La nuova Stagione della Filarmonica all’Argentina apre con l'Arte della Fuga di Bach

L’arte della fuga di Bach e l’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone inaugureranno al Teatro Argentina la stagione concertistica n. 198 della Filarmonica Romana giovedì 17 gennaio 2019.

In programma ci saranno dieci i concerti per la Filarmonica all’Argentina fino all’11 aprile con programmi dal barocco al rock con solisti ed ensemble d’eccezione: i violoncellisti Giovanni Sollima, Mario Brunello, Enrico Dindo, i solisti Simonide Braconi, Simone Rubino, Fabrizio Meloni, il duo Krylov-Golan, le formazioni del Trio di Parma, il Quartetto d’archi della Scala, Modo Antiquo con Federico Maria Sardelli, il Quartetto Guadagnini con il racconto di Sandro Cappelletto.

Una delle formazioni più accreditate da oltre trent’anni nel panorama della musica antica e barocca e uno dei monumenti della storia della musica, capolavoro di tutti i tempi: con l’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone e L’arte della fuga di Bach si inaugura il 17 gennaio al Teatro Argentina (ore 21) la stagione concertistica, la n. 198, dell’Accademia Filarmonica Romana, firmata dal nuovo direttore artistico Andrea Lucchesini. Il primo di una serie di concerti che fino ad aprile porteranno in uno dei più antichi e importanti teatri romani qual è l’Argentina (rinsaldando la collaborazione con il Teatro di Roma), la grande musica da camera - spaziando dal repertorio barocco alla musica d’oggi per sconfinare nel rock e progetti originali - e interpreti d’eccezione, a partire proprio dall’Accademia Bizantina, ensemble che per il suo approccio interpretativo e per l’uso di strumenti originali è divenuta un’eccellenza musicale riconosciuta e pluripremiata a livello internazionale (proprio lo scorso settembre il CD Agitata inciso con Delphine Galou ha vinto il prestigioso Gramophone Classical Music Award come miglior recital dell’anno).

Destinata alla Società di Scienze Musicali fondata da Lorenz Christoph Mizler sul modello delle società scientifiche che allora nascevano in tutta Europa, Die Kunst der Fuge (L’arte della fuga) rimase incompiuta per il sopraggiungere della morte di Bach avvenuta nel 1750. Composta tra il 1747 e il 1749 su un unico tema e senza indicazioni di strumenti, comprende, per la parte ritenuta autentica, tredici Contrapuncti, due Fughe e quattro Canoni, costituenti il culmine di virtuosismo polifonico nelle sue forme musicali più alte, perfetto equilibrio fra rigore e fantasia poche altre volte raggiunto nella storia della musica. Proprio per la sua incompiutezza, L’arte della fuga è stata sottoposta da musicologi ed esecutori a varie rielaborazioni, offrendo una chiave di lettura diversa, ma sempre ugualmente significativa, grazie proprio alla scrittura bachiana. La lettura che ne dà l’Accademia Bizantina è in una formazione a sei (da un anno disponibile anche in un prezioso CD Decca, registrato nel Teatro Goldoni di Bagnacavallo). Oltre a Ottavio Dantone (cembalo e direzione), vede coinvolti Alessandro Tampieri e Ana Liz Ojeda (violini), Diego Mecca (viola), Mauro Valli (violoncello) e Stefano Demicheli (organo).

Così Ottavio Dantone, direttore musicale e artistico dell’ensemble, spiega la versione dell’Accademia Bizantina del capolavoro bachiano: “La nostra versione dell’Arte della fuga mira a comunicare il più possibile il significato sia formale che espressivo di quest’opera. Abbiamo deciso di utilizzare un quartetto d’archi, un organo e un clavicembalo per vestire con più colori possibili la musica di Bach e, al tempo stesso, utilizzare quella che è la nostra formazione a parti reali. Quindi, questa versione dell’Arte della fuga è l’immagine stessa del nostro ensemble che diventa quasi l’organico ideale (ma non assoluto!) per eseguirla. Dico ideale perché credo che si presti particolarmente bene a illustrare quest’opera nella maniera più compiuta”. E prosegue: “Non cercare tra le maglie dei contrappunti i sublimi piaceri, le dolci emozioni che nascondono, significa in parte mortificare e non rendere giustizia all’immane lavoro di Bach, inarrivabile sintesi tra arte e scienza, intensità espressiva ed intelletto”.

