Ti ho cercata in tutti i necrologi. La cometa di Giannini

Articolo di: 
Stefano Coccia
Ti ho cercata in tutti i necrologi

In un momento in cui il panorama del cinema italiano, dominato dalla magnifica, sulfurea e barocca visionarietà dell’ultimo Sorrentino, sembra mostrare per il resto un certo appiattimento e ben poche eccellenze, è riapparso nelle nostre sale un film di Giancarlo Giannini, Ti ho cercata in tutti i necrologi.. Neanche fosse la Cometa di Halley. Il paragone potrebbe sembrare strampalato, eppure la celebre cometa si avvicina alla Terra a intervalli di 76 anni circa, come per primo scoprì l’astronomo inglese Edmond Halley; mentre un calcolo sicuramente meno scientifico ci fa sospettare che il pluripremiato interprete italiano torni, ogni 26 anni (facendosene perciò scontare 50, rispetto alla cometa) , a farsi tentare dalla regia.

Il suo esordio come regista cinematografico risale infatti al lontano 1987: Ternosecco, un film in cui recitarono anche Victoria Abril e George Gaynes, accanto a lui. Da quell’estemporaneo episodio ai giorni nostri la carriera del Giancarlo Giannini attore ha decisamente spiccato il volo, sia in Italia che a livello internazionale. Ma abbiamo dovuto aspettare i primi mesi del 2013, per farci nuovamente un’idea di come sia per lui dirigere un film. E l’idea che ci siamo fatti ha evidenziato, purtroppo, qualcosa di stantio e di fastidiosamente autoreferenziale.

Passando dai paragoni astronomici a quelli cinefili, il ritorno alla regia di Giancarlo Giannini ci ha suggerito qualche analogia col recente esordio di Luigi Lo Cascio, La città ideale: in entrambi i casi ambizioni smisurate, non sostenute però dalla capacità di tradurre le intenzioni, verosimilmente alte, in un racconto cinematografico coeso, incisivo, credibile. Se l’opera di Lo Cascio ci era parsa un tentativo di portare atmosfere kafkiane nel cuore della provincia italiana senz’altro lodevole, ma destinato a inciampare in scelte attoriche discutibili e in dialoghi scombinati, ripetitivi, pretestuosi, talvolta prossimi al ridicolo, sorprende un po’ che anche in Ti ho cercata in tutti i necrologi vi sia la recitazione, tra le potenziali falle di un discorso cinematografico approntato per volare alto. O quantomeno per provarci. Tutto ciò sorprende, ma fino a un certo punto, se si pensa a quanto pesi sul genuino talento del Giannini attore il rischio di un’enfasi eccessiva. Nel caso suo e di altri potremmo anche definirla: la Spada di Damocle dell’overacting.

Eros e Thanatos. Questi gli assi cartesiani di un film che vede Giancarlo Giannini sia nelle vesti di regista che in quelle di interprete principale; il suo personaggio è Nikita, becchino dall’oscuro passato (strada facendo si apprende che in Canada ci è emigrato per nascondersi, tormentato da chissà quali scheletri nell’armadio) che cede spesso e volentieri alle lusinghe dell’alcol, del gioco d’azzardo e delle belle donne. Quasi a compiacere una struttura narrativa e una messa in scena troppo a compartimenti stagni, sarà proprio la supponenza di Nikita nel sedersi al tavolo da gioco con alcuni riccastri, avversari più astuti e smaliziati del previsto, a introdurre una insolita e sottilmente beffarda concatenazione di eventi; a partire proprio da quel ruolo di preda per una spietata caccia all’uomo, accettato prima per saldare i propri debiti coi miliardari in questione, presentatigli in precedenza dall’ineffabile mentore Braque (un F.Murray Abraham quanto mai composto e flemmatico), poi per guadagnare vagonate di soldi e sfidare al contempo la morte. In questo gioco si inserirà infine Helena, bella ereditiera tanto ricca quanto soggetta al tedium vitae (notevole la sensualità di Silvia De Santis nel dar vita a questo personaggio), che col protagonista instaurerà un rapporto morboso.

Presupposti assai interessanti, volendo, ma all’atto pratico sono soltanto le scene della caccia all’uomo, girate con un piglio da action movie in salsa noir, a brillare di luce propria. Invece di avvicinarlo allo spettatore, le mille pose melodrammatiche o semplicemente troppo calcate di Giannini rendono via via più indigesto il suo personaggio, imbrigliato peraltro in dialoghi stantii sulla metempsicosi, sul senso della vita, sulle pulsioni erotiche e sul sentirsi attratti dalla morte, che sanno un po’ troppo di cattiva letteratura. Se a ciò si aggiunge, specie sul finale, un uso della computer grafica anch’esso enfatico e tendenzialmente pacchiano, allora c’è il rischio che qualche felice intuizione affondi progressivamente in un mare di banalità, come è in parte avvenuto.

Pubblicato in: 
GN30 Anno V 4 giugno 2013
Scheda
Titolo completo: 

Ti ho cercata in tutti i necrologi
GENERE: Thriller
REGIA: Giancarlo Giannini
SCENEGGIATURA: Luca D'Alisera, Ludovica Rampoldi
ATTORI: Giancarlo Giannini, F. Murray Abraham, Silvia De Santis, Jonathan Malen, A. Frank Ruffo, Mary Asiride, Andreas Schwaiger, Jeffrey Knight, Hume Baugh, Jeffrey R. Smith

Uscita al cinema 30 maggio 2013

FOTOGRAFIA: Giovanni Fiore Coltellacci
MONTAGGIO: Roberto Perpignani
MUSICHE: Adriano De Santis
PRODUZIONE: Magalì Production, Dean Film e Rai Cinema
DISTRIBUZIONE: Bolero Film
PAESE: Canada, Italia 2013
FORMATO: Colore