Teatro dell'Orologio. Da Henry James ad Amanda

Debutta martedi 23 marzo 2010 al Teatro dell'Orologio di Roma Madlyn Cooke Storia una possessione e Amanda. Scritto e diretto da Fabrizia Ansaldo, lo spettacolo sarà in scena fino al 2 aprile. Innocenza e corruzione. Immaginazione e fede. Ruota intorno a questi elementi il monologo Madlyn Cooke storia di una possessione, interpretato dall’attrice californiana Adrienne Bini.

Amanda, l’altro monologo, interpretato da Giulia Moscatelli, una bambina di dieci anni, rappresenta, in modo surreale e onirico, un’America imprigionata nell’inquietudine dei suoi sogni.

I due intensi monologhi danno forma allo spettacolo che Fabrizio Ansaldo, autore e regista, porterà in scena dal 23 marzo al 2 aprile 2010 al Teatro dell’Orologio (Sala Artaud).

Madlyn Cooke storia di una possessione    
Un’educatrice americana uccide il suo piccolo allievo nell’intento di salvarlo dal domestico e dalla precedente istitutrice defunti e tornati ad impossessarsi di lui.
Reclusa in un penitenziario degli Stati Uniti, la donna va ripercorrendo in cella alcuni momenti di quella storia, inscenando, attraverso un percorso emotivo, le cause per le quali a breve sarà giustiziata.
Ma è tutto vero o è soltanto la sua immaginazione a crederlo?
Vedere, dice Henry James, è immaginare. Siamo affascinati da questo lato incontrollabile della nostra psiche. Ne siamo incantati a tal punto da credere a quello cui stiamo assistendo: è la verità quello che ci sta raccontando questa donna in attesa della pena capitale? Immaginiamo di sì. Crediamo di sì. Immaginazione e fede. Immaginiamo a tal punto da credere!  Malati di infinita immaginazione!
Madlyn Cooke è un atto di accusa alle convenzioni, ai riti, alle regole della società, alle sue leggi, a quella affezione congenita che va sotto il nome di corruzione e che si diffonde attraverso la contaminazione di ciò che è puro, spirituale, innocente.
Madlyn combatte la sua battaglia come un’eroina di altri tempi: perché la lotta tra il bene e il male, come noi la comprendiamo, non avrà mai fine.

Amanda
In cima ad un grattacielo, reclusa dentro pareti di vetro, c’è una bambina. Una bambina che ci racconta la sua vita di un secolo: dei delitti commessi, delle guerre alle quali ha partecipato, di suo figlio, dei suoi amori impossibili.
È una bambina inquieta e malinconica che sente la responsabilità del mondo sottostante. Un mondo che lei controlla e che vorrebbe diverso. Forse, migliore.