Theater an der Wien. Die Ring-Trilogie: l'energheia primordiale

Articolo di: 
Livia Bidoli
Die Ring-Trilogie

Per la prima volta vediamo al debutto sul palcoscenico del Theater an der Wien di Vienna la Ring-Trilogie: la tetralogia wagneriana Der Ring des Nibelungen in tre serate (o giornate, come vuole l'originale) secondo la rilettura del direttore Costantin Trinks e della regista Tatjana Gürbaca, con Bettina Auer alla drammaturgia. Questo teatro apre all'opera magna di Wagner per successive tre serate, ripetute dal primo al 31 dicembre. Il Theater an der Wien è uno dei teatri più antichi di Vienna e fatto costruire dal librettista del Flauto magico di Mozart, Emanuel Schikaneder, tra 1798 e 1801, dove ebbe la sua prima il Fidelio di Beethoven nel 1805, e nel 1874 quella di Die Flidermaus di Johann Strauss.

Le tre serate della tetralogia wagneriana che hanno visto la luce al Bayereuther Festspiele nel 1876 per una composizione lunga 26 anni, dal 1848 al 1874, sono state in questa occasione remixate per questo nuovissimo allestimento con delle voci superlative, questo lo anticipiamo, e con le musiche delle tre giornate e del prologo del Ring, ovverosia, Das Rheingold (L'oro del Reno; il prologo o Vorspiel); Die Walküre (La Valchiria); Siegfried e Götterdämmerung (Il crepuscolo degli Dei).

La ORF Radio-Symphonieorchester Wien è stata diretta eccellentemente da Constantin Trinks, nato a Karlsruhe e direttore del Badisches Staatstheater della cittadina dal 2006 al 2009, e poi allo Staatstheater Darmstadt fino al 2012, dove ha diretto il suo primo Der Ring des Nibelungen. Trinks ha una lunga carriera wagneriana – in parte sotto la guida di Christian Thielemann - che lo ha condotto a Bayreuth a dirigere la prima opera di Wagner, Das Liebesverbot. ed ha celebrato il bicentenario wagneriano nel 2013 conducendo Der fliegende Holländer alla Semperoper di Dresda (dove si ebbe la premiere nel 1877). Quest'anno, presenza di spicco dell'Opernfestpiele di Monaco della Bayerische Staatsoper, dirigerà Arabella di Strauss per la nuova stagione .Oltre ad essere un esperto direttore wagneriano è raffinato interprete di opera contemporanea, e nel 2015 lo abbiamo potuto seguire dal vivo a Palermo per Gisela! di Hans Werner Henze.

Quel che colpisce fin dalla prima serata della Ring-Trilogie divisa in tre serate: Hagen, Siegfried e  Brünnhilde, è l'incredibile e sontuosa unità musicale, che intreccia, sebbene separandoli e sincronizzandoli ex novo tra di loro, i leitmotiven della melodia infinita creata nell'opus magnus dei quattro drammi musicali del Ring. Questa unità si percepisce immediatamente e situa l'ascoltatore nell'humus creato dalle voci superbe dei cantanti tutti e dalla conduzione vigorosa della ORF da parte di Trinks e completamente condivisa da un pubblico silenzioso, attento e dagli scrosci di applausi al termine di ogni serata.

Quel che vediamo sul palco in apertura con Hagen è ciò che è stato pensato da Trinks e Gurbaca come episodio centrale del rivolgimento degli eventi del Ring: l'assassinio di Siegfried da parte di Hagen, che verrà ripetuto ad ogni apertura di sipario per ricordare al pubblico il climax di tutti gli eventi e ciò che porterà alla fine degli dei e del Valhalla ed al nuovo mondo generato dalla caduta del vecchio (nella mitologia nordica dal quale proviene il mito del Ring, Ragnarök).

Quel che ascoltiamo dopo la comparsa del nano Alberich, che è interpretato dal possente Martin Winkler, basso-baritono che ha rivestito lo stesso ruolo al Bayreuther Festspiele,  è la voce aulica delle tre Rhinemaidens (le Figlie del Reno): Floßhilde con la voce di Ann-Beth Solvang; Mirella Hagen come Woglinde e Raehann Bryce-Davis nel ruolo di Wellgunde, eccellenti tutte nel far risuonare la voce della dilagante natura dell'acqua e dei suoi flutti, in un magico incanto.

