaggi – si pensi alle figure e personaggi come Arlecchino e Pulcinella – e sull'improvvisazione, venne superata in virtù della riforma del teatro realizzata  da Carlo Goldoni nel Settecento. Per effetto di questa riforma si passò dal canovaccio e dall'improvvisazione, stili di recitazione seguiti e prevalenti al tempo  della commedia dell’arte, al testo scritto che gli attori dovevano interpretare fedelmente.

Per capire come è mutato il linguaggio teatrale lungo i secoli, Brockett si sofferma ad analizzare il testo Paradosso dell’attore di Denis Diderot  grande scrittore illuminista. Per Diderot era fondamentale superare la distinzione tra i generi del teatro, la commedia  e la tragedia, e pervenire alla nascita del genere intermedio. Secondo Diderot bisogna favorire il distacco e il senso critico nella coscienza dell’attore, per avere interpretazioni credibili e convincenti dei testi drammaturgici. Inoltre i testi teatrali devono essere interpretati con un linguaggio colloquiale, simile a quello della conversazione  quotidiana, e rifuggire il tono enfatico e declamatorio.

In questo libro viene anche analizzato anche il testo di Stendhal Racine e Shakespeare, in cui il grande scrittore sostiene il punto di vista romantico rivolto a dimostrare la superiorità del teatro di Shakespeare sui valori legati al mondo classico. Ampio spazio è dato nel libro alla concezione dell’opera totale concepita da Richard Wagner e ai drammi di Henrik Ibsen che hanno influenzato il teatro moderno e contemporaneo. Belle e indimenticabili appaiono nel libro  le pagine critiche sul teatro dell’assurdo di Samuel Beckett e Ionesco e sul teatro di crudeltà teorizzato da Antonine Artaud.  Un libro che rappresenta un evento per la nostra cultura e che tutti gli studiosi possono leggere per ammirarne la ammirevole completezza letteraria  e la  sconfinata erudizione.

Pubblicato in: 
GN32 Anno VIII 30 giugno 2016
Scheda
Autore: 
Oscar G. Brockett
Titolo completo: 

Storia del teatro. Dal dramma sacro dell'antico Egitto al nuovo teatro del Duemila. A cura di Claudio Vicentini, Venezia, Marsilio, 2016. Pp. 960. Euro 38,00.