Stradivarius. L'ipnosi di Caroli tra i boschi del Prélude

Articolo di: 
Livia Bidoli
Mario Caroli

Il cd di Stradivarius, dedicato ad uno dei rapporti più compositi ed imprescindibili per ricchezza d'espressione tra strumenti, ovvero flauto e pianoforte, si avvale di Mario Caroli al primo, e di Keiko Nakayama alla tastiera, facendoci avanzare nel meriggio caro a Debussy, il Prélude à l'après-midi del titolo, con un excursus piacevolissimo, partendo dal famoso colorista francese, ovviamente, fino a Ganne, ed imperlandosi di gemme che provengono da Fauré ad Enescu, e molti altri ancora.

Il virtuosismo che traspare dai morceaux, più o meno estesi, che si susseguono l'uno dietro l'altro è una caratteristica tipica da Prix o meglio da prove di Conservatorio che dovevano necessariamente verificare il livello della tecnica raggiunta; tra questi si annidavano opere di compositori più o meno conosciuti, tra i quali spicca il nostro Debussy che dona il titolo al cd.

Il Prélude à l'après-midi d'un faune, eseguito per la prima volta con grandissimo successo nel 1894, era una breve composizione orchestrale del giovane Claude Debussy, che si era ispirato ad una celebre egloga omonima scritta nel 1876 dal poeta Stéphane Mallarmé. Debussy aveva interpretato perfettamente la poesia di Mallarmé, creando, con la sua musica piena di suggestioni, un'atmosfera apollinea che non descrive, ma evoca un ambiente mitologico fin dall'inizio, con l'iridescente e onirico suono del flauto che introduce l'orchestra. Qui, naturalmente, il flauto è centrale all'intera composizione, nella trascrizione per flauto e pianoforte a cura di Gustave Samazeuilh. La suggestività è inoltre accentuata dalle stesse rimembranze di Mario Caroli che ce le racconta nel libretto: un incontro ipnotizzante col Prélude, innalzato alle vette del suono col suo Miyazawa di platino che, insieme al Grand Piano Steinway di Keiko Nakayama, si arricchisce delle suggestioni orientali provocate dai boschi invasi dalle cicale del loro aulico studio di registrazione giapponese.
Il racconto di una seduzione boschiva si traduce in una rarefazione ancora più intensa, un racconto a due, sottovoce, tra le fanciulle melodiche del piano di Nakayama, ed il tappeto sonoro che le avvolge continuo del flauto di Caroli, che immaginiamo un po' come il fauno che intende sedurle, con effetti raffinatissimi.

La Fantaisie di Hüe che segue fa il paio con quella più celebre di Fauré, ma è un florilegio di francesi, che Caroli tanto apprezza da essersi trasferito nella Ville Lumière: e quindi Taffanel con il suo primo allievo Gaubert, col quale ha stilato una didattica del flauto divenuto celebre metodo per chi coltiva lo strumento; ed ancora Caplet, e Périlhou, e poi Ganne, poco noti e le cui smaglianti linee melodiche tracciano raffinati fili di perle per il flauto.

George Enescu (Liveni, 19 agosto 1881 – Parigi, 4 maggio 1955), il compositore romeno per eccellenza, merita un discorso a parte, come sottolinea Caroli. A lui è dedicato un festival biennale,- un anno per il concorso, l'altro per il pubblico - di primaria importanza a livello mondiale per il programma, da sinfonico a lirico fino al balletto e per i suoi partecipanti internazionalmente noti, dai Wiener a Gergiev solo per fare due nomi. Di lui sono celebri soprattutto le due rapsodie romene, 1 e 2, composte tra 1901 e 1902. Il compositore romenoi trasferì nel 1895 a Parigi per continuare i propri studi e conobbe l'ambiente musicale dell'epoca: suonò insieme a Pablo Casals, Fritz Kreisler, Eugène Ysaÿe, Alfred Cortot, Jacques Thibaud, Maurice Ravel e Béla Bartók. È notevole anche la sua carriera come direttore d'orchestra, le sue sinfonie come le suites per orchestra tra cui spicca il Poema rumeno. Dopo la seconda guerra mondiale si stabilì definitivamente nella capitale francese dove è sepolto al Père Lachaise. Proprio al Festival Enescu, nella prima edizione, si ebbe la prima nazionale dell'opera Edipo nel 1958. Il Cantabile e Presto presenti nel cd danno un cenno di questa produzione che Caroli avrebbe voluto ancora più estesa, incuriosito dalla sua misterica enigmaticità e complessità nella composizione.

Ascoltare Caroli al flauto è godimento puro: tutti i colori di questa sortita fra le gemme in stragrande maggioranza francesi, risaltano in modo sublime, mentre Nakayama tappezza la tastiera con note di velluto, evidenziandone le cesellature più segrete e preziose.

Pubblicato in: 
GN22 Anno VII 23 aprile 2015
Scheda
Titolo completo: 

Stradivarius
Mario Caroli  Prélude à l'après-midi

Prélude à l'après-midi
Interpreti:
CAROLI MARIO (flauto)
NAKAYAMA KEIKO (piano)

1. C. Debussy "Prélude à l'après-midi d'un faune" 2. G. Hüe "Fantaisie" 3. G. Fauré "Fantaisie" 4. Ph. Gaubert "Madrigal" 5. G. Enescu "Cantabile et Presto" 6. P. Taffanel "Andante Parstoral et Scherzettino" 7. A. Caplet "Rêverie et Petite Valse" 8. A. Périlhou "Ballade" 9. Ph. Gaubert "Nocturne et Allegro Scherzando" 10. L. Ganne "ANdante et Scherzo"

CD Stradivarius STR 33997