Alberich, il nano che maledice l'amore per rubare l'anello alle tre Figlie del Reno, e che fa rabbrividire anche per la parte assegnata secondo l'allestimento: perverso e pedofilo, violenterà le Rhinemaidens nel fango del Reno, con accanto il piccolo Hagen – il bimbo che lo interpreta è Niklas Schönhofer -  che assisterà a tutto, essendo teatro lui stesso di molestie. Simbolicamente parlando, si tratta di una messinscena che assegna un costume contemporaneo a tutti i protagonisti, compreso Siegfried, che sembra una specie di teppista comune, la cui spada Nothung è rappresentata come un coltello da piccolo criminale, ed il Tarnhelm (l'elmo che rende invisibili) diventa una corona di corna da vichingo (che in realtà non indossavano, è una creazione surmitologica).

Tutti sono degli outsider, come le tre Figlie del Reno ultratruccate e vestite con colori shoking da prostitute; i mafiosi Wotan e Loge; l'ingannatore Mime indossa una kippah ebrea; Hunding è un ubriacone mentre Siegmund una sorta di barbone che cerca rifugio da Sieglinde, la sconosciuta sorella gemella, figlia di Wotan come lui.
Hagen, cresciuto nell'odio da Alberich, spinge il re Ghichibungo Gunther – sorta di piccolo borghese inetto insieme alla sorella Gutrune, dal comportamento ed abiti da segretaria del dopoguerra – a sposare Brunilde e fa bere una pozione magica all'”Eroe liberissimo” nietzschiano Siegfried, solo per sottrargli l'anello. Fafner stesso è un barbone ubriacone mentre l'uccello della foresta (Waldvogel) è una sorta di hippy homeless vestita come Pippi Calzelunghe. 

In tutto questo gran baillamme, l'unica che conserva la sua purezza dall'inizio alla fine – tranne nella parte in cui, ingannata, aiuta Hagen nella vendetta contro Siegfried – è Brunilde, che si mostra sempre ferma nelle sue intenzioni, ed ha una grandezza tutta sua, specialmente la terza sera, dedicata a lei, della fine dell'anno, in cui il duetto tra Ingela Brimberg (Brunilde) e suo padre Wotan (Aris Argiris) è talmente struggente da far lacrimare gli occhi.

Ritornando alla scansione: Hagen, il primo episodio, si è svolto il 29 dicembre ed ha assemblato diverse parti, dal furto di Alberich alle Figlie del Reno dell'anello, fino al furto di Wotan e Loge attuato su di lui con estrema violenza – scene di tortura - compresa quella relativa al matrimonio di Siegfried con Gutrune, che sono seguiti grottescamente dai Nibelunghi felici di averli burlati insieme ad Alberich, il loro re, ed Hagen, suo figlio.

L'Hagen di Samuel Youn (Seoul, 1971) è stato particolarmente incisivo: per voce ed attorialità per un grande cantante wagneriano che ha debuttato a Bayreuth nel 2005 rivestendo vari ruoli, e sostituendo nel Der Fliegende Holländer del 2012 Evgenij Nitkitin nel ruolo dell'Olandese proprio al Festspiele.

Il ruolo di Mime l'ingannatore, è del flessuosissimo tenore olandese Marcel Beekman, specializzato nel barocco e che qui risplende in una parte più che controversa, indossando la kippah. Estremamente bravo è il giovane Gunther del baritono islandese Kristján Jóhannesson, di notevole rilievo ed ha debuttato in questa stagione al Theater an der Wien con il Wozzeck di Alban Berg: annotiamo che sarà Starveling nel Midsummer Night's Dream di Britten con la regia del nostro Damiano Michieletto.

