Urania. Glenn Gould o della genialità assoluta

Articolo di: 
Piero Barbareschi
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Un CD di Glenn Gould attira sempre l'attenzione. Questo bellissimo doppio realizzato da Urania Records e distribuito da Ducale non passa sicuramente inosservato. Questa etichetta non è nuova ad iniziative del genere, volte a valorizzare e soprattutto a non far dimenticare artisti che hanno segnato la storia dell'interpretazione moderna. In questo caso sono proposte preziose ed interessantissime registrazioni con orchestra realizzate fra il 1951 ed il 1962, anni nei quali Gould svolgeva ancora un'attività artistica per così dire “normale”, esibendosi sia come solista che con orchestra, prima del clamoroso ritiro dalle scene nel 1964 per dedicarsi esclusivamente alla realizzazione di registrazioni in studio.

I brani presenti sono il Primo Concerto di Brahms e la Burleske di Strauss con la Baltimora Symphony Orchestra, il Konzerstuck di Weber con la Toronto Symphony Orchestra, il Secondo Concerto di Beethoven con la Swedish Radio Symphony Orchestra. Unica eccezione al repertorio con orchestra le Variazioni beethoveniane WoO 80 per pianoforte registrate “a New York negli anni '60” (sic).

Repertorio senza dubbio interessante che riflette la curiosità e l'apparente eccentricità dell'artista nell'esplorare ed interpretare brani poco frequentati dai colleghi. A parte il Primo di Brahms, gli altri brani fanno parte di un repertorio che oggi definiremmo di nicchia e senza dubbio poco presenti nei programmi delle stagioni concertistiche. Altro motivo quindi per ascoltare e, come sempre, stupirsi, per la lettura di Gould.

Uno stupore ovviamente positivo. Si diceva sopra dell'importanza dell'iniziative come quelle prodotte da Urania per testimoniare quanto lasciato da interpreti famosi. In questo caso chi scrive per la generazione a cui appartiene non è certo indifferente all'eredità stilistica ed estetica lasciata da Gould, ma è lecito pensare che molti giovani intepreti o studenti, per quanto entusiasti ed interessati, a parte le Variazioni Goldberg entrate nella leggenda in entrambe le versioni giovanili e senili (non va peraltro dimenticato che l'incisione di Gould del Preludio e Fuga n.1 del Primo Volume del Clavicembalo Ben Temperato di Bach sta ancora viaggiando nel cosmo verso l'infinito sul famoso disco d'oro a bordo della sonda Voyager a testimonianza, insieme ad altre, di quanto prodotto dall'intelligenza umana), forse non non hanno un'adeguata familiarità con altre registrazioni interessanti come queste.

La registrazione più recente ha 55 anni, quella più antica 67 e quindi dal punto di vista tecnico sono state utilizzate le migliori tecnologie oggi disponibili per ripulire e valorizzare il timbro e gli impasti strumentali. Ottimo risultato, ma in certi casi attirano subito l'attenzione, per esempio nel concerto di Brahms, i colpi di tosse, la scarsa precisione ed addirittura qualche problema di intonazione nelle sezioni orchestrali, difetti che rendono tuttavia ancora più “reale” l'esecuzione e che vanno visti con benevolenza per come siamo oggi abituati ad ascoltare, anche da registrazioni dichiarate “live”, una qualità molto più alta ma forse troppo spesso risistemata in fase di editing.

Non stiamo comunque facendo una recensione alle orchestre che accompagnano il solista o agli ingegneri del suono, ma stiamo cercando di scoprire quello che il solista ci ha lasciato con la sua interpretazione, ed in questo caso si scopre la difficoltà a trovare aggetivazioni adeguate.

Lo stupore inizia con il Konzertstuck di Weber, registrato nel 1951 quindi con un diciannovenne Gould che incredibilmente è già il Gould della maturità. A fronte di una registrazione che dimostra tecnicamente tutti gli anni che ha, si percepisce già quel nitore e precisione nella visione del brano, precisione che non è solo pulizia e dominio tecnico, ma capacità di evidenziare con chiarezza e luminosità ogni particolare della scrittura, sia nelle frasi principali che nelle voci interne, quella sorta quindi di ossessione che accompagnerà tutta la carriera del pianista, perseguendo la quale raggiungerà risultati ad oggi ancora insuperati per efficacia e bellezza.

