Macario in maschera a Villa Pamphilj

Un progetto teatrale pensato per ricordare il comico torinese. “Macario – Il sogno di una maschera di Mauro Macario debutta ufficialmente domenica 2 agosto alle ore 21,15 presso il Teatro di Villa Pamphilj in Roma, all’interno dal festival “Spazi e Memoria – Il teatro e la cultura tra le due guerre”.  

Uno show/omaggio - con musica e canti - per rievocare la vita di un grande artista, che conduce lo spettatore in un viaggio sospeso tra sogno e magia. Il figlio di Erminio Macario - autore, direttore e interprete/narratore - ha voluto dedicare questo spettacolo alla storia dell'amatissimo padre che inventò la Rivista femminile in Italia, quella che esaltava "l'epopea dorata e sfarzosa del music hall" con le sue desiderate donnine, le famose canzoni (da Creola a Camminando sotto la pioggia, da Sentimental a Il Nilo blu…), i brillanti duetti.

Macario era una maschera. “Guarda quella faccia dipinta in modo assurdo”, scrive il figlio Mauro nel suo libro Macario mio padre. Il viso del genitore gli ricorda vagamente un cartone animato, un personaggio di Walt Disney che gli capita di vedere al cinema parrocchiale il sabato pomeriggio. “Sarà il Cappellaio matto? Con quei pomelli rossi sugli zigomi e il ricciolo tondo sulla fronte che sembra disegnato con il carboncino, invece è vero”.

Accanto a Macario la Compagnia dei Passatisti, ovvero Gianluigi Cavaliere, carismatico cantante e "spalla" del capocomico (Cavaliere è voce ed autore del gruppo musicale Chantango, che già in passato ha collaborato con Mauro Macario, con cui condivide l'amore per la canzone francese, Léo Ferré e lo spirito anarchico).
Voce già protagonista di concerti-tributo a Bruno Lauzi e Mia Martini, Valeria Fabiano è la “soubrettina tuttopepe", mentre Sara D'Agostino è il clown, personaggio che su Erminio Macario suscitava un fascino da sogno.

La figura del clown” - spiega Mauro – “era per lui emblematica. Convivevano nel pagliaccio il linguaggio del cinema muto e quella vena crepuscolare, poetica, romantica che tanto sentiva”.

Gli arrangiamenti musicali sono di Fabio Rossato, mentre Marco Porcu cura suoni, luci e le proiezioni video, fondamentali e poetici elementi della memoria con cui - a tratti con narrazione documentarista, onirica, evocativa - dialoga l'affabulatore Mauro Macario. Poeta, saggista, già regista per il cinema e la televisione, in questo caso anche attore, nella parte del Testimone del tempo che fu, il figlio del comico racconta quel romantico tempo della rivista e dei camerini con le lucine attorno allo specchio, di una comicità lunare e mai volgare.

Lo spettacolo è un canto d'amore a tutte quelle persone che vivevano questo microcosmo, dalle "stelle" ai "generici", e alle storie di vita di tutti loro.

Prezzo del biglietto al pubblico da acquistare direttamente al botteghino: €10,00