Il baritono greco Aris Argiris ha la stazza e la voce di un Wotan potente e sicuro che, come abbiamo detto sopra, ha dato il meglio di sé nella terza serata, con la Brunilde della soprano Ingela Brimberg, maestosa Valchiria svedese di nascita, che ha sostenuto il ruolo più difficile in assoluto nell'ambito wagneriano. Volentieri annunciamo che sarà Senta nell'Olandese Volante alla Staatsoper Hamburg ed Elsa nel Lohengrin a La Monnaie a Bruxelles. Il tenore americano Michael J. Scott riveste compiutamente la parte di Loge, nel suo agire sinuoso e sardonicamente falso con una voce ricca di sfumature come quella di Mime. Le musiche per Hagen sono tratte da Das Rheingold e dal Götterdämmerung.

Nel Siegfried del 30 dicembre ascoltiamo in tutta la sua potenza il tenore americano Daniel Brenna, che ha calcato i più grandi teatri del mondo, dalla Scala al MET, fino al Festival di Salisburgo, e come Siegfried e Siegmund nel Ringal Festival Wagner di Budapest.
Brenna si presenta insieme a Mime sul palco e grazie a lui ripercorre il racconto della sua infanzia, presentatagli attraverso un cubo nel quale osserva la scena del primo incontro tra i suoi genitori gemelli, Sieglinde  - la bella soprano lettone Liene Kinča, dalla voce flessuosa e calda che interpreta bene anche la parte di Gutrune– e Siegmund – affascinante voce e fisico del tenore svedese Daniel Johansson che ha cantato bene nonostante fosse malato -.
Tra i futuri genitori di Siegfried c'è però il marito di Sieglinde, Hunding, che viene sostenuto dalla buca dal potente Samuel Youn mentre sulla scena è interpretato dal basso slovacco Stefan Kocan che, essendo malato, ha rivestito – e bene – solo il ruolo di Fafner sul palco e con voce piena. Il suo è un basso profondo notevolissimo che ha cantato con Anna Netrebko come Masetto nel Don Giovanni a La Scala, e che Daniele Gatti ha consacrato al Metropolitan nel 2009 sotto la sua direzione.

Dopo che Wotan lascia la spada Nothung a Sieglinde – che è destinata a suo figlio – e la morte dei due genitori di cui Brunilde salverà il pargolo, ascoltiamo Brenna nel meraviglioso Canto a Notung (che è la spada “necessaria”): “Nothung, neidliches Schwirt!” (Nothung, spada invidiabile!) che dovrà riforgiare. Perfetto nella sua potenza e forza incommensurabilmente densa di energia primordiale, ne ha fatto vibrare tutta la sala con grande espansione e generosità. Rompendo la lancia delle rune di Wotan che si presenta sotto le sembianze del Wanderer – l'archetipo del padre, nonostante sia il nonno formalmente - Siegfried si lancia alla conquista della sua salvatrice e donna più splendida al mondo, Brunilde. La musica proviene da Siegfried e Die Walküre.

La serata ultima dedicata a Brunilde la valchiria si apre il giorno della fine dell'anno, il 31 dicembre, con lei cui viene richiamata alla memoria la morte di Siegfried per mano di Hagen. Lei ha salvato Siegfried interpretando – un novello psicanalista Wagner prima di Freud e di una profondità unica – il vero desiderio del padre Wotan, che contrastava con le sue parole. Qui abbiamo una Ingela Brimberg in stato di grazia, che fa tremare qualsiasi altra emozione e la espunge dal cuore tramutandola in fortissimo sentire. Argiris – descritto prima – è di una potenza unica nel contraddirla sebbene serpeggi tra i due una maestosità congiunta nel restare ognuno dalla sua parte, nonostante la sofferenza inoculata con veleno dal Dio-padre con la sua condanna della figlia ad essere imprigionata su una rupe circondata dal fuoco. Solo l'”Eroe liberissimo” che ha sfidato il padre potrà liberarla e rivelarle il suo sentimento nell'idillio d'amore che segue: momento altissimo tra Brimberg e Brenna, che rende, insieme al duetto tra Wotan e Brunilde ed al canto finale di lei, la serata dedicata a Brunilde la più alta vetta raggiunta tra le tre. La sincronia, tra suoni, canto, levatura della poesia del libretto di Wagner, è assoluta in un apice romantica di Sehnsucht (anelito per l'infinito).
A nulla varrà la richiesta della sorella valchiria Waltraute – brava anche in questa parte Ann-Beth Solvang, prima ascoltata come Floßhilde – di riconsegnare l'anello, dono d'amore di Siegfried a Brunilde, per ricomporre l'unità originaria: finché non sarà tradita proprio dal suo amato Siegfried che ha dimenticato tutto grazie alla pozione di Hagen e che ora la violenta per darla in sposa a Gunther, con cui ha stretto un'alleanza di sangue. Solo la vendetta e la sua morte salderanno il debito per quell'anello che dona la morte a chi lo possiede, secondo la maledizione di Alberich.

