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[1]Il Galà lirico sinfonico ha dati l'avvio alla Stagione Lirica 2020 di Padova in uno dei luoghi più suggestivi della città, il Castello Carrarese. In questa cornice artistica veneta si è svolta l'anteprima estiva della rassegna autunnale, con quattro nomi straordinari del bel canto nazionale ed internazionale accompagnate dall’Orchestra di Padova e del Veneto diretta dal M° Nicola Simoni.
A cominciare dal soprano uruguaiano Maria José Siri, che ha trionfato nel 2016 all’inaugurazione della stagione scaligera debuttando nel ruolo del titolo di Madama Butterfly diretta da Riccardo Chailly; al Teatro dell'Opera di Roma nel 2017 nella parte di Maddalena nell'Andrea Chénier di Marco Bellocchio diretta da Roberto Abbado; al Regio di Torino invece interpretava Manon Lescaut diretta da Gianandrea Noseda colla regia dell'attore Jean Reno.
Si prosegue con il mezzosoprano romano, Teresa Iervolino, che nel 2014 abbiamo apprezzato al Teatro dell'Opera di Roma con Roberto Abbado alla direzione e Maometto II di Gioachino Rossini ed ancora Il barbiere di Siviglia in versione musical con l'allestimento di Lorenzo Mariani; nel 2015 al XV Festival Pergolesi-Spontini; nel 2016 di nuovo a Roma quando si è festeggiato il bicentenario di Il barbiere di Siviglia, l'opera buffa in due atti di Gioachino Rossini; ed ancora nel 2016 con Emma Dante e la sua versione di La Cenerentola. Con lei, Rossini è una garanzia.
Delle due interpreti femminili, Siri e Iervolino, abbiamo apprezzato in particolare i duetti - senza togliere nulla alle loro perfomance soliste, a cominciare dall'Habanera dalla Carmen di Bizet con Iervolino in perfetta forma e slancio; e Pace mio dio da La forza del destino di Verdi con Siri -: l'affiatamento era magnificamente calibrato sulle note e sul fraseggio, in particolare in MIra o Norma dal capolavoro belliniano, generando meritatissimi applausi e "bravo".
Con il giovane tenore Azer Zada, originario della Repubblica dell’Azerbaigian, già applaudito al Teatro La Fenice di Venezia e su prestigiosi palcoscenici internazionali, si avvicendava sul palco "al maschile", il baritono veronese Simone Piazzola, che conosciamo dal 2009 con La Traviata versione di Brockhaus a Jesi, mentre a Roma nel 2011 ha interpretato il Rigoletto diretto da Giampaolo Maria Bisanti; ha interpretato di nuovo a Roma il Conte di Luna in Il Trovatore di Verdi diretto da Jader Bignamini e l'allestimento di Alex Ollé de La Fura dels Baus; non ultimo, a Roma l'anno prima, nel capolavoro verdiano Un ballo in maschera - così attuale con l'epidemia di mascherine, sic! - cantava nel ruolo del capitano Anckarström diretto da Jesús López-Cobos per la regia di Leo Muscato.
Entrambi i cantanti, Zada e Piazzola, hanno interpretato le arie più conosciute e amate di Verdi, come Invano Alvaro da La forza del destino; Zada da Pagliacci di Leoncavallo, ha ben espresso la tragicità di Vesti la giubba; mentre Piazzola si è inerpicato sulle note di Morte di Rodrigo dal Don Carlo di Verdi.La voce si è scaldata ad entrambi soprattutto nella seconda parte del galà, vieppiu' dando lustro al bis finale in quartetto con le voci al femminile di Siri e Iervolino. Scrosci di applausi anche per l'Orchestra di Padova e del Veneto diretta dal M° Nicola Simoni.