XXXIX Festival della Valle D'Itria apre con Crispino e la Comare di Ricci

Articolo di: 
Piero Barbareschi
Crispino e la Comare

Il Festival della Valle d'Itria, giunto quest'anno alla XXXIX edizione e come sempre realizzato principalmente nel cortile del Palazzo Ducale di Martina Franca ma anche in altri suggestivi siti, si è sempre distinto nel panorama di simili manifestazioni per la volontà di proporre al pubblico opere raramente eseguite o per il recupero di opere “dimenticate”, barocche, settecentesche o ottocentesche, ripresentate in prima esecuzione moderna, non tralasciando inoltre nella programmazione brani del grande repertorio sinfonico, religioso e da camera o la commissione di brani ad autori contemporanei.

L'edizione di quest'anno, inoltre, non ha potuto non tenere conto della ricorrenza di alcuni importanti anniversari, primi fra tutti quelli di Verdi e Wagner (duecentesimo dalla nascita) ma anche Britten (centesimo dalla nascita) e Gesualdo da Venosa (quarto centenario della morte). Il cartellone predisposto dal direttore artistico Alberto Triola, tenendo fede all'impostazione sopra descritta, presenta pertanto anche quest'anno una serie molto interessante ed articolata di appuntamenti.

Il concerto di apertura sabato 13 luglio 2013 al Palazzo Ducale ha proposto un'opera buffa italiana dell'Ottocento, “Crispino e la comare” dei napoletani Luigi e Federico Ricci. Importante titolo di questo genere di repertorio mancava tuttavia, dopo un'edizione alla Fenice con Peter Maag e la regia di Roberto De Simone, da quasi trent'anni nella programmazione nazionale.

La struttura e lo stile dell'opera sono calibrati per non deludere né annoiare gli spettatori. Molte delle tipologie narrative del teatro di tutti i tempi sono presenti: l'ambizione e l'orgoglio; le speranze deluse e la derisione; la povertà e la comparsa di una entità soprannaturale (la Comare, appunto), che consente il riscatto ed il raggiungimento della ricchezza agognata; lo smarrimento della lucidità e della coerenza; il recupero dei valori e degli affetti più autentici; il lieto fine.

In questo contesto Domenico Colaianni, già conosciuto ed apprezzato dal pubblico del Festival, ha confermato le proprie doti vocali e di recitazione assumendo un ruolo di totale protagonismo e dominio della scena, più volte sottolineato da applausi calorosi, interpretando con calibrato ma sempre ironico stile il personaggio di Crispino, ciabattino quasi senza lavoro e denaro che, grazie all'aiuto di una misteriosa “comare” (fata? strega?), si riscatta diventando a modo suo un medico che riesce non solo a guarire ma anche ridare la vita agli uomini, affiancato nelle sue peripezie dalla moglie Annetta, interpretata da Stefania Bonfadelli, partner ideale con perfetta complementarietà.

Come uno schema narrativo di tal genere, è inevitabile che il testo si presti a giochi di parole e diventi indispensabile per comprendere i vari intrecci e le situazioni spesso ironiche. Purtroppo in quest'occasione la comprensione dei dialoghi, a parte il Colaianni-Crispino o l'ottimo Alessandro Spina-Mirabolano, non sempre era agevole, precludendo quindi un completo godimento ed apprezzamento delle situazioni narrative. Il Festival non utilizza ancora come avviene ormai in molti teatri, ma anche in allestimenti all'aperto, l'ausilio della proiezione del testo del libretto sulla parete dietro la scena. Sicuramente in occasioni come questa, e a maggior ragione trattandosi di opere che non fanno parte del repertorio tradizionale, sarebbe di grande utilità.

Interessante la scenografia realizzata da Ruth Sutcliffe, come sempre utilizzando l'avvolgente spazio del cortile del Ducale. Riproducendo una tipica piazza italiana di provincia, architettonicamente raffinata ma contaminata dai colori e dalle immagini pubblicitarie, dalle bancarelle di mercatini e da passaggi di turisti della nostra epoca, ha consentito alla regia di Alessandro Talevi (sudafricano di origine italiane al debutto in Italia) di impostare movimenti scenici dei singoli e del coro ed effetti di luce sicuramente piacevoli e adeguati allo spirito dell'opera.

Il giovane direttore Jader Bignamini, alla prima esperienza a Martina Franca, ha confermato le doti e le aspettative inserendosi nell'ideale linea tracciata negli anni dal Festival che, con costante lungimiranza, ha periodicamente proposto nuovi nomi che si sono poi confermati ed affermati nel panorama nazionale ed internazionale.

L'Orchestra Internazionale d'Italia ha assecondato la lettura del direttore sostenendo o sottolineando con garbo e sempre con la necessaria ironia e varietà timbrica e di colori lo svolgimento dell'azione, assecondando con la conosciuta disinvoltura le inevitabili libertà che in un'opera come questa i cantanti possono prendersi. Applausi calorosi e meritati per tutto il cast, pubblico soddisfatto, volti sorridenti all'uscita. Una bella serata.

Pubblicato in: 
GN36 Anno V 16 luglio 2013
Scheda
Titolo completo: 

XXXIX Festival della Valle D'Itria
Martina Franca, 13 luglio – 1 agosto 2013
Sabato 13 luglio 2013 ore 21,00 (replica 29 luglio)
Palazzo Ducale

Luigi e Federico Ricci
CRISPINO E LA COMARE

Melodramma fantastico-giocoso in quattro atti
Libretto di Francesco Maria Piave
Casa Ricordi, Milano
Crispino Domenico Colaianni
Annetta Stefania Bonfadelli
La Comare Romina Boscolo
Contino del Fiore Fabrizio Paesano
Fabrizio Mattia Olivieri
Mirabolano Alessandro Spina
Asdrubale Carmine Monaco
Lisetta Lucia Conte
Bortolo Francesco Castoro

Maestro concertatore e direttore d’orchestra Jader Bignamini
Regia Alessandro Talevi
Scene Ruth Sutcliffe
Costumi Manuel Pedretti
Disegno luci Giuseppe Calabrò
Assistente alle scene Justin Arienti
Orchestra Internazionale d’Italia
Coro del Teatro Petruzzelli di Bari
Maestro del Coro Franco Sebastiani