Teatro dell'Opera di Roma. Maometto II capolavoro rossiniano ritrovato

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Maometto II: Marina Rebeca e Roberto Tagiavini - Foto Francesco Squeglia

Al Teatro Costanzi di Roma è andato in scena per la prima volta, a quasi due secoli di distanza dalla prima napoletana (3 dicembre 1820), il Maometto II un mirabile capolavoro di Gioachino Rossini , a lungo caduto nell'oblio perché oscurato dal suo rifacimento francese: Le Siège de Corinthe (L'assedio di Corinto) del 1826.

La sua riproposizione a Pesaro nel 1985 è probabilmente il frutto più stupefacente de La Rossini Renaissaince, che molto deve alla passione dell'agguerrito terzetto Cagli, Zedda e Gossett,  nell'allora comitato di redazione delle Edizioni Critiche della Fondazione Rossini. Cagli stabilì sulla base di un accurata documentazione chi fosse il vero autore del libretto: Cesare della Valle e non Voltaire. Come si fosse potuto scambiare il Maometto profeta, protagonista de Le Fanatisme ou Mahomet le Prophète, con lo storico conquistatore di Bisanzio è singolarmente strano, ma è accaduto.

Il problema più arduo da superare fu il ripristino della partitura originale, benché quella autografa sia a Pesaro per lascito del musicista, Rossini aveva riscritto sopra quella napoletana la successiva versione per Venezia del 1823, che precede il successivo adattamento parigino del 1827. L'edizione critica curata dal maestro Claudio Scimone si avvalse del ritrovamento dei pezzi mancanti della redazione napoletana, reperiti in biblioteche pubbliche e collezioni private anche grazie al prezioso aiuto del professor Philip Gosset. Cosa che permise la ricostruzione della partitura napoletana che fu eseguita a Pesaro nel 1985 dal maestro Scimone, che diresse anche la versione veneziana al Teatro la Fenice nel 2005.

Maometto II è una gemma periodo napoletano, in cui con la larghezza di mezzi messi a disposizione dal mitico impresario Barbaja e l'apertura culturale di un pubblico all'avanguardia in Europa, per la disposizione  ad accogliere le novità, permisero al musicista di sperimentare nuove forme teatrali e musicali.  Rossini si trovò a mettere in musica forse il miglior libretto del periodo napoletano, occasione che sfruttò magistralmente per forzare le rigide strutture chiuse operistiche – recitativi, arie e pezzi d'insieme – ampliandole per renderle funzionali all'incalzante susseguirsi degli eventi e dei sentimenti contrastanti dei personaggi, in particolare quelli di Anna, in un crescendo di tensione drammatica.

Il Maometto II non ha la sinfonia, ma la musica cupa e tragica introduce subito lo spettatore nel clima di un'assemblea convocata per deliberare l'ultima disperata difesa davanti ad un nemico soverchiante. Il successivo  terzettone così chiamato dall'autore per la sua forma dilatata, comprende anche  l'aria di sortita di Anna, la protagonista, in cui recitativo e aria sono piegati alle esigenze  drammaturgiche.  Irrompono poi il padre di Anna, Erisso, con Calbo, audace guerriero che Erisso vorrebbe che Anna sposasse. La protagonista confessa di amare un altro, Uberto di Mitilene, ma il serrato confronto con il padre porta alla scoperta che un altro ha usato quel nome, il drammatico terzetto viene interrotto da un colpo di cannone.

I due guerrieri escono mentre la scena successiva vede Anna interrogare angosciosamente le donne accorse, su quello che è avvenuto, rientrano poi precipitosamente i guerrieri. Erisso annuncia che a causa di un tradimento “tutto è perduto fuorché l'onore” e consegna alla figlia, disperata, un pugnale per uccidersi: così termina questa ampia sezione. Entra Maometto con i giannizzeri, nella sezione che conclude l'atto, vengono trascinati davanti a lui prigionieri, Erisso e Calbo, che sarebbero portati a la supplizio se non entrasse Anna.

A questo punto avviene la tragica agnizione: il falso Uberto è Maometto, era stato inviato, sotto mentite spoglie dal padre a perlustrare il luoghi da attaccare, l'assenza di Erisso, allora a Venezia con il vero Uberto non aveva permesso lo smascheramento dell'impostore. Anna posta, nel secondo atto di fronte al tragico dilemma di scegliere tra amore e dovere, da vera eroina tragica e non romantica sceglierà il secondo e dopo aver fatto fuggire Erisso e Calbo, non potendolo fare anch'essa, si ucciderà morendo tra le braccia di Maometto.

