Decurtazione dei finanziamenti per il Fondo Unico dello Spettacolo

Il 27 luglio scorso è stato approvato alla Camera dei Deputati, con voto pressoché all'unanimità, un ordine del giorno bipartisan, presentato il 21 luglio, che impegnava il governo a valutare l'opportunità di reperire, nei provvedimenti finanziari dei prossimi mesi, le risorse adeguate a garantire il ripristino del Fondo Unico dello Spettacolo (FUS) almeno ai livelli stabiliti dalla Finanziaria 2007 per il triennio seguente. In effetti il FUS 2009 è invece stato decurtato di ben 200 milioni.

Infatti, il FUS, istituito con la legge 163 del 1985, è lo strumento finanziario attraverso il quale lo Stato sostiene le attività del settore, sia del cinema che dello spettacolo dal vivo: il finanziamento, decretato ogni anno con la legge finanziaria, viene ripartito tra i vari settori con un decreto del Ministro per i Beni e le attività culturali.

È solo grazie alla gestione del suddetto Fondo che è possibile assegnare contributi ad enti, istituzioni, associazioni, organismi ed imprese operanti nei settori delle attività cinematografiche, musicali, di danza, teatrali, circensi e dello spettacolo viaggiante, nonché di promuovere e sostenere manifestazioni ed iniziative culturali di carattere e rilevanza nazionali da svolgere in Italia o all'estero.

La legge finanziaria 2007 aveva provveduto a reintegrare il FUS di 50 milioni annui per il triennio 2006-2008, prevedendo una dotazione di 444 milioni per il 2007 e di 544 milioni di euro per il 2008 e il 2009. La finanziaria 2009, invece, decurta tale fondo di circa 200 milioni di euro portando i finanziamenti al minimo storico.

L’approvazione dell’ordine del giorno si configura come un esplicito invito al governo per un chiaro impegno affinché siano messi in atto tutti i provvedimenti necessari a prevenire la crisi del settore, che potrebbe avere riflessi devastanti sull'intera industria culturale nazionale, determinando di fatto, la chiusura di interi settori di attività che, al contrario, sono da considerarsi strategici per la ripresa del Paese e necessitano di adeguatezza progettuale, sia in termini di finanziamento, sia in termini di programmazione e di politica di interventi.

È quanto rende noto la deputata del PD, nonché prima firmataria dell'Odg, l’On. Emilia De Biasi, che aggiunge: “ci auguriamo che, dopo questo voto così sentito e condiviso dall’aula di Montecitorio, il governo rispetti i propri impegni e si attivi per porre subito fine alla drammatica situazione del mondo dello spettacolo”. L’On. De Biasi ha anche deplorato la lontananza del Ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, assente dalla Camera al momento della votazione dell’Ordine del Giorno.

Il Ministro Bondi non sembra godere di grande popolarità se è vero che ieri è stato oggetto di contestazione a Bologna, dove si era recato per commemorare la strage del 2 agosto 1980 a nome del governo. Infatti, sul palco davanti alla stazione colpita dalla bomba di 29 anni fa, il Ministro dei Beni Culturali ha dovuto interrompere più volte la lettura del discorso per le proteste ed i fischi dei presenti, senza poterlo completare.

Il pubblico ha contestato vivacemente il ministro come simbolo del governo e, più in generale, come emblema di un apparato statale che ancora oggi, a quasi un trentennio dalla strage, non è riuscito a fare piena chiarezza su questo e su altri tragici eventi che hanno caratterizzato quella che Sergio Zavoli ha chiamato “la notte della Repubblica”.

Teo Orlando