Yoko Ono e Claire Tabouret a Villa Medici

Articolo di: 
Nica Fiori
Tle Blue Pyramid, di Claire Tabouret

Fino al 2 luglio 2017 Yoko Ono e Claire Tabouret, due artiste apparentemente molto diverse, dialogano insieme a Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma, trasmettendo ognuna a suo modo una visione particolare dell’universo artistico femminile. La mostra che le accomuna è One day I broke a mirror, titolo creato da Yoko Ono, che sembrerebbe alludere alla rottura con il conformismo, che ha sempre caratterizzato la sua libertà espressiva.

Una rottura tanto più forte in quanto Yoko Ono, nata a Tokyo nel 1933, proviene da una importante famiglia del Giappone, un paese dove le regole sociali dettavano ancora nella prima metà del Novecento una perfezione formale quasi maniacale. In lei la devianza dall’identità iniziale diventa un atteggiamento esistenziale e politico, oltre che estetico e giocoso. Diventata famosa soprattutto per il matrimonio con John Lennon, con il quale condivideva l’impegno pacifista, Yoko Ono era già attiva nella scena undergrond newyorkese negli anni ’60, avendo aderito al movimento Fluxus , nel solco della ricerca di John Cage, ridefinendo l’arte di quel periodo con performances ed esperimenti sensoriali, attraverso video, musica, scultura e parole.

Claire Tabouret, nata a Pertuis nel 1981, è un’artista francese attiva tra Parigi e Los Angeles, dove vive attualmente. La sua ricerca, fortemente influenzata dal tema della memoria, trae ispirazione da fotografie e ricordi del passato. Elemento centrale è la figura umana, soprattutto femminile, ritratta singolarmente o in gruppo in un’atmosfera atemporale. Pur stilisticamente assai diversa da Yoko Ono, è stata approvata dalla famosissima Yoko, che finora non si era mai confrontata con altre artiste in una mostra a due. E indubbiamente è lei l’artista che ci attira maggiormente in questa esposizione romana, perché le sue grandi tele dai colori acidi stranianti sono più “comprensibili”, rispetto alle opere concettuali della giapponese.

Le donne che vi sono raffigurate, dallo sguardo risoluto, sembrano combattere contro un maschilismo ancora vivo e il loro atteggiamento di rivalsa è palese anche nelle donne della serie Les Masques, ovvero "le maschere", e in quelle della serie Make up, che, con evidenti sbavature del trucco, sembrano sfidare una società che invece cerca di occultare le macchie.

L’opera più interessante di Yoko Ono è quella che ci accoglie nella prima sala espositiva.: si tratta di Sky TV, ovvero il cielo che entra nella stanza attraverso una trentina di vecchi monitor affiancati, uno dei primi esperimenti con la televisione a circuito chiuso, che aveva concepito nel 1966 nel suo studio di New York e che ora viene riproposto con il cielo romano, captato da una videocamera esterna alla villa. È uno sky line frammentato e non lineare, che potrebbe anche essere interpretato come uno specchio rotto in tanti pezzi che deforma la realtà, proponendo un invito all’immaginazione.

Trattandosi di un cielo prevalentemente azzurro (ovviamente di giorno, mentre di notte è scuro) sembra instaurare un complementare contatto visivo con The blue pyramid (2017), una grande tela della Tabouret, che si intravede sullo sfondo della Galleria, caratterizzata da molto azzurro. Il dipinto raffigura fanciulle inginocchiate in prima fila e altre dietro di loro a formare un insieme collettivo piramidale, come se si trattasse di una foto di classe: un’immagine che irradia un senso di precarietà (per la posizione instabile delle figure soprastanti) e insieme di forza, o meglio di condivisione e di appartenenza al gruppo.

Un altro gruppo femminile è Sitting (2016), che ritrae donne bianche e nere che siedono con diverse posture, lasciando trasparire una protesta silenziosa. L’artista si concentra soprattutto sugli occhi e le bocche, rendendo i visi particolarmente espressivi. In effetti Claire Tabouret, per quanto giovane, è considerata una delle più grandi ritrattiste dell’arte contemporanea. Nell’opera The team (2016), sempre della Tabouret, sette donne sono racchiuse nello stesso drappo azzurro, come a formare un unico corpo dal quale emergono sette individualità.

Il drappo in realtà è formato da delle garze imbevute di colore acquoso, le stesse garze che ritroviamo, senza colore, avvolte nell’imballaggio di una sedia da Yoko Ono (Wrapped chair, 1966). Quest’opera, in effetti, riattivata grazie alla collaborazione tra le due artiste, ci proietta nella dimensione scenica che ha reso celebre Yoko Ono, richiamando la performance Sky piece for Jesus Christ (1965), che consisteva nell’avvolgimento di un ensemble di musicisti fino a immobilizzarli, performance riproposta dalla JuniOrchestra dell’Accademia di Santa Cecilia a Villa Medici in occasione dell’inaugurazione della mostra.

La mostra, curata da Chiara Parisi, è stata fortemente voluta da Muriel Mayette-Holtz, artista, attrice e regista, che è la prima donna a essere stata nominata Direttrice dell’Accademia di Francia a Roma. Questa è la seconda di una serie di esposizioni, ideate dalla direttrice, che prevedono un’interazione multidisciplinare tra arti figurative, musica e performances varie. Lo specchio del titolo, attraverso il quale si può passare e andare oltre, vuole anche essere una metafora della situazione dell’Accademia, che un tempo era chiusa in una sorta di isolamento dall’esterno, mentre ora viene aperta alla vita e all’arte contemporanea, che irrompono prepotentemente dall’esterno.

L’esposizione non si limita alle sale delle Galeries, ma prosegue nel suggestivo giardino rinascimentale di Villa Medici e nell’atelier di Balthus, dove nell’opera Morning Beam (1997) di Yoko Ono un centinaio di fili, che vanno dalla finestra al suolo, evocano i raggi del sole al mattino. I visitatori possono anche lasciare un biglietto con i loro desideri sui rami di Wish trees (Yoko Ono, 1966), sette alberi in vaso che invitano a meditare sull’importanza dello scambio collettivo per poter realizzare la pace.

Pubblicato in: 
GN28 Anno IX 12 maggio 2017
Scheda
Titolo completo: 

Yoko Ono/ Claire Tabouret
ONE DAY I BROKE A MIRROR

Accademia di Francia a Roma - Villa Medici
Dal 5 maggio al 2 luglio 2017
Orario: dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle 18,30); chiuso il lunedì.
Biglietto unico per la mostra e la visita guidata di Villa Medici: 12€ (ridotto 6€).
Ingresso libero per la mostra tutti i giovedì dalle 17 alle 19.
Catalogo Electa
www.villamedici.it