Gli occhi dell'Angelo Mai su Anna Politkovskaja

Gli occhi della memoria. sguardi sul presente Angelo mai + Rialto presenta nell’ambito del progetto il rialto in rete con la città venerdì 19 febbraio 2010 alle ore 21 Perché ce l’ho tanto con… per anna politkovskaja. Progetto della compagnia Babateatr a cura di Maria Borgese e Hossein Taheri e con Carolina Levi, Silvia Mazzotta, Chiara Tomarelli. Si possono condurre le più scottanti inchieste su potere, guerra e affari loschi e trovare il tempo per essere ancora donna, madre, amante, amica? Anna Politkovskaja cercava ogni giorno questo fragile equilibrio, come una funambola, finché la più 'brutale' delle democrazie non ha spezzato il suo filo.

“Io vivo la vita, e scrivo di ciò che vedo”

Anna Politkovskaja è stata una reporter russa determinata a raccontare fino in fondo una guerra “dimenticata”, quella cecena. Guerra inutile e dannosa che ha modificato pericolosamente il nascente percorso democratico del suo paese, rendendo legittime bestialità, sopruso, giustizia sommaria e assassinio.

Anna Politkovskaja è stata prima di tutto una donna, una “semplice cittadina” – così si definiva – che dalle pagine di un piccolo giornale testimoniava il suo tempo. È stata freddata sotto casa, mentre tornava dalla spesa, da qualcuno che era stufo di essere disturbato e messo al centro dell’attenzione dai suoi reportage.

Anna Politkovskaja cercava ogni giorno il fragile equilibrio tra il suo mondo interiore intriso di umanità e lo spietato mestiere di raccontare l'orrore e le ragioni di una guerra fratricida. Ma chi era veramente Anna? Come sfidava le ipocrisie di una classe politica corrotta, incapace e violenta? Perché si ostinava a guardare questa guerra dal punto di vista di una semplice donna?

Lo spettacolo Perché ce l’ho tanto con… prova a ricostruire la complessità della figura di Anna, attraverso la sua ricerca quotidiana, le sue deduzioni, le sue emozioni; tenta di restituire alla storia una donna che ha attraversato il suo tempo, senza mai perdere i pochissimi semi della dignità umana.

“Dopo aver visto lo spettacolo di Hossein Taheri Perché ce l'ho tanto con... su Anna Politkovskaya sono rimasto quasi sicuro che l'avevano conosciuta personalmente sia Hossein, sia tutte le tre attrici protagoniste. Poi ero stupito di scoprire che nessuno di loro l'aveva mai vista. Non capisco fino ad ora come mai era possibile di capire tutte le sfumature ed i moventi dell'anima di Anna cosi precisamente. Io avevo conosciuto Anna Politkovskaya assai bene e anche da molti anni, perche anch'io ho passato parecchio tempo in Cecenia lavorando lì per i diritti umani. Per altro, ero impressionato dal fatto che lo spettacolo era pronto un anno prima della sua morte, cioè che Hossein Taheri era capace di capire lo spessore della personalità di Anna, il carisma che aveva già prima – senza avere necessità alcuna di servirsi dei sentimenti politici passeggeri, ma basandosi sul carattere forte e profondo, uno di questi archetipici che vengono interpretati dai teatri drammatici dall'antichità e lo saranno sempre. Non è facile di trovare un archetipo classico nella modernità di multimedia.”

dalla lettera di Andrey Mironov (della redazione di Novaja Gazeta,
il giornale per il quale scriveva Anna Politkovskaya) a Maria Borgese

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