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Venezia 68. Carrellata per l'inverno
Per orientarsi tra i film della 68° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia già in sala o che usciranno in inverno abbiamo presentato una scelta fra i quali muoversi, a cominciare da Shame di Steve McQueen. Si tratta di un film da vedere preparati a scene scabrose, assolutamente funzionali alla storia di un disturbato maniacale, sesso-dipendente, impersonato dal bravissimo Michael Fassbender, che per questo ha vinto la Coppa Volpi come miglior protagonista.
“Shame ha una forza cinematografica sconvolgente - ha spiegato il presidente di giuria, Darren Aronofsky (che ricordiamo come regista di Il cigno nero lo scorso anno) - e tra i tanti film visti avrebbe meritato più di un premio”. L’affascinante attore tedesco-irlandese (già conosciuto in Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino) ha affermato: “Steve McQueen parla sempre di cose che in genere nessuno vuole affrontare e di cui non si parla. Ho cercato solo di seguirlo cercando di non essere il punto debole della sua storia. Il premio a Venezia ci ha dato fiducia e ci ha fatto capire che avevamo ragione”.
Michael Fassbender è anche Jung nel film, presentato in concorso, attualmente in sala, A Dangerous Method. Il regista David Cronenberg, sempre da vedere, ci è apparso, questa volta, in tono minore, senza quella capacità di narrare storie borderline, che gli è propria fin dai tempi di La mosca. Ha il merito, però, di aver scelto Viggo Mortensen che resterà alla storia come il Freud più simpatico e bello mai visto. Non nella parte, invece, Keira Knightley, una Sabina Spielrein priva di vitalità.
E ad un famoso caso trattato da Jung, la donna che si riteneva una torta alle prugne, ci richiama il titolo del film Pollo alle prugne, seconda opera della coppia Marjane Satrapi e Vincent Parannaud, già collaudata nell’ottimo Persepolis. Tratta anche stavolta da una graphic novel di una Satrapi in piena forma, la pellicola è da non perdere, poetica, divertente, ben recitata e pensosa metafora dell’amore per l’Iran: perfino la donna desiderata si chiama con questo nome.
Carnage, basato sull'opera Il dio della carneficina di Yasmina Reza, già visto e non apprezzato a teatro, dove sembrava semplicemente una serie di battute ad effetto, viene rivitalizzato dal genio e dalla grinta di Roman Polanski e finalmente se ne legge tutto il livore per una società decadente. Inaspettatamente, e al contrario del testo teatrale, un finale positivo apre al futuro.
Il catastrofico Contagion si fa godere durante la visione grazie ad un ritmo serrato, che sfuma pian piano. Commenti sarcastici on line avvisano di non poter commentare la recitazione degli interpreti … in quanto morti troppo presto.
Divertente Cose dell’altro mondo, con Abatantuono, film scritto probabilmente per far ravvedere gli ipocriti. Giochi d’estate di Rolando Colla: il tema è sempre la violenza sui bambini, ma quella che resta tutta la vita e che ha proporzioni ben più ampie del mostro che ne uccide “pochi”. E’ un film che andava tagliato (dura 101 minuti) e con un leggero gap tra gli attori bambini e gli adulti, questa volta, incredibilmente, a favore dei piccoli. E’ trattata anche, con particolare sensibilità cinematografica, la violenza nei giochi e la sensualità dei bambini.
Rudolf Jacobs, l’uomo che nacque morendo è la storia, vera, di un alto graduato tedesco, di stanza in Italia, che decide di passare con i nostri partigiani un particolare periodo della propria vita: interessante excursus di una storia recente semidimenticata e narrata con un metodo innovativo, mostrando ricerche fatte al computer, da non mancare per chi ama sapere.
Sal di James Franco, grande attore e ora regista di molte possibilità. Bisogna pazientare per il ritmo lento, ma se ne consiglia la visione ai cinefili attenti. Il film tratta degli ultimi giorni di Sal Mineo, assassinato da uno sconosciuto nel 1976, a 37 anni, dietro la sua abitazione ad Hollywood.
Con Scialla (espressione reiterata del gergo giovanile romano che significa “lascia stare”, “rilassati”), film d'esordio di Francesco Bruni, la commedia italiana risorge: commozione e risate non futili in sala. La pellicola ha vinto Controcampo italiano, la sezione della Mostra cinematografica con una giuria presieduta da Stefano Incerti e composta da Aureliano Amadei e Cristiana Capotondi. Si sono sottolineati per questa commedia «l'ironia e la mano sicura e un cast in cui spicca uno straordinario Fabrizio Bentivoglio», aggiungerei l'esordiente e applauditissimo Filippo Schicchitano, Luca, quindicenne irrequieto dal forte accento romano.
Scossa: evviva i giovani vecchi Maselli, Lizzani, Gregoretti che ancora ci sanno parlare con semplicità e coraggio. "Ogni film storico è in qualche modo un film attuale", afferma Citto Maselli, infatti vien subito da pensare al recente terremoto mentre si seguono episodi di quello di Messina del 1908!
L'episodio più surreale, l’ultimo, di Nino Russo è anche il più graffiante: non si può morire finchè il Comune non ci rende la casa andata distrutta. Terraferma: Crialese non delude e si conferma regista che sa affascinare e denunciare. Purtroppo la pur brava Donatella Finocchiaro stona con gli altri più appropriati interpreti.
W.E., elegantissima opera fuori concorso di Madonna, indaga il sentimento che lega le coppie: cos’è l’amore? Dove arriva l’amore? Non si scandalizzino i puristi se viene da paragonarlo all’altrettanto estetizzante con profondità A single man.
Wilde Salomè del grande Al Pacino che ben si destreggia tra teatro e cinema, anche se gigioneggia e si compiace, mostrandosi stanco, non centrato o altrove. Il film, con una divina Jessica Chastain, già ammirata in The tree of Life, ma qui veramente magica, la migliore Salomè mai vista, è un inno a Oscar Wilde.
Per tutti i gusti i film presentati a Venezia quest’anno, spaziavano perfino in tutto il mondo come lo splendido film-documentario Vivan las Antipodas di Victor Kossakovsky, assolutamente da vedere. La macchina da presa, a volte proprio capovolta, ci mostra con grande effetto luoghi opposti della terra e modi differenti di vivere. Eccezionale la coppia di fratelli argentini che si scambiano poetici dialoghi surreali.