La musica e le forme chiuse che pure sussistono sono sempre piegate alle esigenze drammatiche, l'unica tradizionale aria di bravura, " non temer: di un basso affetto" di impervia difficoltà, presente è quella di Calbo, le arie non hanno le cabalette e spesso l'azione irrompe interrompendo arie e pezzi di insieme, cosa che ancora oggi ha disorientato il pubblico abituato ai pezzi chiusi. La musica profusa dal genio del pesare è di stupefacente bellezza nelle introduzioni strumentali, come quella che introduce l'ultima scena con il dolente e tragico a solo del clarinetto, nei cori , come nei pezzi di insieme e nelle arie così drammaticamente coinvolgenti come quelle di Anna e anche quella, struggente, di Erisso sulla tomba della moglie. La musica che allude alla figura materna è un motivo ricorrente quasi un  dolente leit motiv che evoca il dolore di Erisso e Anna.

Venendo alla rappresentazione di giovedì 3 aprile 2014, l'allestimento scelto era quello del Teatro La Fenice di Venezia realizzato da Pier Luigi Pizzi in occasione della prima moderna della versione veneziana del Maometto II.; versione molto più convenzionale con finale lieto, sinfonia introduttiva e una struttura più tradizionale. Dobbiamo confessare di avere rimpianto, e molto, l'allestimento che ci entusiasmò a Pesaro nel 1985, realizzato dallo stesso Pizzi, più adatto, a nostro avviso, al concitato svolgersi degli avvenimenti e di maggiore e convincente impatto visivo, per scene, costumi e regia. Le ragioni della scelta della direzione artistica non ci sono note.

La direzione di  Roberto Abbado ci è parsa una lettura attenta alla scrittura musicale,  ma non teatrale, priva della necessaria tensione drammatica. Bene l'orchestra con in rilievo le prime parti impegnate negli a solo, ricordiamo tra gli altri quello del clarinetto al secondo atto, bene anche il coro, a cui il compositore ha dedicato pagine intense quanto ardue, preparato con la consueta maestria da  Roberto Gabbiani Giorgio Trucco è stato un convincente Selimo  e così Enrico Iviglia  che ha ben reso il canto nobile di Condulmiero. Le prime parti che Rossini confezionò su misura per cantanti eccezionali pongono ardui problemi per l'ampiezza della tessitura e l'impervia tecnica vocale necessaria. 

La parte di Calbo fu scritta per un contralto notevolmente esteso, Alisa Kolosova nonostante sia un mezzosoprano, è riuscita a rendere abbastanza convincente il generoso e intrepido personaggio.  Nel  difficile ruolo di Erisso Juan Francisco Gatell ha convinto per la nobiltà del canto, è stato un autorevole condottiero  ma anche un padre affettuoso. Marina Rebeka si è disimpegnata nell'impervia parte che fu della Colbran, il timbro caldo e morbido della sua voce di soprano lirico ha reso bene soprattutto le parti in cui dominava l'effusione dei sentimenti, meno in quelle in cui è necessario per resa drammatica il grintoso possesso delle note più gravi. Roberto Tagliavini, come Maometto, ha riservato la migliore sorpresa della serata, la sua interpretazione ha ben reso tutti gli aspetti  vocali e le sfaccettature del personaggio. Il pubblico ha tributato lunghi e calorosi applausi a tutti gli interpreti ma soprattutto alla Rebeka e a Tagliavini.

Pubblicato in: 
GN22 Anno VI Numero doppio 10-17 aprile 2014
Scheda
Titolo completo: 

Teatro dell'Opera di Roma

MAOMETTO II
Teatro Costanzi
Musica di Gioachino Rossini
Dramma per musica
Libretto di Cesare della Valle
Direttore
Roberto Abbado
Regia, scene e costumi
Pier Luigi Pizzi
Maestro del Coro
Roberto Gabbiani
 
ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA
Allestimento del Teatro La Fenice di Venezia
dal 28 marzo all'8 aprile 2014

Rappresentazione di giovedì 3 aprile, ore 20.00

Cast
Paolo Erisso   Juan Francisco Gatell
Anna  Erisso   Marina Rebeka
Calbo          Alisa Kolosova
Condulmiero    Enrico Iviglia
Maometto II    Roberto Tagliavini
Selimo          Giorgio Trucco