Verona Teatro Filarmonico. Une soirée russe per Strawinsky

Articolo di: 
Livia Bidoli
Alessia Gelmetti

Il Teatro Filarmonico di Verona ha offerto una Serata Strawinsky, omaggio al compositore per eccellenza dei Ballets Russes di Diaghilev a Parigi dei primi trent'anni del Novecento: dal 5 all'8 maggio il dittico Apollon Musagète (1928) e L’uccello di fuoco (1910) con le coreografie di Renato Zanella riprese da Gaetano Petrosino con l'étoile ospite Mick Zeni nella parte principale, mentre sul podio dell'Orchestra dell'Arena di Verona il Maestro Roman Brogli-Sacher.

La scenografia sullo sfondo del primo dei due balletti, Apollon Musagète, insieme ad una colonna di marmo, è composta da tre riproduzioni associate alle Muse delle opere di tre pittori contemporanei: Hermann Nitsch, Gerhard Richter e Christian Ludwig Attersee, che rivestono tre colonne in fila sulla sinistra. Insieme a Mick Zeni, nella parte di Apollo, danzano i primi ballerini dell’Arena di Verona Alessia Gelmetti, Teresa Strisciulli, Amaya Ugarteche ed Evghenij Kurtsev.

Apollon Musagète, ci immerge nel pieno del mito occidentale: la nascita di Apollo nel Parnaso, come sorgere della cultura occidentale e solare della razionalità. La coreografia di Renato Zanella viene ripresa da Gaetano Petrosino per un debutto al Teatro Filarmonico sulle note di Strawinsky, emancipato tessitore musicale di miti. Qui la musica è estremamente neoclassica, in linea con i costumi, semplici ed in bianco e nero, tranne qualche tulle. Zeus è impersonato dal russo Evghenij Kurtsev, possente nella sua guida fino al termine dell'”educazione” del figlio che ha avuto da Leto (Elena Barsotti). E' di grande suggestione il rapporto, danzato, tra il misterioso Zeus e l'armonioso Apollo, impersonato da un Mick Zeni allo zenith del suo talento, che ha ricevuto osanna di applausi. Veronese, Mick Zeni è primo ballerino al Teatro alla Scala di Milano. Splendidi i pas de deux con le muse, Tersicore in particolare (Amaya Ugarteche), ma anche Calliope (Alessia Gelmetti) e Polimnia (Teresa Strisciulli).

L'acquarello di Léon Bakst fa da sfondo a L'uccello di fuoco e contiene figure accostate al senso del balletto: l’albero e l’uovo ed i getti di color scarlatto della protagonista, Alessia Gelmetti, prima ballerina dell'Arena di Verona, che danza nel ruolo chiave dell'uccello fatato. Il brano, già nel repertorio della Fondazione Arena di Verona, è il pezzo maggiormente ispirato dalla tradizione dei balletti russi per i simbolismi delle favole e il rispetto del linguaggio classico. Protagonisti di questa seconda parte saranno i primi ballerini dell’Arena di Verona Amaya Ugarteche ed Antonio Russo.

La musica di Igor Stravinskij è quanto di più avanguardistico e cerebrale sia apparso alle soglie del secolo. L’anno è il 1910 e L’uccello di fuoco nacque come suo primo incarico per musica da balletto. Musica, libretto e coreografie sono completamente nuove ed è Michel Fokine allora a rielaborare una fiaba russa per allestirle. Nella versione odierna sono riprese da Petrosino su coreografia di Zanella, il costume dell'uccello di fuoco è tutto scarlatto ed è un classico tutù che ben si abbina al leggiadro svolazzare del personaggio.

La tenebra dell’incedere della musica al principio fa illuminare di riflessi verde-blu il palcoscenico e ben dirige Roman Brogli-Sacher, che riprende la coloritura cromatica ad una partitura fortemente espressionista ed epurata dall’autore stesso per la riscrittura del 1919. Dopo l'incedere della musica, tra le piume rosse, Alessia Gelmetti svolazza come uccello di fuoco sul palco, agitando le braccia come ali tornite e ondeggianti al minimo librarsi di suono nella foresta fatata.
Siamo stati prima avvertiti che vicino si trova il Palazzo del mago Kascej, pericoloso non solo per lei ma anche per il Principe Ivan, il bravo Antonio Russo, che la cattura e la libera soltanto in cambio di una piuma fatata che lo salverà dalla Danza infernale dei servitori di Kascej. 
L’uccello di fuoco è l’entità benefica che libera tutte le Principesse rinchiuse nel Palazzo del mago, dando modo ad Ivan di ricongiungersi con la sua preferita, impersonata dall'eccellente Amaya Ugarteche. Uno dei momenti clou è la rottura dell’uovo nero che è il cuore del mago da parte del Principe Ivan, ed il sonno profondo in cui cadono tutti gli esseri suoi schiavi soggiogati dall’Uccello di Fuoco. Liberate le principesse dal fatato rosso uccello che danza tra gli schiavi in nero di Kascej, anche il pubblico è giulivo ed applaude con enfasi una soirée dedicata ai Ballets Russes nello splendido teatro settecentesco di Verona.

Pubblicato in: 
GN26 Anno VIII 12 maggio 2016
Scheda
Titolo completo: 

Fondazione Arena di Verona
Teatro Filarmonico
Serata Strawinskij
dal 5 all'8 maggio 2016

Prima parte
Apollon Musagète

Seconda parte
L’oiseau de feu
Direttore d'orchestra Roman Brogli-Sacher
Coreografie Renato Zanella
Riprese da Gaetano Petrosino

Etoile ospite Mick Zeni

Primi ballerini Alessia Gelmetti, Amaya Ugarteche, Teresa Strisciulli, Antonio Russo, Evghenij Kurtsev

ORCHESTRA, CORPO DI BALLO E TECNICI DELL’ARENA DI VERONA