Teatro Eliseo. Il giuoco del guscio vuoto

Articolo di: 
Livia Bidoli
Umberto Orsini

Fino 20 novembre, sul palcoscenico dell'Eliseo, Umberto Orsini calcherà le scene con la stessa piéce di Pirandello in cui ha recitato vent'anni anni fa con la regia di Gabriele Lavia proprio all'Eliseo: stessa parte, quella del protagonista, Leone Gala, ma diversa regia, quella di Roberto Valerio, inaugurata con lui stesso e Maurizio Balò, che collabora a quest'ultima ed alla scenografia -, ma, soprattutto, una riscrittura drammaturgica che apre un pertugio nella matassa dei ruoli pirandelliani, e guarda con l'occhio del ricordo a Il giuoco delle parti.

Tratto da una novella precedente “Quando s'è capito il giuoco” (1913) da Novelle per un anno – in particolare dal quinto volume, intitolato Una giornata, uscito postumo nel 1936 -, Il giuoco delle parti è stato composto dall'autore nel 1918, ed un rimando all'anno è ripetuto più volte in questa piéce: una data particolare, il 22 ottobre 1918, quando accaddero i fatti che il protagonista sulla sedia a rotelle, impersonato magistralmente da Umberto Orsini, racconta, lasciando che prendano vita di nuovo, sulla scena. 

Il palcoscenico per Pirandello è stato sempre un tribunale dove i personaggi ed i loro ruoli venivano messi sotto processo, come ha fatto ben notare Giovanni Macchia nel suo pamphlet rivelatore Pirandello o la stanza della tortura (Oscar Mondadori, 2000) ed annota quanto “i personaggi di molte sue novelle (…) siano poi diventati gli esiliati, gli umiliati, i respinti”, esattamente come Leone Gala, il protagonista della nostra storia. Un uomo che, come testimonia lui stesso: “Mi sono esiliato dalle passioni, solo la ragione domina e fa perno sui concetti: ecco, il concetto è come questo guscio d'uovo, deve essere vuoto e su quel vuoto io faccio pernio”. Questo confessa all'amante della moglie Lilia – una bravissima quanto sensuale e provocante Alvia Reale -, il signor Guido Venanzi, nel ruolo Totò Onnis: mostrandogli il guscio vuoto dell'uovo, Gala sottolinea quanto tutto deve essere svuotato di emozione affinchè non arrechi più danno. E' così che lui ha accettato, garbatamente, il tradimento della moglie, sebbene all'inizio ne soffrisse, ed è con lo stesso savoir faire cortese, che si vendicherà, tendendo un non tanto ovvio tranello al rivale. 

Tutto quello che racconta Leone Gala, lo racconta da una sedia a rotelle posta in un ospedale tutto a pareti bianche e di vetro opaco, in un territorio del nulla e della follia, punto di partenza di quella che viene inopportunamente listata come “commedia”, con un anacronistico senso d'amarezza. Perchè l'amarezza qui lascia spazio ad un cinismo che all'inizio ci appare quasi compassionevole nei riguardi di questa donna “solo fisicamente presente e viva”, senza profondità reale, una sorta di animaletto che non fa che pretendere dagli uomini una servitù come quella che Alcina traeva dalle bestie, in cui aveva tramutato gli uomini

Il bianco del nulla e del vuoto, di quell'uovo alla coque che si cucina ossessivamente Leone Gala, digerendo metaforicamente quelle emozioni di cui non si può effettivamente cibare se non ingollandole. La stanza della tortura è quindi quella di un ospedale dove il marito continua a ricevere “per la solita mezz'ora” la moglie, torturandola lui ora, con i ricordi della sua vendetta vittoriosa, che afferma con le sue parole, chiosando: “La debolezza di un uomo e la tranquillità di un Dio”. 

Pubblicato in: 
GN1 Anno IX 3 novembre 2016
Scheda
Titolo completo: 

TEATRO ELISEO - Roma
1° - 20 novembre 2016
Umberto Orsini
in
IL GIUOCO DELLE PARTI

da Luigi Pirandello
adattamento Roberto Valerio- Umberto Orsini - Maurizio Balò

con
Umberto Orsini
e
Alvia Reale e Totò Onnis
e con
Flavio Bonacci
Carlo De Ruggieri
Alessandro Federico
Scene Maurizio Balò
Costumi Gianluca Sbicca
Regia Roberto Valerio
Produzione Compagnia Orsini

Teatro Eliseo - Via Nazionale 183
Info e tickets 06/83510216