Teatro dell'Opera di Roma. Il serpeggiante Sogno di Britten

Articolo di: 
Livia Bidoli
Lawrence Zazzo e Claudia Boyle

Al Teatro dell'Opera di Roma da martedì 19 fino al 26 giugno 2012,  è andata in scena l'opera più onirica di Benjamin Britten, con Shakespeare quasi per intero nel libretto a cura di Britten stesso e del compagno di sempre Peter Pears. A Midsummer Night's Dream, con la sua prima datata 1960, ha ricevuto la direzione a Roma di James Conlon e la regia di Paul Curran.

A Midsummer Night's Dream era da tempo nella testa di Britten, ma la stesura incominciò solo quando egli ebbe l'idea di scriverla per inaugurare la nuova Jubilee Hall dopo le modifiche apportate per la nuova stagione del Festival di Adeburgh: era il 1959 e fu scritta in circa sette mesi. La regione del Suffolk ha dato i natali a Britten ed il Festival è  stato fondato da Britten insieme al librettita Eric Crozier nel 1948. Un'altra premiere per Britten svoltasi qui fu Death in Venice nel 1973, tratta dal capolavoro di Thomas Mann, che avrebbe voluto che Britten trasformasse in opera anche il suo Doktor Faustus, ritenendolo il compositore più adatto.

Le opere di Britten, come giustamente ricorda Leonard Bernstein nel film dedicatogli con la regia di Tony Palmer e dal titolo A time there was: a profile of Benjamin Britten, non sono mai del tutto “pacifiche” o sognanti, come ad un'occhiata superficiale potrebbero apparire, e il Dream non fa differenza. Si ode, fin dall'inizio, serpeggiare un pericolo, un po' come in The Tempest di Shakespeare, suo conterraneo: entrambi sanno che dietro le fate si possono trovare bene e male, specialmente quando gli umani dormono mentre qualcuno di loro è desto, come Oberon e Puck.

Per la parte principale di Oberon, Britten sceglie un contralto, in quest'edizione il bello e non sempre agevole ruolo è svolto bene da Lawrence Zazzo, in coppia con la Titania di Claudia Boyle, una soprano di coloritura che abbiamo già ammirato anche per le doti recitative nel Candide di Bernstein, quest'inverno all'Opera di Roma. Le fate e i folletti sono contraddistinti da quei suoni eterei che ci si aspetterebbe accoppiati alle loro voci bianche: in particolare, Oberon è accompagnato da arpa e celesta mentre la figura acrobatica e recitativa creata per Puck pensando al figlio di Leonide Massine, è contraddistinto da tromba e tamburo. In questa rappresentazione la parte è svolta ottimamente e con slancio dal ballerino Micheal Batten, al suo debutto in quest'opera.

Accanto al piano soprannaturale vi sono quello degli innamorati e quello degli artitigiani. Per i primi abbiamo Elena, la più alta delle donne, che è un soprano, assegnato alla brava Ellie Dehn; la parte di mezzosoprano invece è affidata a Ermia, ovvero l'altrettanto brava Tamara Gura. Per quanto riguarda le due voci di Lisandro e Demetrio, abbiamo un tenore ed un baritono, estremamente ad agio nelle parti sono stati Shawn Mathey e Phillip Addis.

Gli artigiani, che compongono la parte più comica dei tre livelli di rappresentazione, si evidenziano maggiormente per i due ruoli cardine di Nick Bottom/Piramo, lo straordinario basso-baritono Peter Rose; ed il basso per Peter Quince/Tisbe, il bravo e simpatico Peter Strummer. Il ruolo di Flute fu per la prima volta rivestito da Peter Pears mentre qui è ben reso da Anthony Dean Griffey.

Questi tre livelli, ben delineati e riconoscibili a livello canoro e musicale, si intersecano nella foresta mediante il filtro magico che fa innamorare Titania di un asino e scambiare le fedi amorose ai quattro innamorati (prima distinti in Ermia e Lisandro da una parte, coppia già formata e Elena che ama Demetrio non ricambiata, dall'altra). Bottom farà la parte dell'asino amato da Titania durante la notte, per merito di Oberon, che le combina questo tiro per punirla dei litigi continui a causa di un fanciullo indiano prescelto da entrambi.
 
La musica segue il puro stile britteniano nella sua esplicitazione, iniziando da un coro che, sebbene canti in unisono, divarica le ombre stagliantisi sul palcoscenico,: c'è qualcosa che sfugge a loro stessi, elfi o fate che siano: il sogno domina su tutto, uno spazio musicale evocato anche dalla foresta quando vuota ritrae l'aspetto incantatorio di un luogo che prende vita quando gli altri dormono. Ed allora gli improvvisi sbalzi musicali, da una scena di melos degli innamorati,  fino al rincorrersi di arpa, clavicembalo e percussioni che delineano l'elemento soprannaturale – insieme a passaggi bitonali e dissonanti -, fino alla tramutazione di echi verdiani da Falstaff,  non sono che quella materia contraddittoria della quale siam fatti – per citare lo stesso Shakespeare “we are such a stuff as dreams are made on” (The Tempest 4.1.156-157) – che James Conlon ha esaltato in ogni sua dimensione e lasciandoci partecipi di ogni sua sfumatura di colore.

Una nota di pregio per la regia di Curran altresì attenta alle indicazioni di Britten per la scelta di cantanti capaci di recitare a loro agio e per le scene ed i costumi di Kevin Knight, adeguate le prime a trasporre una metaforica divisione tra gli uni spazi e gli altri (la foresta ed il castello), e cromaticamente risplendenti i secondi nella loro caratura essenziale e pittorica.

Pubblicato in: 
GN34 Anno IV 2 luglio 2012
Scheda
Titolo completo: 

TEATRO DELL'OPERA DI ROMA

A Midsummer Night's Dream
Musica di Benjamin Britten
Opera in tre atti
Libretto di Benjamin Britten e Peter Pears
Prima rappresentazione
martedì, 19 giugno, ore 20.30 (turno A)
Repliche
giovedì, 21 giugno, ore 20.30 (turno B) martedì, 26 giugno, ore 20.30 (turno C) sabato, 23 giugno, ore 18.00 (turno D) domenica, 24 giugno, ore 17.00 (turno E)
Direttore     James Conlon
Regia     Paul Curran
Scene e costumi     Kevin Knight
Luci     David Martin Jacques

Interpreti
Oberon     Lawrence Zazzo
Tytania     Claudia Boyle
Puck     Michael Batten
Theseus     Peter Savidge
Hyppolyta     Natascha Petrinsky
Lysander     Shawn Mathey
Demetrius     Phillip Addis
Hermia     Tamara Gura
Helena     Ellie Dehn
Nick Bottom     Peter Rose
Peter Quince     Peter Strummer
Francis Flute     Anthony Dean Griffey
Snug     Filippo Bettoschi
Tom Snout     Saverio Fiore
Robin Starveling     George Humphreys
ORCHESTRA DEL TEATRO DELL’OPERA
Nuovo allestimento
In lingua originale con sovra titoli in italiano