Opera Roma. Prima italiana di Da una casa di morti di Leoš Janáček

Carcere duro, privazione della libertà, colpa e pena. Sono i temi affrontati dall’opera Da una casa di morti (Z Mrtvého Domu) di Leoš Janáček, ispirata alle omonime memorie romanzate di Fëdor Dostoevskij nelle quali lo scrittore racconta la vita dei detenuti in un campo di prigionia in Siberia, dove lui stesso era stato imprigionato per quattro anni.

L’ultimo capolavoro del compositore ceco va in scena all’Opera di Roma dal 23 al 30 maggio, in un allestimento proposto in prima italiana e firmato dal regista polacco Krzysztof Warlikowski, Leone d’Oro della Biennale Teatro a Venezia e al suo debutto operistico nel nostro Paese. Lo spettacolo è realizzato in coproduzione con la Royal Opera House Covent Garden di Londra, il Théâtre de La Monnaie di Bruxelles e l’Opéra national de Lyon. Sul podio il giovane bielorusso Dmitry Matvienko, anche lui al suo debutto operistico in Italia. Classe 1990, nel 2021 ha vinto il Primo Premio e il Premio del Pubblico alla prestigiosa Malko Competition di Copenaghen. La prima di martedì 23 maggio potrà essere seguita anche in diretta su Radio3. Lo spettacolo verrà ripreso da RaiCultura e sarà trasmesso su Rai5 giovedì 16 novembre 2023 alle ore 21.15.

Da una casa di morti è il secondo tassello di un progetto triennale dell’Opera di Roma dedicato a Janáček, inaugurato con la Káťa Kabanová della stagione 2021/2022 e che si concluderà nel maggio del 2024 con la rappresentazione di Jenůfa. L’opera è un lavoro corale, in cui i personaggi emergono di volta in volta dall’anonimato per raccontare i crimini che li hanno condotti all’incarcerazione, le proprie sofferenze e le violenze subite nei gulag siberiani. A reinterpretare e restituire alla riflessione contemporanea il soggetto della detenzione punitiva del libretto, realizzato dallo stesso Janáček partendo da Memorie da una casa di morti di Dostoevskij, è ora Warlikowski che, nel corso della sua carriera, è stato insignito di numerosi premi nazionali e internazionali per la spinta riformistica del suo linguaggio teatrale. Per questo allestimento ha ricevuto nel 2019 il premio per la Miglior Nuova Produzione agli International Opera Awards di Londra.

Nel 2008 il regista polacco ha ricevuto il Premio Europa per il Teatro dalla Commissione Europea, che di lui ha scritto: «Warlikowski porta il segno della sua identità polacca, un’identità lacerata che intende affrontare insieme la storia e la confusione impotente dell’essere. Si interessa a Shakespeare e alla scrittura contemporanea, i due poli che modellano il suo teatro. […] Negli ultimi anni il suo lavoro teatrale è stato affiancato da produzioni operistiche, dove, senza negarne le esigenze, Warlikowski inietta una dose della tragedia contemporanea di cui la sua arte e il suo essere continuano ad essere intrisi». Ancora, nel 2021, il regista è stato premiato con il Leone d’Oro alla carriera teatrale a La Biennale di Venezia. Nelle motivazioni del premio si legge che «Da più di vent’anni Krzysztof Warlikowski è fautore di un profondo rinnovamento del linguaggio teatrale europeo. Utilizzando anche riferimenti cinematografici, un uso originale del video e inventando nuove forme di spettacolo atte a ristabilire il legame tra l’opera teatrale e il pubblico, Warlikowski sprona quest’ultimo a strappare il fondale di carta della propria vita e scoprire cosa nasconde realmente».

Sul podio sale Dmitry Matvienko che in Italia, nel 2020, ha ricevuto il premio della Critica e il premio Made in Italy al Concorso Cantelli di Novara. Accanto a Warlikowski e Matvienko, vi è un cast internazionale che vede in primo piano il basso-baritono statunitense Mark S. Doss – che torna a Roma dopo The Bassarids di Hans Werner Henze del 2014 – nel ruolo di Alexandr Petrovič Gorjančikov e il tenore Pascal Charbonneau nelle vesti del giovane tartaro Aljeja. Tra i tenori anche Štefan Margita (Filka Morozov), Erin Caves (Il grande prigioniero), Julian Hubbard (Skuratov), Marcello Nardis (Kedril), Pawel Żak (Il giovane prigioniero), Michael J. Scott (Šapkin), Christopher Lemmings (Čerevin) e Colin Judson (Il vecchio prigioniero), i baritoni sono Lukáš Zeman (Il piccolo prigioniero Nikita/Čekunov/Cuoco), Aleš Jenis (Il fabbro/Un prigioniero) e Leigh Melrose (Šiškov), il basso è Clive Bayley (Il direttore della prigione). Completano il cast Eduardo Niave (il prigioniero ubriaco), talento di “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, Carolyn Sproule, unica voce femminile nel ruolo della prostituta, Maestro del coro è Ciro Visco. In linea con la produzione della Royal Opera House di Londra del 2018, la drammaturgia è a cura di Christian Longchamp e le scene e i costumi sono di Małgorzata Szczęśniak. Alle luci Felice Ross e ai video Denis Guéguin. I movimenti coreografici sono di Claude Bardouil.

Leoš Janáček nacque nel 1854 e morì nel 1928, dopo aver terminato Da una casa di morti. Tuttavia, i due copisti che lo avevano affiancato nel lavoro completarono parti dell’orchestrazione del terzo atto e sostituirono la marcia finale con un coro di libertà, nell’intento di dare al lavoro un’impronta più ottimista. La prima rappresentazione dell’opera avvenne il 12 aprile 1930 al Teatro Nazionale di Brno, due anni dopo la morte del compositore. Oggi, la maggior parte delle produzioni ripropone una versione depurata dalle modifiche dei due copisti. La partitura eseguita in questo nuovo allestimento si basa sull’edizione critica di John Tyrrell e Charles Mackerras pubblicata nel 2017.

In un campo di prigionia siberiano arriva un nuovo detenuto, Alexandr Petrovič Gorjančikov: è un giovane aristocratico, annunciato come prigioniero politico. Tra le vessazioni subite dalle guardie e i lavori forzati, i detenuti si presentano al nuovo arrivato, ognuno ripercorrendo la propria storia e i motivi della prigionia.

La prima rappresentazione al Costanzi si terrà martedì 23 maggio alle ore 20 e sarà trasmessa anche in diretta su Rai Radio3. “Lezioni di Opera” con Giovanni Bietti si svolgerà sabato 20 maggio alle 16. Domenica 21 maggio alle 16.30 è prevista un’anteprima per i giovani con meno di 26 anni. Le repliche saranno giovedì 25 (ore 20), sabato 27 (ore 18), domenica 28 (ore 16.30) e martedì 30 (ore 20). Ogni rappresentazione è in lingua originale con sovratitoli in italiano e inglese.

Biglietti in vendita sul sito operaroma.it e al botteghino.
Info: https://www.operaroma.it/spettacoli/da-una-casa-di-morti/