Teatro Colosseo. Il drago di E. Schwarz tra fiaba e politica

Articolo di: 
Stefano Coccia
Il drago

In ciascuno di voi dovrò uccidere il drago”. Con questa battuta, pronunciata verso la fine, il prode Lancillotto riesce a condensare il senso più profondo di una pièce che balla in bilico tra un senso letterale, correlato alla fiaba, e quelle derive filosofiche, tendenti al grottesco, che tramite continue allusioni contribuiscono a definire un’altra dimensione, tutta incentrata sull’allegoria politica. Un drago, una fanciulla in pericolo, un cavaliere solitario, una città minacciata. Ruotando intorno a questi elementi, così classici da ricordare le analisi strutturali di Propp sui personaggi e sulla natura stessa della fabula, lo scrittore russo Evgenij Schwarz aveva saputo ricamare un intreccio di rara densità, iniziato peraltro alla vigilia dello scontro tra Unione Sovietica e Germania hitleriana; un intreccio nelle cui pieghe si celava lo sgomento di fronte alla dittatura nazi-fascista, l’invito a non farsi piegare dai più sordidi interessi e a lottare contro di essa, nonché la speranza in un futuro socialista e senza più oppressori.

Nel magnifico allestimento cui abbiamo assistito al Teatro Colosseo, dove lo spettacolo è andato in scena dall’11 al 16 dicembre 2012, la regia ispirata di Beatrice Gregorini e la vivace partecipazione di tutti gli interpreti hanno fatto sì che il testo rivivesse in modo coinvolgente, emotivamente intenso, quasi ipnotico. Ma un altro grosso contributo è arrivato in tal senso dai costumi di Giuseppe Santilli, dal make up di Valentina Sarti Magi e dalle scenografie di Marianna Sciveres, capaci con la loro creatività di forgiare la cornice idonea a un simile immaginario fantastico, contiguo però alle pieghe più dolenti e drammatiche della storia contemporanea. Sin dalla primissima scena, coi movimenti rallentati degli attori e i costumi sgargianti immersi in una dimensione ovattata, per certi versi onirica, si è colti da una sensazione straniante, un po’ come se a rivivere fosse lo spirito di qualche surreale cabaret dell’area mitteleuropea anni ’20. E le scelte musicali operate per lo spettacolo non fanno altro che accentuare quel senso di sospensione temporale, da cui si è portati a riconsiderare, in qualche modo, il significato più profondo del potere e della libertà.

Il resto ne Il drago lo fanno gli attori, parsi perlopiù nella parte. Alcuni addirittura magnifici. Lancillotto, interpretato con sfrontatezza e gagliardia da Francesco Bauco, è l’eroe positivo che affronta i rischi del caso e non bada a compromessi, pur di cambiare il mondo in cui vive. Giuseppe Santilli è il drago a tre teste (un costume per ogni testa, non a caso), camuffamento istrionico del potere, che sa ergersi ad oppressore o persino a ipotetico baluardo del popolo su cui domina, secondo le convenienze politiche del momento. Claudio Zarlocchi è il Gatto, pacioso fool miagolante che assumerà, al pari del resto della cittadinanza, una diversa consapevolezza di sé e della realtà in cui vive proprio grazie all’intervento dell’eroe. La sognante Francesca Petretto è la bella di turno, figlia dell’alchimista, inizialmente rassegnata al proprio destino di vittima ma capace anch’essa di maturare più alti ideali di lotta nel corso della rappresentazione. E c’è ovviamente un Borgomastro, interpretato in chiave grottesca da Alessandra Chiappa, a rappresentare il trasformismo della borghesia, pronta a piegarsi alla violenza del Drago/Dittatore come anche a prenderne il posto, se solo ne intravvede l’occasione. Accanto a loro i bravi Giuseppe Arnone, Arianna Adriani, Mario Sechi e la giovanissima Alessandra De La Fortuna Sciveres, per dar vita a uno spettacolo che si vive sul filo di un’emozione, lasciando poi abbondante materiale su cui riflettere.

Pubblicato in: 
GN8 Anno V 28 dicembre 2012
Scheda
Titolo completo: 

IL DRAGO
di  Evgenij Schwarz
regia Beatrice Gregorini
con Giuseppe Santilli, Francesco Bauco, Claudio Zarlocchi, Francesca Petretto, Alessandra Chiappa, Giuseppe Arnone, Arianna Adriani, Mario Sechi e la partecipazione della piccola De La Fortuna Scriveres

costumi Giuseppe Santinni
scene Marianna Sciveres
regia video Flavio Parente
make up artist Valentina Sarti Magi
direzione tecnica Angelo Ugazzi
coreografia Marica Gallo
aiuto regia Eugenia Cortese
ufficio stampa Rocchina Ceglia

11 - 16 dicembre ore 21, domenica ore 17 presso

TEATRO NUOVO COLOSSEO

via Capo d'Africa 29 - Roma
info 3279855479