Il mondo del passato è destinato a perire con Siegfried, l'ultimo degli eroi, per dare luogo alle generazioni future, rappresentate da due bambini che si danno la mano. Wotan su una sedia a rotelle è ormai inabile a fare ancora del male e Brunilde segue l'eroe in un quadro che Tatjana Gürbaca ha dipinto come un ospedale. Ben rappresentata soprattutto la caverna di Brunilde con un piano, riflesso dell'armonia creata dalla musica che scorre come il Reno quando viene riconsegnato l'anello alle sue Figlie. La musica proviene da Die Walküre e Götterdämmerung

Onore al Maestro Trinks per la direzione e l'invenzione di un concatenamento della melodia infinita wagneriana in un tessuto pienamente fruibile come nelle intenzioni del suo creatore: la profonda matrice psicologica che si riflette in ognuno dei leitmotiven, dall'Anello, a Nothung, da Siegfried a Brunilde, un flusso senza interruzione di continuità che fa pienamente percepire la potenza poetica di una musica dell'Avvenire.
Il Direttore del Coro Erwin Ortner ha diretto magistralmente il Coro Arnold Schönberg che compare sulla scena con la venuta dei Nibelunghi prima al seguito di Hagen poi fino a quello del matrimonio tra Gutrune e Siegfried che chiude la prima serata, per poi ripresentarsi tutto alla fine contro Gunther. Una massa di cantori Nibelunghi che si innesta sincronicamente nel tessuto musicale.

Il brindisi con un pubblico festante è stato il conclamarsi di una nuova speranza per un Mondo Nuovo che solo la sublime nobiltà di Wagner, poeta come librettista come compositore, ha potuto generosamente regalare affinché il mondo si liberi dalle sue catene d'Oro dei Nibelunghi ed aspiri ad un universo armoniosamente vibrante nella purezza di un eroe liberissimo, Siegfried, accanto ad un'eroina liberissima, Brunilde.

Pubblicato in: 
GN9 Anno X 5 gennaio 2018
Scheda
Titolo completo: 

Theater an der Wien – Vienna
Die Ring-Trilogie – Richard Wagner
dal primo al 31 dicembre 2017
Serate del 29, 30 e 31 dicembre 2017

HAGEN 29 dicembre 2017
SIEGFRIED 30 dicembre 2017
BRÜNNHILDE 31 dicembre 2017

Musica e libretto di Richard Wagner dal
Der Ring des Nibelungen (1848-74)
Concezione di Tatjana Gürbaca, Bettina Auer e Constantin Trinks
In tedesco e sottotitoli in tedesco
Produzione del Theater an der Wien

Direttore Constantin Trinks
Regista    Tatjana Gürbaca
Scenografia  Henrik Ahr
Costumi Barbara Drosihn
Luci Stefan Bolliger
Drammaturgia Bettina Auer

Cast
Brünnhilde Ingela Brimberg
Wotan/ Wanderer  Aris Argiris
Siegfried Daniel Brenna
Waltraute / Floßhilde     Ann-Beth Solvang
Hagen     Samuel Youn
Alberich Martin Winkler
Sieglinde Liene Kinca
Siegmund Daniel Johansson
Hunding / Fafner Stefan Kocan
*– 30/12 Samuel Youn nella parte di Hunding dalla buca -  Kocan sul palco solo attore
Mime Marcel Beekman
Loge Michael J. Scott
Gunther Kristján Jóhannesson
Gutrune Liene Kinca
Woglinde Mirella Hagen
Wellgunde  Raehann Bryce-Davis

ORF Radio-Symphonieorchester Wien
   
Direttore del Coro  Erwin Ortner
Coro Arnold Schönberg Chor

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