Che dire poi di Brahms...entriamo in un territorio che è percorso con sicurezza e dignità solo dai grandissimi. In questa registrazione Gould è trentenne, ed anche in questo caso il superamento delle difficoltà tecniche è l'ultimo dei problemi. La scrittura è dominata senza difficoltà, con un apparente facilità che ricorda quella altrettanto leggendaria del giovane Richter, e l'elaborata e trascinante visione brahmsiana è sviscerata e presentata all'ascoltare in ogni particolare, senza enfasi ma con la nobiltà e maestosità che merita.

Il Secondo Concerto di Beethoven e la Burleske di Strauss presenti nel secondo CD come dicevamo fanno parte di quel repertorio in qualche modo rivalutato da Gould a fronte di una non adeguata e frequente esecuzione da parte di altri interpreti. Ascoltando il concerto beethoveniano nella lettura di Gould ci si domanda perchè, in pratica sin dalla sua composizione, non ebbe la fortuna che merita. Forse nessun altro concerto come questo rappresenta un passaggio di testimone dalla visione mozartiana a quella di Beethoven, il solo, forse anche perchè primo interprete come pianista dei capolavori del salisburghese, che poteva assumersi la responsabilità di far germogliare quello che Mozart aveva, non sempre compreso, seminato prima di lui.

La visione limpida di Gould esalta queste caratteristiche, trovando nel tocco e nel fraseggio uno straordinario compromesso fra la poetica cantabilità e le prime avvisaglie delle innovazioni tecniche che la scrittura pianistica beethoveniana stava svelando al pubblico. La cadenza del primo movimento poi, con l'iniziale successione fugata del tema, sembra scritta apposta per Gould che può esaltare con il suo inconfondibile controllo del suono gli incastri contrappuntistici.

La Burleske di Strauss, nata come brano smaccatamente complesso e virtuosistico, conferma, nel caso fosse necessario, la straordinaria tecnica e dominio totale della tastiera di Gould. Molti appassionati ricorderanno una straordinaria interpretazione di Martha Argerich al culmine della carriera con la direzione di Abbado, interpretazione testimoniata anche da un video nel quale sapienti inquadrature evidenziano la complessità dei passaggi tecnici che il pianista deve affrontare. In questo caso è un peccato non avere una testimonianza filmata delle'esecuzione di Gould della Burleske, poiché conoscendo la sua posizione a dir poco inusuale rispetto alla tastiera, molto bassa e con una sedia particolare da lui utilizzata per tutta la carriera, sarebbe stato interessante vedere come risolveva alcuni passaggi che, in teoria, ma evidentemente non per lui “in pratica”, risulterebbero pressochè ineseguibili con una tale posizione.

Un doppio CD pertanto assolutamente da consigliare sia per chi ama Gould sia per chi ancora deve scoprire completamente la sua straordinaria personalità. Unica ed irripetibile.

Pubblicato in: 
GN7 Anno X 15 dicembre 2017
Scheda
Titolo completo: 

Urania Records
GLENN GOULD
, pianoforte

CD1
Brahms Piano Concerto n.1 op.15
Baltimore Symphony Orchestra
Peter Adler, dir.
Reg. Baltimora 9 ottobre 1962

C.M.von Weber Konzertstuck in fa minore op.79
Toronto Symphony Orchestra
Ernest Mac Millan,dir
Reg.Toronto 1951

CD2
L.van Beethoven Piano Concerto n.2 op19
Swedish radio Symphony Orchestra
Georg Ludwig Jochum, dir
reg. Stoccolma 5 ottobre 1958

L.van Beethoven 32 Variazioni WoO 80
R.Strauss Burleske per pianoforte e orchestra
Baltimore Symphony Orchestra
Peter Adler, dir.
Reg. Baltimora 3 gennaio 1962

2CD Urania Arts – Urania Records WS 121.362-2