Tesori millenari e foto dalla Mongolia al MAO di Torino

Articolo di: 
Elena Romanello
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Il MAO, Museo di arte orientale, di Torino in via san Domenico 11 ospita due nuove mostre che raccontano con strumenti diversi due aspetti del vasto mondo verso Est. Fino al 3 giugno è di scena La capitale delle steppe, mostra fotografica dedicata alle immagini dagli scavi di Karakorum in Mongolia. Edificata dal figlio di Gengis Khan, Karakorum affascinò viaggiatori occidentali, per poi essere abbandonata da Kublai Khan e distrutta in parte dall'impero Ming. Nei suoi pressi fu edificato Erdene Zuu, uno dei più importanti monasteri buddisti.

Gli scavi a Karakorum sono iniziati a fine Ottocento, coinvolgendo anche archeologi italiani: le foto in questioni raccontano un'antica capitale che è tornata e sta tornando alla luce, mostrando lo stato dei lavori ma anche vestigia poco note e impagabili.

Fino al 26 agosto invece si può visitare al piano terra Orienti: 7000 anni di arte asiatica dal Museo delle Civiltà di Roma, una mostra che consolida una nuova collaborazione tra due enti museali che si occupano di culture altre rispetto a quella occidentale, in attesa dell'apertura della nuova sede del Museo capitolino all'EUR.

Il percorso espositivo si snoda attraverso 180 opere, che raccontano l'arte di epoche e regioni poco presenti al MAO, lungo settemila anni di storia, a partire dalla fine del VI millennio avanti Cristo. All'interno della mostra ci sono due filoni, il primo sulla storia del Museo d'Arte Orientale di Roma e delle sue collezioni acquisite attraverso campagne di scavo, accordi internazionali, donazioni. Il secondo filone riguarda invece le varie aree culturali presentate in mostra, come il Vicino e Medio Oriente antico, l’arte sudarabica, l’arte regale degli Achemenidi, dei Parti e dei Sasanidi, l’arte islamica ghaznavide e quella dell’area persiana, le regioni dell’Asia meridionale e l’Asia orientale.
Dentro la mostra ci sono quindi esempi che illustrano la preistoria, l'Età del Ferro, l'arte delle culture imperiali dell'attuali Iran, l’arte buddhista del Gandhāra, la tradizione religiosa dell’Induismo e del Jainismo.

Tra gli oggetti esposti ci sono miniature indiane e bronzi tibetani, statuine cinesi e dipinti giapponesi, con pezzi unici come una testa funebre in alabastro a cavallo dell'era moderna proveniente dallo Yemen, un calice con terminazione a testa taurina in argento proveniente da Qasr-e Shirin, nell'Iran occidentale, del periodo achemenide, del IV secolo a.C, gli elemtndi di una cintura del periodo sasanide, l'acquarello del XVIII secolo proveniente dal Rajasthan e che racconta un diagramma cosmologico della religione jainista, un amuleto in giada della dinastia Shang del II millennio avanti Cristo. 

La mostra sulla Mongolia è aperta all'interno del percorso espositivo del MAO, mentre quella sul Museo di Roma è visitabile anche con un biglietto a parte. Gli orari di apertura sono dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18, sabato e domenica dalle 11 alle 19.

Pubblicato in: 
GN25 Anno X 8 maggio 2018
Scheda
Titolo completo: 

Mongolia e Oriente dal Museo di Roma al MAO di Torino

Anno: 
2018