Filippo Gorini, l'Arte della fuga di Johann Sebastian Bach

Durante il silenzio dovuto alla pandemia, il pianista ventiseienne Filippo Gorini si è immerso con dedizione nello studio dell’Arte della fuga, il capolavoro mistico incompiuto di Johann Sebastian Bach.

Grazie al sostegno del prestigioso Borletti Buitoni Trust “Award”, assegnatogli nel 2020, ha creato The Art of Fugue Explored, un progetto di vasta portata che attraverserà i prossimi due anni e abbraccerà una molteplicità di discipline oltre la musica. È dal 2013 che il giovane musicista italiano si dedica alla grandiosa opera di Bach, ma il lockdown gli ha dato l’opportunità inaspettata di approfondire la sua ricerca personale; Gorini si servirà di diversi canali – dal vivo, digitali e virtuali – per condividere la sua esplorazione con il più vasto pubblico possibile.

Il primo passo del progetto è l’album BACH The Art of Fugue, registrato nel settembre 2020 al Teldex Studio di Berlino, in uscita in tutto il mondo il 27 agosto 2021 per l’etichetta Alpha Classics, la stessa con cui Filippo Gorini ha già inciso due CD con monumentali opere di Beethoven: le Variazioni Diabelli nel 2017 e le Sonate op. 106 e op. 111 nel 2020, che hanno ottenuto importanti riconoscimenti come il Diapason d’Or e recensioni a 5 stelle da “The Guardian”, “BBC Music Magazine” e “Le Monde”.

Per il libretto del CD in uscita, Gorini ha composto inoltre un ciclo di sonetti e haiku, pensati come preludi ai contrappunti e ai canoni dell’Arte della fuga.

«I trionfi di intelletto e artigianato – dice Filippo Gorini i simboli e gli strati di significato nascosti nella concezione di questo lavoro sono tutt’uno con il canto delle sue voci. La concezione che L’arte della fuga debba essere vista esclusivamente come una meraviglia teorica è fuorviante; man mano che i contrappunti e i canoni evolvono nella complessità formale, così cresce anche la loro tensione emotiva, fino al mistero straziante dell’incompiuta Fuga XIV».

Lo scopo principale del musicista è quello di presentare questo lavoro non come un monumento fissato nel passato, ma attraverso un vivo dialogo con la cultura contemporanea.

Oltre a includere L’arte della fuga nel programma dei suoi concerti per le prossime stagioni, Gorini pubblicherà una serie di video-podcast in cui converserà con 14 eminenti personalità del mondo delle arti e della scienza, invitate per il loro particolare legame con la figura di Bach. Fra queste, lo scultore Alexander Polzin, il pianista Alfred Brendel, il regista Alexander Sokurov, la pianista Mitsuko Uchida, l’architetto Frank Gehry, il regista teatrale Peter Sellars, il direttore Yannick Nézet-Séguin e il matematico Marcus du Sautoy. Le interviste sono costruite sulla struttura stessa dell’Arte della fuga: 14 episodi, come i 13 contrappunti e la fuga finale, con un titolo tratto dai Quattro quartetti di T. S. Eliot che, come raccolta di meditazioni sul rapporto umano con il tempo, l’universo e il divino, rimandano fortemente al capolavoro di Bach. I documentari verranno pubblicati dopo l’uscita dell’album su una piattaforma digitale che verrà annunciata prossimamente.

Restano al centro del progetto le esibizioni dal vivo. Dopo un’intensa estate al Marlboro Music Festival negli Stati Uniti, Filippo Gorini intraprenderà un tour di concerti in Europa durante tutto l’autunno del 2021. In Italia suonerà per diversi festival e istituzioni: fra gli altri, il Festival Elba Isola Musicale d’Europa, la Società del Quartetto di Milano, MITO SettembreMusica, il Festival Cristofori di Padova, gli Amici della Musica di Firenze.

Nei prossimi mesi verrà realizzato anche un lungometraggio ispirato alla sua esplorazione dell’Arte della fuga, che sarà accompagnato da un’applicazione per smartphone. «In questo progetto – conclude Gorini tutto ciò che ha significato di più nella mia vita si unisce organicamente; dal mio amore per la musica – soprattutto per le forme contrappuntistiche – alla passione per l’arte, l’architettura, la matematica e la scienza. Non vedo l’ora di trasformarlo in realtà nei prossimi anni».

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