FILARMONICA ALL’ARGENTINA PROSEGUE CON…

La musica per quartetto sarà uno dei fili rossi che segnerà diversi appuntamenti di questa stagione all’Argentina. Il primo lo offre il 24 gennaio il Trio di Parma insieme a Simonide Braconi prima viola del Teatro alla Scala, con l’esecuzione di due Quartetti con pianoforte di Brahms alternati ad alcuni pezzi di György Kurtág.

Giovedì 31 gennaio una delle formazioni da camera più accreditate qual è il Quartetto d’archi della Scala, sale sul palco dell’Argentina insieme a Fabrizio Meloni, primo clarinetto scaligero, per i Quintetti di Mozart (K 581) e di Brahms (op. 115); in un ideale confronto fra passato e presente, in programma anche Variations Mozart di Matteo D’Amico. Un racconto fitto di domande e stupore per entrare nel mondo dei Quartetti per archi di Mozart è quello che propone in due concerti (24 e 28 febbraio) lo scrittore e giornalista Sandro Cappelletto, qui in veste di voce narrante a fianco del giovane e già affermato Quartetto Guadagnini.

In una sorta di omaggio alla grande scuola violoncellistica di Antonio Janigro si collocano poi tre concerti di altrettanti musicisti di altissimo livello e di spiccata personalità come Giovanni Sollima, Enrico Dindo e Mario Brunello. Il primo si presenta in un recital solistico il 14 febbraio con Ba-Rock, un viaggio nel mondo sonoro del violoncello ma anche un viaggio nel tempo, da Bach fino ai Nirvana per scoprire le potenzialità tecniche ed espressive dello strumento, mentre il 4 aprile Enrico Dindo dialogherà in duo con Simone Rubino, un originale incontro fra il violoncello e le percussioni in un programma che non mancherà di stupire e incuriosire il pubblico e che accoglierà due prime assolute di Carlo Boccadoro e Stefano Molinelli. L’11 aprile toccherà a Mario Brunello, da sempre aperto a sperimentazioni e inediti incontri artistici, che farà dialogare il suo strumento ‒ un prezioso Maggini del 1600 appartenuto a Benedetto Mazzacurati e successivamente a Franco Rossi del Quartetto Italiano ‒ con le voci del Coro del Friuli Venezia Giulia.

La musica barocca sarà presente con un altro ensemble, anch’esso rinomato a livello internazionale per le sue interpretazioni di questo repertorio. Il 7 marzo Modo Antiquo e il suo direttore Federico Maria Sardelli conducono il pubblico nel concerto-reading L’affare Vivaldi. Ispirandosi al testo dell’omonimo libro di Sardelli, tra musiche inedite del giovane Vivaldi e la narrazione di Sardelli, si darà allo spettatore l’opportunità di seguire l’affascinante percorso di un enorme patrimonio musicale che ha rischiato di andare perduto. Il 28 marzo sarà la volta del violino di Sergej Krylov interprete dalla grande musicalità e dall’eccezionale virtuosismo, che insieme al pianista Itaman Golan presenta un programma dedicato alla Sonate per violino e pianoforte di Mozart (K 378), di Beethoven, con la celebre Kreutzer Sonata, e la Fantasia D 934 di Schubert.

La stagione della Filarmonica Romana all’Argentina si avvarrà della collaborazione con la rivista Quinte Parallele che realizzerà una serie di interviste agli artisti.

Teatro Argentina: Largo di Torre Argentina 52

Biglietti: 23 euro (platea, palchi di platea), 16 euro (palchi I, II, III ordine), 12 euro (palchi di IV, V e loggione) più diritto di prevendita; ragazzi fino a 14 anni 7 euro. Biglietteria del Teatro Argentina: tel. 06-684000311/14
Info: tel. 06-3201752, email promozione@filarmonicaromana.org tutto il programma su www.filarmonicaromana.org
Programma sul sito www.filarmonicaromana.org