XV Festival internazionale di musica Pietre che cantano.Il sorriso degli dei - Mito e modernità

Anche quest’anno Pietre che cantano, il festival internazionale di musica dell’Abruzzo aquilano, proporrà un ricco cartellone di eventi musicali, teatrali e culturali di livello internazionale, che in un mese di programmazione, dal 24 luglio al 23 agosto 2014, condurrà il pubblico degli appassionati a scoprire l’arte d’Abruzzo e i suoi incontaminati scenari naturalistici. Il tema della XV edizione  è “Il sorriso degli Dei – mito e modernità”

Nato nel 2000 con l’apertura al pubblico, appena ultimati i restauri, del Monastero di S. Spirito di Ocre (XIII sec.), il festival coltiva per il proprio pubblico la ricerca di luoghi emblematici della bellezza del paesaggio abruzzese: ai principali luoghi delle ultime edizioni, come le Pagliare di Tione degli Abruzzi sul Sirente, l’Altopiano delle Rocche a Rocca di Mezzo, si aggiunge quest’anno, grazie alla importante partnership inaugurata nella scorsa edizione con la Soprintendenza Beni storici Artistici ed Antropologici dell’Abruzzo SBSAE, la monumentale Abbazia di S. Spirito al Morrone di Sulmona ( XVIII sec.).

In riferimento ai principali anniversari musicali del 2014, che sono il terzo centenario della nascita di Christoph Willibald Gluck (1714-1787) – come del suo librettista italiano Ranieri de’ Calzabigi (1714- 1795) - e i 150 anni della nascita di Richard Strauss (1864 – 1949), il direttore artistico Luisa Prayer ha scelto il tema mito e modernità per la XV edizione del festival: da una parte il rapporto tra mito, canoni dell’arte classica ed evoluzione del linguaggio e dei generi musicali; dall’altra il rapporto con i classici e il mito della cultura moderna e contemporanea, nella letteratura e nel teatro.

Con il titolo “Il sorriso degli Dei”, il cartellone propone un percorso musicale che dall’opera riformata di Gluck, passando per il classicismo della prima Scuola di Vienna (una riflessione sul concetto di “classico” anche nella accezione propriamente musicale) approda a Richard Strauss, ultimo esponente di una concezione classica del comporre, e un percorso letterario e teatrale, attraverso una riflessione sulle  riscritture e riletture del mito e dei classici.

Il programma si apre con il concerto inaugurale al Monastero di S. Spirito di Ocre, il 6 agosto alle 21, dedicato alla memoria della poetessa Maria Luisa Spaziani, recentemente scomparsa, che un anno fa era stata ospite d’onore del concerto inaugurale di Pietre che cantano. La sua poesia “Viaggio a Corinto” dà il titolo alla serata, e  sarà letta, insieme ad altre liriche della Spaziani, da Marina Zanchi, con il commento musicale delle Melodie popolari greche di Ravel, interpretate dal soprano Valentina Coladonato. Cornice a questo momento di poesia  e memoria sarà la musica di Mozart e Beethoven, con i Trii per pianoforte, eseguiti dalla pianista Luisa Prayer, direttore artistico del festival,  con la violinista salisburghese Risa Schuchter, membro della Camerata Salzbyrg fondata da Sandor Vegh, e il violoncellista spagnolo Luis Zorita Gonzalez, membro della prestigiosa Chamber Orchestra of Europe.

L’11 agosto, alle Pagliare di Tione degli Abruzzi, dalle 16 alle 19, il primo degli appuntamenti con il teatro contemporaneo, realizzati grazie alla collaborazione con Maria Grazia Tolomeo, direttore artistico del festival di teatro Rocca festival (Rocca di Mezzo).  Sista Bramini, accompagnata dai canti di Camilla Dell’Agnola e Valentina Turrini e il suo Teatro Natura, portano a Pietre che cantano una prima nazionale, lo spettacolo Tempeste – trilogia della rinascita, una narrazione dei miti legati all’olio, al vino, alle pietre, che Sista Bramini fa secondo le modalità del suo teatro, ambientato all’aperto per una diretta suggestione tra drammaturgia e paesaggio. Lo spettacolo si articola in tre momenti: Luce su Luce. Apparizione dell’ulivo - Il dono di Dioniso. Nascita del vino - Deucalione e Pirra cui corrisponde una trilogia di miti in cui si narra come da una catastrofe la vita rinasce sotto nuova forma.

