Teatro dell'Opera di Roma. Lo storico connubio tra Strehler e Figaro

Articolo di: 
Livia Bidoli
Le Nozze di Figaro

Da alcuni è considerata l'opera migliore di Mozart: sicuramente la K492 – come ben la enumera il catalogo mozartiano – è di una godibilità per il pubblico tutto, a 360°, e non teme confronti financo con la rossiniana tratta dallo stesso Beaumarchais qualche anno prima, ovvero il Barbiere di Siviglia (1775). Le Nozze di Figaro, che hanno avuto la loro prima al Burgtheater di Vienna il primo maggio 1786, sono approdate il 21 maggio – e vi resteranno fino al 3 giugno - al Teatro dell'Opera di Roma con la regia più celebre in Italia, quella di Giorgio Strehler, ripresa da Marina Bianchi, e l'allestimento del Teatro alla Scala di Milano

Prima tra le opere di Mozart con il libretto a cura di Lorenzo Da Ponte, è il secondo capitolo della trilogia teatrale sul barbiere Figaro di Pierre Augustin Caron-d Beumarchais: scritta nel 1773, Le mariage de Figaro mette insieme parecchi temi cari all'epoca, in cui i podromi dello sconvolgimento sociale provocato dalla Rivoluzione Francese, sono ironicamente portati alla ribalta. Il servo e barbiere Figaro infatti, si mostrerà ben più arguto dello sprovveduto Conte di Almaviva e, ritrovata anche la nobile madre perduta, riuscirà sia a sposare la sua Susanna – sottraendola alle avances del Conte in odor di ius primae noctis -, cameriera del Conte e della Contessa, sia a far ricongiungere amabilmente la nobile coppia, insediata dal giovine paggio interpretato da un soprano (o mezzosoprano) en travesti.

Sulle scene color panna del primo atto a cura di Ezio Frigerio, si presentano i personaggi: nel ruolo di Susanna la brava Rosa Feola, che ben conosce la parte e si coadiuva amabilmente sia col Conte sia con Figaro, rispettivamente interpretati dai bassi: il pisano Alesssandro Luongo e dal ben vivace austriaco che ben conosciamo, Markus Werba. La voce della Comtessa di Almaviva, che ci ha rivelato delle doti canore di prim'ordine, special modo nel secondo atto nella cavatina Porgi amor qualche ristoro; ma anche nel recitativo E Susanna non vien e nell'aria seguente Dove sono i bei momenti, come nel duetto con Susanna Canzonetta sull'aria.
Dal punto di vista delle voci – tranne Luongo che si sentiva bene fin dall'inizio – ci è sembrato che dal secondo atto, nella camera color giallino chiaro della Contessa di Almaviva, lo spettacolo prendesse il vivo, dinamico movimento di cui è intessuta la svolazzante musica mozartiana, che fa da eco e ben esalta i ricami buffi che contraddistinguono l'opera nel suo insieme ed andamento. Ben flautato il Cherubino dell'austriaca Michaela Selinger, oltremodo simpatico nella parte. Figaro è ben calibrato in ogni scena, per presenza vocale e attorialità; possiamo oltremodo sottolineare il recitativo e l'aria Tutto è disposto e Aprite un po' quegl'occhi nel quarto atto. Rosa Feola nella parte di Susanna presenta una vocalità particolarmente felice nel recitativo Giunse alfin il momento e nell'Aria Deh vieni, non tardar, del quarto atto.
Molto ben eseguite le parti a più voci e bene il Coro diretto da Roberto Gabbiani. L'Orchestra ci sembrava invece poco affine alla direzione di Roland Böer, e sembrava andar per suo conto. Movimenti coreografici  ben curati da Tiziana Colombo che, ben affiatata con la regia, compone deliziosi quadri di maniera nel terzo atto.

Il pubblico ha riempito tutti gli spalti ed ha a lungo applaudito, come si ci poteva aspettare da una rappresentazione storica come questa di Strehler, che nel quarto atto espone la scena migliore di Frigerio: il fondale dipinto di un giardino nel quale i personaggi si scambiano i costumi per un intreccio di burle, e tra i quali notiamo ancora quelli raffinatissimi in rosa antico della Contessa di Almaviva, a cura della compagna Franca Squarciapino, un connubio inossidabile da Strehler in poi.

Pubblicato in: 
GN27 Anno VII 28 maggio 2015
Scheda
Titolo completo: 

Teatro dell'Opera di Roma
LE NOZZE DI FIGARO
Teatro Costanzi
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Commedia per musica in quattro atti
Libretto di Lorenzo Da Ponte
 
durata 3 ore e 40 minuti circa (compreso un intervallo)
Direttore Roland Böer
Regia Giorgio Strehler
ripresa da Marina Bianchi
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Scene Ezio Frigerio
Costumi Franca Squarciapino
Movimenti coreografici Tiziana Colombo
LuciGianni Mantovanini
 
ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA
con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Danza del Teatro dell'Opera
diretta da Laura Comi
 
Allestimento del Teatro alla Scala di Milano
 
con sovratitoli in italiano e inglese
Prima rappresentazione
giovedì 21 maggio, ore 19.00
Repliche fino a mercoledì 3 giugno

Interpreti
Il Conte di Almaviva Alessandro Luongo /Vittorio Prato 23, 29, 3
La Contessa di Almaviva Eleonora Buratto /
Donata D'Annunzio Lombardi 23, 29
Susanna Rosa Feola /Anna Kasyan 23, 29
Figaro Markus Werba /Thomas Tatzl 23, 29
Cherubino Michaela Selinger /Raffaella Lupinacci 23, 29
Marcellina Isabel De Paoli
Don Bartolo Carlo Lepore
Don Basilio Matteo Falcier
Don Curzio Saverio Fiore
Barbarina Damiana Mizzi
Antonio Graziano Dallavalle