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Teatro di Belgrado a Roma. L'oscenità della solitudine
Il teatro di Belgrado Jugoslovensko Dramako Pozorište ha portato a Roma tre spettacoli: Sogno di una notte di mezza estate e Il mercante di Venezia di Shakespeare al Teatro Argentina e Phaedra's love di Sarah Kane al Teatro India; la recensione si riferisce al secondo (3 febbraio 2011) e terzo titolo (5 febbraio) citati.
Phaedra's love (L'amore di Fedra), secondo lavoro teatrale di Sarah Kane, trae ispirazione dalla Fedra di Seneca e le fu commissionato dal Gate Theatre di Londra dove fu rappresentato per la prima volta nel 1996. L'autrice sposta l'azione ai nostri giorni in una famiglia reale, in completo disfacimento morale – chissà se l'autrice, inglese, pensava a quella britannica - in cui Ippolito è il personaggio intorno a cui ruota il dramma.
Ippolito è completamente diverso dalla tradizione ed esprime il suo disgusto per la realtà che lo circonda comportandosi in modo disgustoso, - tra l'altro non si lava - totalmente passivo anche nel sesso, che concepisce unicamente come fellatio è del tutto anaffettivo. Rinnega il padre, un Teseo incolore e anch'esso ripugnante: ha fatto sesso con la figliastra Strofe ed è del tutto assente. Tutti: il medico, il sacerdote, la sorellastra Strofe e naturalmente Fedra cercano inutilmente di comunicare con lui ma Ippolito al massimo può usarli per il suo piacere sessuale per poi tornare ad ignorarli.
Solo la catastrofe finale lo scuote dal suo torpore, si sente vivo e partecipe solo prima di morire nella carneficina generale ad opera di una folla inferocita e decisa a farsi giustizia da sola, dopo aver appreso che Fedra ha addotto come motivo del suicidio il falso stupro commesso da Ippolito. Fedra è un vero personaggio tragico, vede come è il figliastro ma lo ama lo stesso e l'essere respinta dopo la fellatio la distrugge.
Il teatro della Kane nelle situazioni estreme e nel linguaggio aspro ed esplicito fa pensare alla tragedia giacobita ed al teatro espressionista. La regista Iva Miloševic ritiene che:”....L'osceno non scaturisca dalla sfera sessuale, ma piuttosto dal malessere dovuto al dover sopportare l'altrui sofferenza e solitudine. È questo ciò che è osceno: ciò che ci fa provare disagio..”.
La regia sottolinea l'incapacità di comunicazione dei personaggi e il loro disagio interrompendo l'azione: Fedra, Strofe e Ippolito manifestano quello che non riescono ad esprimere, con la mimica, urla, gemiti ma anche nel caso di Ippolito di godimento estremo nella carneficina, andando dietro uno schermo che ingrandisce e deforma il viso.
La scena è divisa in tre: lo schermo, lo spazio di Fedra della ipocrita normalità e la sudicia tana dove si è rinchiuso volontariamente Ippolito. Una soluzione particolarmente efficace per lo svolgimento del dramma; solo alla fine la catastrofe finale significativamente travolge ogni cosa.
La regia di Iva Miloševic aderisce al testo evidenziando con acuta crudezza gli avvenimenti ed i dialoghi; Mirjana Karanović e Ermin Bravo hanno dato un'interpretazione convincente di Fedra e Ippolito, aderendo ai personaggi con particolare efficacia.
Ha chiuso la rassegna Il mercante di Venezia di Shakespeare allestito con un'ottima compagnia di attori e la regia di Egon Savin che ha trasposto l'azione agli anni trenta del secolo scorso; lo spettacolo è nettamente diviso in due non per l'intervallo ma per l'intervento del regista.
Nella prima parte non ci sono interventi sul testo, è presente la Venezia immaginaria, comodo schermo per descrivere la realtà inquietante e feroce dell'epoca di Shakespeare, così come il mondo di favola di Belmonte. L'azione si dipana tra i due mondi a Venezia con il prestito dato da Shylock - come ebreo, per le leggi dell'epoca, è l'unico autorizzato all'usura - ad Antonio che fa da garante a Bassanio, che ne ha necessità per corteggiare la ricca Porzia. Se la somma di tremila ducati, in prestito per tre mesi, non fosse restituita alla scadenza, Shylock potrebbe esigere una libbra della carne di Antonio.
A questo intreccio principale si aggiunge quello della fuga di Jessica, figlia di Shylock, con Lorenzo che è cristiano, aggiungendo così nell'animo dell'ebreo un ulteriore motivo di rancore. Apriamo una parentesi per dire che lo Shylock di Predrag Ejdus è stato di notevole spessore interpretativo, un attore che ci ha colpito moltissimo per la capacità di renderne il motivato, sordo e feroce rancore a causa dei soprusi ricevuti e nel delinearne la cupa fierezza quando rivendica con forza il suo diritto di essere considerato persona.
Il fiabesco Belmonte è messo in parodia;ci attende una Porzia interpretata - unico caso in questo allestimento - da un uomo, Dragan Micanovic, bravissimo, e fin qui siamo nella pura tradizione elisabettiana, quello che abbiamo trovato fuori misura e dolciastro è la caricatura eccessiva della femminilità con mossettine, ammiccamenti e gridolini; di contro Nerissa ha l'aspetto di una rigida segretaria e l'accostamento è sicuramente risibile.
Superata con successo la prova dei tre cofanetti che gli consente di sposare Porzia, Bassanio è raggiunto dalla notizia che Antonio non è riuscito a restituire la somma entro la scadenza ed è citato in giudizio da Shylock. Nella seconda parte ci sono progressivi interventi nel testo, a nostro avviso del tutto immotivati, come la comparsa di squadristi fascisti con a capo Lancillotto gobbo, servo di Shylock. È rimasta integra la parte del processo con lo stratagemma giuridico vincente, ideato da Porzia, che sotto le mentite spoglie di avvocato, con Nerissa travestita da scrivano, riesce a farsi donare da Bassanio l'anello che gli ha dato come pegno d'amore e così fa Nerissa con Graziano, suo sposo e amico di Bassanio.
Nel ritorno a Belmonte non c'è lo scioglimento dell'intreccio con i rimproveri delle due donne verso i rispettivi mariti che con leggerezza hanno infranto le loro promesse, e il successivo svelamento del travestimento delle donne con il conseguente apparente lieto fine. C'è invece il perdurare dell'equivoco per Bassanio e Graziano che credono di essere stati traditi dalle loro mogli che affermano di essersi concesse ai possessori degli anelli. Antonio viene trascinato via dagli squadristi in quanto diventato povero e quindi inutile. Infine la conclusione è con le minacce di Lancillotto gobbo che provocano il suicidio di Jessica.
Una manipolazione che stravolge il testo, ci pare inoltre banale associare in ogni contesto il nazifascismo agli ebrei e soprattutto in un dramma in cui ci sono temi intriganti come la sottile contesa sessuale tra Porzia e Antonio verso Bassanio: tra eterosessualità, omosessualità e bisessualità, accentuato dal fatto che le parti femminili erano sostenute da ragazzi, come anche l'ipocrisia del comportamento dei cristiani riguardo a denaro e moralità smascherata da Shylock nella sua doppia veste di vittima e carnefice.