Il 14 agosto, a Rocca di mezzo, nello spazio polivalente del Palazzetto Sebastiani, un programma realizzato in collaborazione con il Centro studi la permanenza del Classico, dell’Università Alma Mater di Bologna, dal titolo “Riscritture/riletture del mito”. Il festival ripropone in esclusiva una delle letture del Maggio bolognese del Centro studi, quest’anno riunite sotto il titolo di Esodus: alle 21, l’attore e drammaturgo Marco Baliani  in “Il canto dei profughi – Italia fugiens”, interpreta pagine dall’Eneide di Virgilio, in una originale drammaturgia che guarda al presente. Uno dei temi, tra tutti, quello del  “meticciato” che è all’origine di ogni civiltà, e di cui i Romani sapevano andare orgogliosi.

Una partitura che intende farci riflettere su antiche e nuove xenofobie, su antiche e nuove ospitalità. Federico Condello, coordinatore scientifico del centro studi di Bologna, introduce lo spettacolo. Alle 18, il prof. Condello sarà protagonista di un incontro sul  tema della riscrittura del mito dal titolo “Elettra e altri”:  Elettra, un’eroina condannata alla memoria, da Sofocle a Hofmannsthal, da Hofmannsthal a noi. La pianista Luisa Prayer accompagnerà il giovane baritono Giacomo Serra, allievo del Conservatorio di Bologna selezionato tra i vincitori del concorso per “I due Orfei”, proponendo a commento alcuni Lieder di Schubert su tema mitologico, come altro possibile esercizio di riscrittura, attraverso la musica.

La stagione prosegue con appuntamenti di “divagazione” sul tema, tutti nello spazio allestito a teatro del Palazzetto Sebastiani: il 18 agosto, alle 21, il tradizionale concerto di mezza estate della Orchestra Sinfonica Abruzzese, diretta da Vittorio Antonellini, solista il clarinettista Calogero Palermo, prima parte dell’Orchestra dell’Opera di Roma, con musiche di Weber e degli “altri Strauss”, Johann padre e figlio e Josef, cioè i grandi autori della mitica stagione viennese del valzer.

Il 19 agosto, alle 21, torna al festival con lo spettacolo “Napoleone magico imperatore”  Bustric, l’attore e mago, autore di spettacoli in cui fantasia, il fantastico e la magia trasformano la storia e la quotidianità dei personaggi rappresentati in avventure in cui la comicità è una forma di poesia.

Il 21 agosto, al monastero di S. Spirito d’Ocre, “Questioni di stile” un evento di gala che conclude il percorso culturale attraverso il tema mito e modernità della  XV stagione di Pietre che cantano.  Ospite d’onore lo storico dell’arte e critico musicale Claudio Strinati, una delle voci più autorevoli ed originali, nella sua competenza trasversale, del panorama culturale italiano. La sua conversazione con il direttore artistico Luisa Prayer e la storica dell’arte ed esperta di teatro Grazia Tolomeo, dal titolo “Dal Romanticismo il Classicismo”, propone una riflessione sul rapporto tra canoni ed estetica dell’arte e della musica, a partire da quello che si può stabilire tra l’estetica del Winckelmann e il Neoclassicismo e la riflessione sulla forma degli autori del classicismo viennese.

Il Quartetto Prometeo, quartetto tra i più noti ed attivi sulla scena italiana ed europea, ospite per la prima volta del festival, eseguirà un quartetto di Haydn e l’op. 95 di Beethoven. Il discorso riprenderà brevemente con una riflessione introduttiva di Claudio Strinati alla seconda parte del concerto, in cui una eccezionale protagonista della scena lirica internazionale, il soprano americano Mardi Byers, accompagnata al pianoforte da Luisa Prayer, eseguirà i celebri Quattro ultimi Lieder di Richard Strauss, punto culminante della grande stagione del Lied romantico, omaggio al grande compositore tedesco, ultimo esponente della grande tradizione classica tedesca, di cui ricorre la celebrazione a 150 anni dalla nascita.

Il 23 agosto, ultimo appuntamento della XV Edizione del Festival:  alle 21, “Mitico jazz”, con il Lino Patruno jazz show, una band composta da 7 eccezionali musicisti, che reinterpretano il jazz classico degli anni '20, '30, '40 (Blues, New Orleans, Dixieland, Swing). Lino Patruno, testimone privilegiato di tante storie del jazz, riparte dalle origini, dall’emigrazione in America anche di quegli italiani, come Joe Venuti, che fecero del jazz una delle anime musicali più  vive del Novecento.

INFO E PRENOTAZIONI:
389 6585346 – info@pietrechecantano.it www.pietrechecantano.it 
BIGLIETTI: € 10