Torino. Robert Wilson e l'onirica iconologia Pop

Articolo di: 
Laura Boeri
Salma Hayek

A Torino, nelle spettacolari sale di Palazzo Madama, è possibile ammirare, fino al sei gennaio prossimo, gli innovativi ritratti animati del genio creativo di Robert Wilson. Wilson è definito uno dei più grandi artisti visivi del nostro tempo. La sua arte e la sua originalità sono stati premiati in più occasioni, come nel 1986 quando vinse il Premio Pulitzer o nel 1993 quando gli fu assegnato il Leone D'Oro per la scultura alla Biennale di Venezia.

Nelle maestose sale sabaude di Palazzo Madama, affianco ai ritratti rinascimentali di condottieri e sovrani, spiccano i video ritratti degli eroi del nostro tempo. Attori, icone gay, scrittori e un'ex imperatrice, per un totale di diciotto video, tutti immortalati da Wilson in quello che sembra essere un mondo parallelo e onirico.
I colori sgargianti e fluo ricordano la Pop Art, le musiche di sottofondo fanno spesso da contrasto con l'immagine intrappolata nel monitor.

La vera innovazione è che Wilson usa quasi tutti i sensi dello spettatore, non solamente la vista, come accade con il ritratto classico. Tutto racconta la storia che l'artista ha immaginato per il proprio soggetto.

Nel ritratto di Farah Pahlavi, un tempo imperatrice dell'Iran, Wilson gioca con le ombre come un novello Orson Welles. Il buio dello sfondo e le ombre sul viso non più giovane della sovrana contrastano con lo sfavillio dei pesanti gioielli che indossa. Il viso è stanco, l'espressione sofferente e i gesti, lenti fino all'esasperazione, sono ripetuti con una tragicità tale da provocare compassione per il soggetto ritratto. Il tocco drammatico è il rumore di proiettili che sfrecciano, che fa da sottofondo al ritratto della caduta di una stirpe.

Altrettanto toccanti sono il ritratto di Mikhail Baryshnikov, ritratto come S.Sebastiano trafitto dalle frecce, con il corpo provato e stanco e con i piedi da ballerino martoriati e deformati dopo anni di palcoscenico, e il ritratto di Suzushi Hanayagi, coreografa e danzatrice giapponese, che con le sue profonde rughe e i suoi occhi comunica, al contempo, un senso di tristezza e di fierezza.

Il registro muta totalmente con il ritratto di Alan Cumming, rappresentato come una Fashion Victim annoiata e sfrontata, o con i ritratti degli animali che sono nella Sala del Senato. Qui Wilson si è cimentato con animali diversissimi tra loro, come la pantera nera Ivory o il porcospino canterino Boris. Splendida e geniale la stanza coi ritratti del gufo delle nevi Kool, che rimanda, inconsciamente o no, al mondo di Harry Potter, come hanno prontamente notato un gruppo di bambini che era con noi a visitare la mostra.

L'allestimento della mostra è, a mio parere, geniale poiché accosta i ritratti, i mobili intarsiati e i cimeli ospitati al primo piano di Palazzo Madama, alle icone tecnologiche di Wilson, creando un connubio strano e interessante. Ammirare Steve Buscemi, in veste di macellaio annoiato, nella Camera della Madama Imperiale, tutta adorna di specchi, oro e broccato, dà al visitatore l'impressione di trovarsi in un mondo parallelo come dicevamo prima, dove storia e innovazione sono bizzarramente affiancati.

Pubblicato in: 
GN48 Anno IV 22-29 ottobre 2012
Scheda
Titolo completo: 

Torino - Palazzo Madama

ROBERT WILSON - Ritratti a Palazzo Madama
dal  21 settembre al 6 gennaio 2012
Progetto di Change Performing Arts e Palazzo Madama
a cura di Noah Khoshbin
in collaborazione con Dissident Industries
allestimento tecnologico di euphon/mediacontec