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Uno dei piu' grandi e completi dei nostri musicisti del Novecento: cui è titolato l'Auditorium di Roma, Ennio Morricone (1928-2020), avrà uno spettacolo per lui in giro per il mondo e prima di tutto a Roma, alle Terme di Caracalla in anteprima il 12 e 13 aprile intorno al laghetto. Poi andrà allo Sferisterio di Macerata e poi di nuovo a Roma, al Teatro Argentina, grazie all'inventiva del coreografo Marcos Morau con Aterballetto, il Macerata Opera Festival e l'Orchestra Cherubini. E non solo: Notte Morricone ci aspetta dopo l'eclissi di stanotte, 8 aprile, per suonare tra le stelle.
Siamo nel 1959, a Wiesbaden, nella Germania ancora intenta a raccogliere i detriti della II guerra mondiale, in una base statunitense: Priscilla, figlia adottiva di un ufficiale della United States Air Force, Paul Beaulieu, a 14 anni incontra Elvis. Il contesto non è quello più adatto per una love story: siamo infatti in un'installazione militare statunitense, dove i rapporti umani sono regolati da norme molto rigide. Ciononostante, l'uomo, un ventiquattrenne che era già una star internazionale del rock'n'roll, e la giovane studentessa si innamorarono perdutamente.
Il Museo di Roma a Palazzo Braschi accoglierà fino a domenica 23 giugno 2024 la mostra Il mondo fluttuante. Ukiyoe. Visione dal Giappone curata da Rossella Menegazzo. Al primo piano i centocinquanta capolavori dell’arte giapponese di epoca Edo, tra il Seicento e l’Ottocento, sono esposti in un allestimento che evoca sapientemente l’atmosfera raffinata e intrigante della vita di quel periodo.
In occasione del 250° anniversario della nascita di Gaspare Spontini al Teatro Pergolesi di Jesi, il 16 marzo, il Maestro Riccardo Muti ha diretto l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”, da lui fondata nel 2004, nel concerto inaugurale delle celebrazioni. Il giorno dopo al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno il concerto è stato replicato con lo stesso programma. Questo articolo è riferito al concerto dl 16 marzo e alle celebrazioni del 17 a Maiolati Spontini.
Uno spettacolo c'è stato poco tempo fa a Roma, ed in giro per l'Italia per tutto marzo, a cura di Riccardo Paccosi e musicato dall'arpa celtica di Andrea Seki, titolato Le sette parti della notte, da uno scritto del filosofo Giorgio Agamben, ha rischiarato il buio dell'Occidente: un buio del tutto metaforico, eppure, onnipresente. Se Huizinga e Spengler si fossero messi a scrivere un libro comune, tra L'autunno del medioevo ed Il tramonto dell'Occidente, forse avrebbe titolato così, Il tramonto della notte. E di questo si ha proprio bisogno.