Xu Longsen. Il confine dell'umano

Articolo di: 
Livia Bidoli
Xu Longsen

Fino al 24 luglio 2011 la mostra del cinese Xu Longsen. dall’alto di due imperi ci accoglie al Museo della Civiltà Romana a cura di Angelo Capasso, nel quartiere EUR della Capitale. I suoi “tendaggi” gigantici in sfumature di bianco di nero, di grigi ovattati, insieme a dei raffinatissimi quadretti dorati, ci conducono in atmosfere sognanti, riecheggiando Hokusai e Hiroshige, in bianco e nero.

L’artista, nato a Shangai nel 1956, espone per la prima volta a Roma delle tele che riempiono gli spazi abissali per grandezza, del Museo della Civiltà Romana, con la riproduzione delle montagne Taihang e Huashan che giungono a percorrere fin oltre 400 kilometri e si alzano fino a 2000 metri d’altezza. Una possenza della natura che s’imprime sulle rocce che Longsen riproduce con l’antica tecnica ad inchiostro su carta, bianca per le grandi tele, dorata di riso per le piccole cornici a cuore.

Oltre a pensare alla casa di Hugo a Place des Vosges, la camera cinese, tutta nera e ricca di mobili e dipinti provenienti dall’impero e allora in voga, mi viene in mente, mentre guardo le cime innalzarsi contro un cielo immaginifico, al racconto di Jorge Luis Borges L’immortale, contenuto in L'Aleph (tit. orig. El Aleph, 1949), che dice ad un certo punto, dopo aver realizzato che gli Immortali sono i trogloditi:

Essere immortale è cosa da poco: tranne l'uomo, tutte le creature lo sono, giacché ignorano la morte; la cosa divina, terribile, incomprensibile, è sapersi immortali.

Ecco, ciò che sanno le montagne, la natura, quei picchi che distinguono il cielo dalle nuvole, ha dipinto Xu Longsen, tracciando una linea rossa e divisoria tra l’umano e l’inumano, tra l’immaginabile ed il percorribile con il pennello di chi riempie quel limite senza smarrirsi nel vuoto: oppure traendone un’impronta che lo trasporta in un aut-aut cerebrale che annulla le distanze, solcando i mari dimenticati dell’io in unione col tutto, come le religioni orientali, che all’inizio lo condividevano, Buddismo, Taoismo, Confucianesimo. Ed è allora che l’Albero della Bodhi, il Phoenix tree ed il Cipresso, rispettivamente rappresentativi delle tre religioni, si convertono in Uno, per abolire il confine dettato dall’umano.

Pubblicato in: 
GN60 Anno III 11 luglio 2011
Scheda
Titolo completo: 

XU LONGSEN Dall'alto dei due imperi
a cura di Angelo Capasso
Roma, Museo della Civiltà Romana
Piazza G. Agnelli, 10
22 giugno - 24 luglio 2011

Orari Da martedì a sabato ore 9.00-14.00
domenica ore 9.00-13.30
(la biglietteria chiude 1 ora prima)

Biglietto d’ingresso Intero € 7,50  Ridotto € 5,50.
Per i cittadini residenti nel Comune di Roma
intero € 6,50 Ridotto € 4,50
Informazioni tel. 060608 (tutti i giorni dalle 9 alle 21)

L’esposizione è promossa da Roma Capitale Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali, da Eur SpA e gode inoltre del patrocinio di AltaRoma, i servizi museali sono di Zètema Progetto Cultura.