La versione di Barney. L'enigmatico meccanismo dell'attrazione

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Barney

Un noto e apprezzato giornalista, che abitualmente non scrive recensioni, come Francesco Merlo, ha sostenuto su la Repubblica, a proposito della trasposizione cinematografica de La versione di Barney, libro celebrato agli inizi degli anni duemila come un grande capolavoro, che il film che ne ha ricavato Richard J. Lewis è migliore e più emozionante  rispetto al  libro.

La disputa intellettuale tra la rappresentazione letteraria e quella cinematografica ha, nel corso degli anni, impegnato scrittori e registi. In realtà, il cinema e la letteratura sono linguaggi della cultura, grazie ai quali è possibile indagare e analizzare la condizione umana, autonomi e distinti, se si tiene presente la loro irriducibile diversità estetica. Il film La versione di Barney, tratto dall'omonimo libro di Mordecai Richler, dimostra che da un buon libro è possibile trarre e ricavare un grande film, capace di descrivere la precarietà e la provvisorietà della vita umana.

Nella prima parte compare Barney Panofsky, che, oramai maturo ed avviato verso la vecchiaia, rievoca la sua giovinezza. Barney è insieme cittadino canadese ed ebreo. Per maturare e sviluppare la sua personalità, quando era giovane, ha abbandonato Montreal e si è trasferito in Europa. Nel libro il periodo della giovinezza è ambientato a Parigi, mentre nel film - e questa è una delle innumerevoli differenze che lo spettatore che conosce il romanzo coglierà con facilità - le vicende vengono rappresentate sullo sfondo di Roma, evocata con immagini memorabili per il colore che oscilla tra il chiaroscuro e la luce intensa, che connota il cielo infinito della città eterna.

Nel periodo della giovinezza inizia a coltivare interessi intellettuali verso la letteratura e la pittura. Per questo frequenta intellettuali in erba, come l’aspirante scrittore Terry Mclver, che in seguito diventerà un suo nemico, e Boogie, un uomo capace di dissipare il suo talento a causa dei suoi vizi. Proprio in questo ambiente, nel quale avviene la sua formazione umana ed intellettuale, Barney incontra una donna di cui si innamora, la pittrice e poetessa Clara. Dopo averla sposata e aver scoperto, con l’animo sopraffatto dalla sorpresa, che Clara aveva concepito un figlio nato morto con un altro uomo, Barney decide di lasciarla.

Clara, donna sensibile  e destinata per il suo talento artistico a divenire una icona del movimento femminista, si toglie la vita. La scena in cui Barney scopre il corpo privo di vita della sua giovane moglie, dentro il film, è una delle più strazianti e commoventi. Così come indimenticabile è l’incontro che Barney ha con il padre di Clara, uomo spregevole e insensibile, che dinanzi alla disperazione ed al dolore del genero, per placarne l’angoscia, gli consiglia di non sentirsi in colpa per la morte di sua figlia, poiché già in passato aveva manifestato il desiderio improvvido di togliersi la vita. Una volta rientrato a Montréal, dopo il periodo vissuto intensamente in Europa, Barney raggiunge il successo e la ricchezza, grazie alla sua attività di produttore televisivo.

In seguito, negli ambienti ebraici, su suggerimento di un suo parente, che appartiene al movimento sionista internazionale, incontra una giovane  avvenente e bellissima, con la quale si sposa. Proprio durante la festa, che segue alla celebrazione del matrimonio,  Barney nota una donna dal profilo incantevole. Si presenta dinanzi a questa donna e le dichiara, senza esitazione ed infingimenti, il suo amore. La donna, Miriam, dallo sguardo dolce e seducente, lo invita a ritornare da sua moglie. Barney lascia la festa del suo matrimonio e insegue Miriam fino alla stazione dei treni, dove le confessa di non poter vivere senza di lei. Questa scena è di capitale importanza sia nel libro che nel film, poiché dimostra quanto sia misterioso e enigmatico il meccanismo dell'attrazione e dell’innamoramento, su cui sono stati scritti tanti libri.

II matrimonio con quella che viene chiamata semplicemente la "seconda signora Panofsky", donna insopportabilmente noiosa e prevedibile, sorpresa a letto nella casa di campagna con il suo amico di giovinezza Boogie, si concluderà mestamente con il divorzio. Barney, poiché nel frattempo scomparirà il corpo del suo amico Boogie, responsabile dell’adulterio e scrittore inconcludente, verrà accusato di omicidio, accusa da cui si dovrà difendere. Finalmente libero come uomo, Barney riesce a conquistare Miriam, con la quale vivrà il periodo più felice della sua esistenza.

Rimasto solo, dopo che Miriam lo ha lasciato, vivrà malinconicamente gli ultimi anni della sua vita, mantenendo un legame con la donna della sua vita attraverso l’ascolto radiofonico del programma tenuto da Miriam, divenuta una giornalista brava ed ammirata. Il film, e in questo risiede la sua grandezza, mostra come sia breve e provvisoria ogni cosa nella vita umana: i legami affettivi, le relazioni con gli amici, la durata dell'esistenza, il rapporto con il mondo. Manca, e questo mi pare un difetto, un'attenta rappresentazione della comunità ebraica canadese e del movimento sionista, di cui nel libro si parla a lungo. Un film che merita di essere visto.

Pubblicato in: 
GN38 Anno III 7 febbraio 2011
Scheda
Titolo completo: 

La versione di Barney

Regia di Richard J. Lewis.

Interpreti: Paul Giametti, Machelle Lefevre, Dustin Hoffman, Rosamund Pike, Bruce Greenwood, Minnie Driver, Scott Dman.

Titolo originale: Barney's Version
Paese:     Canada/Italia
Anno:     2010
Durata:     132 minuti

Dall'omonimo romanzo di Mordecai Richler, sceneggiatura di Michael Konyves

Musiche:     Pasquale Catalano

Interpreti e personaggi

Paul Giamatti: Barney Panofsky
Dustin Hoffman: Izzy Panofsky, il padre di Barney
Rachelle Lefevre: Clara, prima moglie di Barney
Rosamund Pike: Miriam, terza moglie di Barney
Bruce Greenwood: Blair
Minnie Driver: “Mrs. Panofsky”, la seconda moglie di Barney
Scott Speedman: Boogie
Mark Addy: Detective O'Hearne
Saul Rubinek: Charnofsky, primo suocero di Barney
Jake Hoffman: Michael, figlio di Barney e Miriam
Anna Hopkins: Kate, figlia di Barney e Miriam
Clé Bennett: Cedric
Mark Camacho: Mark
Massimo Wertmüller: Dottore

Anno: 
2010